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mercoledì 19 febbraio 2020

Una società alla deriva. Torniamo ad essere umani!

UNA SOCIETA' ALLA DERIVA. TORNIAMO AD ESSERE UMANI!

Siamo così distratti dai nostri telefonini o dalle nostre vite frenetiche che non ci accorgiamo neanche se una persona che ci sta vicino ha un malore. E' arrivato il momento di fermarsi.

In agosto, alcuni turisti a Mont-Saint Michel in Normandia, hanno preferito filmare una mamma che annegava nel tentativo di salvare la figlia Victorine piuttosto che aiutarla.

Nello stesso anno a Roma un pensionato è piombato a terra in pieno centro, si sarebbe salvato dell'infarto se qualcuno si fosse accorto e l'avesse subito soccorso.

Due esempi dell'attuale coma emotivo, due esempi di disumanità! Che cosa sta succedendo al cuore umano? Il lettore ci scuserà per l'insistenza sul negativo (per carattere siamo sulla sponda diametralmente opposta), ma sentiamo il dovere di insistere per allarmare contro lo scardinamento dell'uomo umano. Ecco, dunque, alcuni fatti che urlano.

Intossicati dalla verdura comprata al mercato: tra le foglie c'erano le piante velenose.

39 cadaveri trovati nel container di un Tir proveniente dalla Bulgaria.

Si comprano alloggi e quadri con i soldi dell'azienda e la fanno fallire.

Il figlio uccide la madre novantenne, per derubarla.

La Capitale è in balia di ragazzi fuori di testa.

Follia sui binari a Bologna, ragazzini sfidano i treni ad Alta velocità.

Per vendetta contro la moglie che lo ha lasciato, uccide le tre figlie.

Spara ed uccide quattro persone per aver occupato un parcheggio privato.

La mamma getta la neonata nel cassonetto della spazzatura.

È vero: sono fatti estremi, ma significativi dell'atmosfera di disumanità e indifferenza totale che sta infettando il nostro contesto sociale ovunque e a tutti i livelli.

Ti spaccano le orecchie con i motorini a tutto gas, seminano gomme americane in ogni angolo, non salutano, non chiedono scusa, dicono parole che sembrano tirate su dalle fogne...: parliamo dei ragazzi d'oggi (salvo le piacevolissime eccezioni che, grazie a Dio, non mancano!). Eccezioni che, purtroppo, sono una conferma della regola. I telefonini squillano ovunque, i giocatori di calcio si danno testate sullo stomaco, i giovani sputano come scaricatori di porto.

Stiamo esagerando? Magari fosse così. La maleducazione trionfa e tutti ne facciamo le spese!

È tempo di fermarci. È tempo di riportare l'umanità nell'uomo!

«Non sono nati però così, lo sono diventati crescendo in una società che, espropriandoli della voce della coscienza e del principio di responsabilità, li ha trattati - e li tratta - unicamente come consumatori» scrive Susanna Tamaro. «L'individuo, con il suo culto narcisista, ha divorato la persona. Nel suo cielo non brillano più stelle, ma solo il sibilo dei satelliti. Non c'è orizzonte davanti a loro, alle spalle non hanno alcuna radice in grado di nutrire la loro memoria. Sono cresciuti nell'immediatezza e nell'apparenza, perché questo è il banchetto che è stato preparato per loro. E in questo banchetto, gli adulti al massimo si sono offerti nel ruolo di camerieri. Abbiamo creduto, ci è piaciuto credere, alla favola bella che i cuccioli d'uomo non siano molto diversi dai funghi: nascono da una spora e da quella si sviluppano naturalmente, senza bisogno di alcun intervento esterno».

Invito a ritornare umani

Attenzione! Quando diciamo 'umanità' non intendiamo, qui, l'insieme degli uomini, ma tutto quel complesso di qualità e sentimenti positivi che ci distinguono dalle bestie. Tali qualità e sentimenti positivi saranno l'oggetto dei nostri interventi che, di mese in mese, offriremo al lettore. Dunque parleremo del bel garbo, della tenerezza, della gentilezza, dell'occhio buono, della gratitudine, del sorriso, delle parole buone... Tutti fattori umanizzanti capaci di impiantare il più bel capolavoro dell'universo: un uomo profumato di umanità.

L'obiettivo dei nostri interventi è chiaro: invitare i lettori a ritornare umani.

«Non possiamo arrenderci a tanto imbarbarimento! Ora forse, davanti a tanta distruzione, davanti a tanta disperazione, è venuto il momento di dire che non è così. Non siamo funghi, né meduse, ma una specie con un altissimo grado di complessità. E questa complessità, per svilupparsi nei ragazzi in modo positivo, ha bisogno di essere guidata da regole, paletti e limiti tracciati con fermezza dalla generazione che li ha preceduti. Regole, paletti e limiti che crescendo potranno anche abbandonare - perché questa è la nostra grande e inquietante libertà - ma senza i quali non avranno mai la possibilità di diventare davvero adulti».

Recuperare il pianeta sta bene (anzi: benissimo), ma se non si ricupera l'Uomo, è come restaurare la reggia e, nello stesso tempo, uccidere il re.         

UN BAMBINO

Indicando il disegno, la maestra gli chiese, con un gran sorriso: «Di cosa sono fatte le stelle?»

«Di luce» rispose Andrea sicuro, senza neanche capire che cosa stesse dicendo.

«E perché?» chiese la maestra, presa dall'entusiasmo.

Eleonora fissava il figlio, che la guardava in cerca di una risposta a una cosa che nessuno sa.

«Perché, Andrea?» domandò Eleonora con dolcezza.

«Perché la Terra è piena di buio.»

UN UOMO UMANO

Un anno prima di morire (1987) il poeta Giuseppe Ungaretti, guardando la sua vita passata (aveva compiuto da poco gli 80 anni) confessava a se stesso: “Non so che poeta sia stato in tutti questi anni. Ma so d'essere stato un uomo: perché ho molto amato, ho molto sofferto, ho anche errato, cercando di riparare il mio errore come potevo, e non ho odiato mai.

Proprio quello che un uomo deve fare: amare molto, anche errare, molto soffrire e non odiare mai!”.

Autore: Pino Pellegrino

Fonte: www.biesseonline.org

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