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mercoledì 2 marzo 2016

La buona educazione in famiglia: la cortesia

LA BUONA EDUCAZIONE IN FAMIGLIA: LA CORTESIA
La “buona educazione” è la più semplice, modesta e dimenticata delle virtù, ma è la base di tutte le altre. Non esistono cameriere in famiglia.

Dalla cucina, come al solito, la donna disse: «È pronto!». 
Il marito, che leggeva il giornale, e i due figli, che guardavano la televisione e ascoltavano musica, si misero rumorosamente a tavola e brandirono impazientemente le posate. 
La donna arrivò. 
Ma invece delle solite, profumate portate, mise in centro tavola un mucchietto di fieno. 
«Ma... ma!», dissero i tre uomini. «Ma sei diventata matta?». 
La donna li guardò e rispose serafica: «Be', come avrei potuto immaginare che ve ne sareste accorti? Cucino per voi da vent'anni e in tutto questo tempo non ho mai sentito da parte vostra una parola che mi facesse capire che non stavate masticando fieno». 
Ogni persona è sacra, ci insegnano le prime righe della Bibbia. Tradotto in termini pratici, questo significa anche “non esistono cameriere in famiglia”. Essere consapevoli del valore assoluto di ogni persona significa vederla con gli occhi del Creatore, con il suo stesso atteggiamento ad ogni momento della Creazione. La Bibbia comincia con un ritornello: «Dio vide che era bello». 
Chiamiamo cortesia, o anche “buona educazione”, tutto ciò che rende il mondo dove viviamo “bello”. Come tutte le cose importanti naturalmente sono semplici e facili.

Sorridere. È l'elemento che rende la persona elegante più dei vestiti. Nell'istante in cui due sguardi si incrociano, chi sorride con naturalezza contagia l'altro. È il segreto della felicità familiare. Ricordare sempre che, soprattutto in famiglia, la nostra felicità, anche se talvolta costa un grosso sforzo, può rendere felice qualcun altro.

Salutare. Significa dire a qualcuno: «Sono felice di incontrarti». I rituali più importanti in una famiglia sono quelli “della soglia”: tutti quelli che escono devono essere baciati e abbracciati e tutti quelli che entrano devono essere baciati e abbracciati. Essere famiglia significa essere felici di stare insieme.

Ringraziare. A cominciare dai genitori. Hanno donato quanto di più bello, importante e anche impegnativo esista: la vita. Qualunque sia la loro età bisogna prendersi cura di loro con piccoli gesti quotidiani (una telefonata, un sms, una sorpresa, ...). Si è sempre in debito con loro anche se hanno commesso errori. Sono essere umani e come tali non sono perfetti.

Rispettarsi. Esistono persone che sembrano invisibili. La vita va avanti senza di loro: le persone parlano fra loro, svolgono le loro solite attività, scherzano, mangiano, fantasticano, si grattano la testa, fanno le parole crociate, come se loro non esistessero. È frequente avere un'esperienza del genere in un negozio o in un ufficio. Se succede in casa o con amici, è più preoccupante. Ma che sollievo quando qualcuno vede ciò di cui abbiamo bisogno, quando qualcuno si accorge di ciò che valiamo, quando qualcuno ci dimostra stima e apprezza il nostro valore, forse anche più di noi, crede in noi anche quando la nostra autostima vacilla.

Ascoltarsi. E non si tratta solo di vedere, ma anche di ascoltare. Il rispetto non esiste se non sappiamo porgere orecchio a ciò che gli altri dicono. Questo è tutt'altro che facile, soprattutto al giorno d'oggi, nella «società del rumore». Così talvolta la conversazione familiare è di questo tipo: Figlio: «Avete sentito quello che è successo in Siria?» 
Padre: «Bah!» 
Madre: «È abbastanza salata la minestra?» 
Figlio: «È un problema, no?» 
Padre: «Sì». 
Figlio: «Allora che ne pensi?» 
Padre: «Hai ragione, manca un po' di sale». 
Madre: «Eccolo, tieni». 
Figlio: «È strano come si sia potuti arrivare a tanto». 
Madre: «Quanto hai preso di matematica?» 
Padre: «Io non ho mai capito niente di matematica». 
Madre: «Fa freddo, stasera...» 
Un vero ascolto è il regalo più bello che si può fare a una persona. Significa dirgli: «Tu sei importante per me e perciò ti dò tutta la mia attenzione».

La buona educazione. Tutte le regole del “galateo”, soprattutto i pasti insieme sono essenziali. Rispettare gli orari, usare correttamente le posate e il tovagliolo. Non sprecare il cibo, servire gentilmente i più piccoli. Aiutare ad apparecchiare e a sparecchiare la tavola. I pasti non sono un piccolo “tribunale”, ma il momento della gioia familiare.

Autori: Ferrero B. – Peiretti A.
Fonte: B.S. dicembre 2015

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