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mercoledì 14 febbraio 2018

Bambini senza infanzia che fanno tutto troppo presto

BAMBINI SENZA INFANZIA

Ai bambini, oggi, succede tutto troppo presto: troppo presto assistono a scene di violenza, a scene erotiche; troppo presto sentono parole che sanno di fogna, troppo presto sono costretti a fare le ore piccole.
Il bambino è accelerato: a tre anni deve leggere, a quattro deve ballare, a cinque deve suonare, sciare, nuotare e smanettare sul tablet.

Il secolo che abbiamo chiuso appena sedici anni fa doveva essere “il secolo del bambino”.
Lo aveva annunciato la pensatrice svedese Ellen Key all'inizio del 1900; in realtà si è rivelato il secolo della “Scomparsa dell'infanzia” come nota Neil Postam nell'omonimo libro e come sottolinea Marie Winn autrice di “Bambini senza infanzia”.

 Con ciò non vogliamo negare che il 1900 sia stato anche il secolo della “Scoperta dell'infanzia” (1950) per usare il titolo di una famosa opera di Maria Montessori.
Neppure vogliamo negare che il 1900 sia stato il secolo dei diritti del fanciullo proclamati nel 1959 nella “Dichiarazione dei diritti dell'infanzia”.
Però la scoperta dell'infanzia fu presto dimenticata, però i diritti del fanciullo vennero presto calpestati.

 Il bambino “accelerato”
Per farla breve, ci pare di non sbagliare a sostenere che mai come oggi si sono consumati tanti misfatti nei confronti dei piccoli.
E così, dopo la “morte di Dio” annunciata dal filosofo tedesco Friederich W. Nietzsche e dopo la “morte dell'uomo” proclamata dal saggista francese Michel Foucauld oggi si può parlare della “morte del bambino”.
Sì, “morte del bambino” perché la nostra è una società adultocentrica: centrata sull'adulto.
Ai bambini, oggi, succede tutto troppo presto: troppo presto assistono a scene di violenza, a scene erotiche; troppo presto sentono parole che sanno di fogna, troppo presto sono costretti a fare le ore piccole. Il bambino è accelerato: a tre anni deve leggere, a quattro deve ballare, a cinque deve suonare, sciare, nuotare.
Uno studioso dei problemi dell'infanzia un giorno ha terminato la sua conferenza dicendo: “Se andiamo avanti di questo passo, i bambini della Scuola dell'Infanzia finiranno con il giocare in Borsa!”. 

Le conseguenze?
Pesantissime, dal punto di vista sia personale sia sociale.
Dal punto di vista personale, la scomparsa dell'infanzia ci regala bambini spenti, senza giochi, senza sogni; bambini stanchi, stressati.
Un piccolo di sette anni alla domanda: “Che cosa farai da grande?” ha risposto: “Da grande mi riposo!”.
Non meno pesanti sono le conseguenze della “morte del bambino” sul piano sociale.
Ormai tutti gli studiosi sono concordi nel dire che un'infanzia riuscita è il miglior modo di partire per la vita.
Un bambino tutto bambino oggi, sarà tutto uomo domani; un bambino fallito sarà un uomo mal riuscito!
Già il noto padre della psicanalisi lo aveva intuito benissimo: “Il bambino è il padre dell'uomo”.
Un indovinato proverbio persiano recita: “Se hai piantato un cardo non aspettarti che nasca un gelsomino”. Sulla stessa linea è la psicanalista svizzera Alice Miller: “Tutto ciò che capita al bambino nei suoi primi anni di vita si ripercuote inevitabilmente nella società: psicosi, droga, depressione e criminalità sono l'espressione cifrata delle primissime esperienze”.
Riassumiamo: investire sul bambino è creare civiltà

Ripuliamo le nostre idee sull'infanzia, a partire da quella che riteniamo la più importante: essere un bambino non è un difetto, non è un peccato, non è un gioco per i grandi.
Essere bambino è un'occasione unica che non si ripeterà mai più per tutta la vita.
L'infanzia è la parte buona dell'esistenza umana. Guai a sprecarla, guai a sporcarla! Sporcare l'infanzia è sporcare la sorgente. I bambini sono pezzi di paradiso da salvare ad ogni costo!

È SOLO UN BAMBINO...
Un giorno il grande pittore Marc Chagall accompagnò il nipotino in libreria per comprargli un libro sugli animali.
L'anziano pittore voleva acquistare una lussuosa edizione di alcune tavole di Albert Dürer.
Non ne vale la pena”, intervenne la madre, “le sciuperebbe subito!”, e acquistò un album di disegno da colorare.
Arrivati a casa, Chagall invitò il nipotino a pranzo.
Al momento della frutta, scelse la mela più piccola e più brutta e la mise sotto il naso del nipotino.
La madre si mostrò contrariata.
È solo un bambino!”, commentò ironicamente Chagall.

AMATE I BAMBINI!
“Fratelli, amate tutta la creazione divina, nel suo insieme e in ogni grano di sabbia.
Amate ogni fogliuzza,
ogni raggio di sole.
Amate le piante,
amate ogni cosa.
Amate le bestie, ma specialmente
amate i bambini
perché essi vivono per purificare
e commuovere i nostri cuori”
(Feodor Dostoevskij).

Autore: P. Pellegrino
Fonte: biesseonline.sdb.org
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