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mercoledì 20 gennaio 2021

BAMBINI CONTESI DA GENITORI SEPARATI

 BAMBINI CONTESI DA GENITORI SEPARATI


Domanda

Gentile Dott.ssa Agnone,

ho una domanda da porle: è da circa un anno e mezzo che mi sono separata dal mio compagno, ovviamente non in buoni rapporti, dal quale ho avuto un bimbo che oggi ha 6 anni.

Spesso mio figlio mi tratta male, risponde con cattiveria e il suo desiderio è vivere con il padre.. non riesco a capire in cosa sbaglio.

Cerco in tutti i modi di non fargli mancare nulla e di dargli tutto il mio amore ma non ricevo lo stesso trattamento.

Premetto che il mio ex compagno non aiuta sicuramente ad avere un rapporto tranquillo ed ogni volta cerca di screditarmi davanti a mio figlio, ponendo delle domande al bimbo del tipo: “vuoi venire a vivere con me,non preoccuparti rispondi non devi aver paura della mamma”.

Sicuramente sono severa: non avendo un compagno cerco in qualche modo di dare delle regole ma non ho mai usato la psicolgia di mio figlio per scopi o per secondi fini.

Chiedo gentilmente una risposta per capire in cosa sbaglio e cercare di ottenere l’amore di mio figlio.

Grazie, Daniela.

 

Risposta

Cara Daniela,

grazie per aver condiviso con noi una fase così difficile del tuo momento di vita.

La prima cosa che mi viene da dirti è che sicuramente tuo figlio è molto arrabbiato. Questo è un dato fenomenologico, senza alcuna implicazione, e probabilmente ha anche tutti i motivi per esserlo.

Partiamo quindi da questo tema, quello della rabbia, per dare una chiave di lettura ai suoi comportamenti.

Suppongo che ci siano diverse cose che lo facciano arrabbiare, e di conseguenza anche la tua domanda per me diventa la domanda di una mamma che, oltre ad avere i suoi guai, deve anche fare i conti con la rabbia del figlio.

E’ molto importante riconoscere e legittimare la rabbia dei bambini: invece che spaventarci, permettiamo loro di essere riconosciuti nel loro tentativo di esprimersi.

Il fatto che una triangolazione ci sia non è mai augurabile per un bambino: non è piacevole essere conteso tra mamma e papà come un trofeo di guerra, ed essere costretto a scegliere tra quello che dovrebbe essere un suo diritto inalienabile: l’amore di entrambi i genitori.

A lungo andare, infatti,  e di questo dovresti parlare con il tuo ex-compagno, a pagare il prezzo di questi giochi è proprio il bambino: troppo piccolo per difendersi, per elaborare una sua posizione, o per tirarsi fuori dal conflitto.

Non è in alcun modo corretto chiedere al figlio di esprimere una preferenza tra i due genitori, è anzi estremamente lesivo della sua integrità emotiva.

Non è altresì possibile considerare attendibile l’espressione di una preferenza da parte del piccolo, che mai si priverebbe, se gliene fosse data la possibilità, dell’amore di uno dei genitori.

In questo voglio rassicurarti, Daniela, perché se ti muovi come una mamma sicura, potrai più facilmente uscire dall’imbroglio in cui vi trovate.

Tuo figlio ti ama, e se il senso di colpa per un fatto che è avvenuto e che sta coinvolgendo anche lui ti attanaglia, pensa che valutare con questi parametri e con poca serenità ti disorienta e ti fa perdere la rotta esatta.

Penso che in questo momento tu sia una mamma spaventata, una donna ferita, una persona preoccupata. E’ legittimo, ma questi atteggiamenti non ti aiutano nel rapporto con tuo figlio, al quale invece serve serenità, coerenza, certezze.

L’amore per un figlio non chiede niente in cambio, ma nessuno può portartelo via.

Il rapporto tra genitore e figlio non è certo un rapporto simmetrico, sarai sempre tu dalla parte di chi si prende cura e detiene le responsabilità, ma comprendo bene che in questa situazione delicata e frustrante per tutti, la sofferenza si acuisce e distorce ogni percezione.

Sii forte e fiduciosa riguardo al tuo ruolo di madre, e vedrai che tante cose ancora puoi costruire insieme a tuo figlio.

Mi chiedi in cosa sbagli: per quel che posso giudicare dalla tua mail, non sbagli. Non è la severità, o meglio il rispetto delle regole, che ti toglierà la stima del piccolo, semmai invece la guadagnerai. Le regole, soprattutto in situazioni confusive come queste, danno a tuo figlio il senso dell’ordine e della stabilità.

Anche se si ribella, non importa. Se non ci fossero ne avrebbe la necessità.

Non avere paura, quindi.

Credo sia importante affrontare la situazione da adulti e tra adulti, lasciando fuori dalle dinamiche conflittuali vostro figlio, che ha diritto di crescere sereno, sano, e amato da entrambi: non è sua responsabilità, del resto, la vostra separazione, e se pur tutti hanno il diritto di separarsi, hanno invece il dovere di mantenere un livello di serenità e responsabilità nei confronti dei figli.

So che non è nelle vostre intenzioni ledere questi aspetti della vita di vostro figlio, ma il risultato è proprio questo, e di questo dovresti parlare con il padre del bambino.

Se il livello di conflittualità tra voi è molto alto, consiglio caldamente di rivolgervi ad un terapeuta che vi segua in una terapia di coppia, al momento da me giudicata piuttosto urgente per il bene del piccolo, non tanto per tornare insieme (affatto) ma per dare un sostegno alla vostra genitorialità che in alcun modo viene meno quando la coniugalità si interrompe.

Il tuo atteggiamento nei confronti di tuo figlio è certamente legato alle certezze su te stessa, sia come madre, sia verso il tuo ex-compagno, ed entrambi avete bisogno di qualcuno che vi sostenga nell’essere i genitori -separati- di questo bambino, e a dare coerenza a questo tema nella vita del piccolo.

Se il padre dovesse essere assolutamente contrario a questo percorso (cosa che raramente succede quando l’obiettivo è il bene del figlio), rivolgiti a delle associazioni che riguardano lo Spazio Neutro, un servizio svolto da molti comuni e da alcune associazioni private che crea possibilità di incontro tra genitori e figli in un contesto protetto e regolamentato che da un lato tutela i diritti del bambino e la sua serenità, dall’altro educa i genitori, ancora nuovi alla situazione della separazione, ad adottare i comportamenti più corretti per una relazione sana.

Come caso estremo, esiste la possibilità che soltanto tu ti rivolga ad un terapeuta, a sostegno della genitorialità.

In ogni caso, non togliete a questo bambino il diritto ad avere entrambi i genitori: con questo non mi riferisco ad un aspetto pratico che è quello di incontrarvi entrambi, ma a quello di farvi aiutare a separare ruoli, rancori, dissapori, che hanno un pò confuso le acque in questo momento.

Apprezzo molto il tuo modo di metterti in discussione, e di cercare il meglio per tuo figlio. Spero che in questo tu possa coinvolgere anche il tuo ex-compagno, e che la “guerra lasci solo cicatrici, e nuove vite da ricostruire, per il bene di ciascuno di voi, e soprattutto per il bene di un bimbo che in tutto questo si è solo trovato.

Autrice: Dott.ssa Marcella Agnone

Fonte: www.mammaimperfetta.it

 

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