EDUCARE I BAMBINI CON AMORE E RISPETTO
"Ogni volta che nasce un
bambino, nascono un padre e una madre. E da quel momento crescono insieme in
saggezza e virtù". Con questa premessa il pediatra
spagnolo Carlos Gonzàles, già autore del bestseller Besame mucho,
si occupa nel suo nuovo libro Genitori e
figli insieme (Il
leone verde) dell'educazione dei bambini dopo la prima infanzia.
L'autore e pediatra
spagnolo conferma l'approccio di Besame mucho, cioè che i bambini
sono essenzialmente buoni (e non furbetti manipolatori e capricciosi) e che le
loro necessità affettive sono importanti. Ai genitori spetta un chiaro compito:
quello di dare loro affetto, attenzione e di trattarli con rispetto e
gentilezza. Ecco la sua visione educativa in 10 concetti chiave.
1
I figli crescono in fretta. Godetevi la loro infanzia e non preoccupatevi di
piccoli problemi
I genitori devono
sempre tenere presente che quelli che oggi sembrano problemi insormontabili,
domani saranno aneddoti (ricordati magari con malinconia). "State
tranquilli genitori, presto il
vostro bambino smetterà di piangere di notte, imparerà ad andare in bagno,
smetterà di chiedervi di voler
stare in braccio, di chiedere infiniti perché. I bambini crescono, e noi con
loro. L'infanzia è fugace. Non lasciamo che
l'ossessione di correggerla ci impedisca di trarne piacere".
2
I genitori hanno un'autorità naturale sui figli ma va esercitata con rispetto e
gentilezza
E' un'autorità naturale, inevitabile, irrinunciabile. "Noi genitori
abbiamo autorità perché i figli ci amano tantissimo e desiderano obbedire. I piccoli sono molto contenti che siano i
genitori, che considerano molto forti e intelligenti, a prendere decisioni. I bambini piccoli vogliono
obbedire. I genitori devono prendere consapevolezza di questa loro autorità e
imparare ad impartire ordini in modo adeguato. Cioè con rispetto.
Quando nasce un
figlio bisogna impegnarsi a parlar loro con rispetto, dar loro informazioni o
istruzioni con educazione, riprenderli quando è necessario, ma senza astio, né urla. Ad esempio dire a un bambino:
"Attento, non toccare si rompe!" dirlo con tono gentile e con il
sorriso sulle labbra, è già riprenderlo, nulla di più. Ovviamente il tono
gentile e rispettoso va allargato a tutta la famiglia, al partner, ai vicini di
casa e agli sconosciuti. "Prendiamo
l'abitudine di chiedere per favore, di ringraziare e di sorridere: saremo più
felici e insegneremo ai nostri figli la maniera corretta di comportarsi in
società."
3
Non sprecate la vostra autorità per cose senza importanza
Non si possono rimproverare i figli, né si può imporre l'autorità quando si
tratta di cose senza importanza. Sia perché non è ragionevole, ma anche perché,
così facendo, si perde autorità.
"L'autorità è come il denaro: serve a ottenere
molte cose, ma più se ne spreca, meno ne rimane. Molti genitori
sprecano la loro autorità in questioni che non hanno nessuna importanza:
"Non mettere le dita nel naso, siediti dritto, finisci la verdura
ecc..."
A volte è un susseguirsi di ordini e divieti che diventano il sottofondo della
vita del bambino. Come farà il
bambino a distinguere, in questa valanga di ordini, quelli un po' più
importanti come "fa' i compiti" o "non giocare con l'accendino? Se
un bambino è abituato a sentirsi gridare "No!" ogni momento, arriverà
a un punto in cui non ci farà più caso, anche quando il genitore gli griderà di
non attraversare la strada che sta arrivando una macchina.
4
I bambini sperimentano cosa è giusto e sbagliato. Non prendetevela ma con amore
spiegate loro il comportamento corretto.
Spesso i genitori si arrabbiano molto perché i piccoli ripetono ciò che gli è
stato proibito. I bambini fanno questo non per sfida, ma perché
stanno sperimentando, vogliono
vedere la reazione dei grandi. "I bambini hanno bisogno di tempo per
imparare, come noi adulti del resto, e devono capire bene cosa è giusto e cosa
è sbagliato. Gli ordini degli adulti possono risultare contraddittori o poco
chiari".
Quindi il consiglio
è di reagire davanti all'ennesimo comportamento
sbagliato con calma e spiegare con rispetto e amore per l'ennesima volta come
si fa'; senza
andare su tutte le furie. Per tranquillizzarvi tenete a mente che con il
tempo il piccolo imparerà, ad esempio pensate che nessuno a dieci anni butterà
il cibo per terra e quasi nessuno lo farà a cinque anni. E ripensate al punto
1, che l'infanzia è un momento fugace. E se vi accorgete che faticate a
trattenervi prima di urlare e poi pentirvene: uscite
dalla stanza e tornate quando siete calmi.
5
Imparate dai pubblicitari e dai politici
"Bevete Coca Cola". Questo slogan pubblicitario è stato uno dei
massimi successi comunicativi mondiali. Prendete esempio. I
pubblicitari non si esprimono con violenza, né promettendo punizioni o premi.
Ma solo con la semplice ripetizione paziente e costante la maggior parte delle
persone obbedisce.
Un altro esempio è
la diplomazia dei politici. Quando le grandi potenze devono trattare con i
Paesi piccoli spesso cedono sulle questioni minori e insistono su quelle
importanti, in modo che il Paese piccolo possa sentirsi soddisfatto e
conservare la dignità. Se lo fanno le superpotenze, potete farlo anche voi
genitori: concentratevi sulle questioni importanti, lasciate correre quelle
minori.
6 I bambini hanno
bisogno di regole, ma non vanno insegnate come se fossero questioni di vita o
di morte
I bambini hanno bisogno della nostra
guida e del nostro aiuto per imparare a fare tutto, dal giocare al lavarsi i
denti. Ma
non si possono insegnare le regole minori, quelle legate a convezioni della
vita quotidiana, come se fossero questioni di vita e di morte. Non è la stessa cose se vostro figlio picchia un altro
bambino o se mette i piedi sul divano. In
quest'ultimo caso basta dirgli con gentilezza: "Togliti le scarpe prima di
salire sul divano perché si sporca". Dirlo, spiegarne il motivo e
ripeterlo con la stessa pazienza tutte le volte che è necessario. Scoprirete
che si può far smettere questo comportamento senza punire, urlare o picchiare,
semplicemente chiedendo con educazione, spiegandolo con pazienza e ripetendolo
senza stancarsi.
Nel caso in cui
vostro figlio stia picchiando un altro bambino, bisognerà intervenire in modo
più energico, trattenendolo fisicamente, allontanandolo e chiedendo scusa al
bambino picchiato. Infine spiegargli con calma che non si picchiano gli altri
bambini.
7
Se un adulto non mangia, non viene punito. Allora perché punire un bambino?
La punizione è del tutto superflua
nell'educazione dei figli. Innanzitutto
bisogna pensare che la stragrande maggioranza degli adulti non punisce gli
adulti. Se un amico fa qualcosa di sbagliato glielo si fa notare, ma non lo si
punisce. Quindi perché bisognerebbe punire un bambino se non lo si fa con un
grande?
Inoltre, se si va a
vedere nelle scuole, gli insegnanti più bravi e più rispettati dagli allievi
non sono quelli che minacciano punizioni.
I genitori hanno il diritto e il dovere di
porre regole ragionevoli, di insegnare le buone maniere e di farle rispettare. Ma non di punire. Soprattutto per
comportamenti che non implicano nessun reato. Se un bambino non vuole mangiare tutto,
forse non ha fame. Nessuno punirebbe un adulto perché non mangia. Quindi
lasciate pure che il piccolo non mangi.
Se un bambino non vuole mettersi il cappotto prima di uscire, non è per
dispetto, ma è perché in casa ha caldo e non è ancora in grado di capire che
fuori fa freddo. Sarebbe assurdo punirlo per questo. Piuttosto si può
portare fuori il bambino senza cappotto, così sentirà freddo e vorrà subito
indossare il cappotto.
8 Se un bambino fa
una cosa solo perché si aspetta un premio non imparerà a farla bene
Anche i premi sono inutili e
controproducenti. La
spiegazione dell'inefficacia dei premi si basa sulla distinzione tra
motivazione interna e motivazione esterna. Quando percepiamo di fare una cosa
perché ce l'hanno chiesta, ci hanno obbligati, ci hanno promesso un premio o
fatto pressione, la facciamo poco e male. Quando abbiamo l'impressione di fare
una cosa perché ci piace, ne abbiamo voglia o perché ci è venuta l'idea, la
facciamo di più e meglio.
9 Elogiate il
risultato e il lavoro svolto e non il bambino
Gli elogi non sono demotivanti come i premi
solo se fatti al risultato e al processo e non alla persona. Ad esempio anziché dire:
"Sei molto brava in matematica" meglio dire: "Hai studiato
molto" (elogio al processo), oppure: "Che bel voto che hai preso in
matematica" (elogio al risultato).
Gli elogi al processo e al risultato sono
motivanti: il bambino che ricevi elogi cerca di continuare a fra le cose bene.
Soprattutto se il genitore mostra un interesse reale.
Al contrario gli elogi generici alla persona possono
essere demotivanti. Lo
stesso vale per le critiche. Quando è necessario farne una, è importante farla
al processo o al risultato, mai alla persona. Chi crede di aver fatto meglio
qualcosa è più disposto a fare nuovi tentativi per ottenere risultati migliori.
Chi ha ricevuto critiche personali sembra pensare "non sono bravo, meglio
lasciar perdere, non sono capace".
Quindi il genitore devi abolire frasi come: "Sei un disastro"
"Non fai mai attenzione", "Che pazienza devo avere con te",
e sostituirle con frasi: "Dovresti finire di mettere via i
giocattoli", "Puoi rifare questa divisione?", "Attenzione,
le scarpe sono infangate, si sporcherà il divano".
"I nostri figli devono imparare fin da piccoli
che li valutiamo per il lavoro svolto, anche se non sempre raggiungono
l'obiettivo; che
i buoni risultati sono frutto del suo impegno e non di capacità innate; che di
fronte alle difficoltà è possibile riprovare invece di mollare."
10
Alimentazione: date voi genitori l'esempio mangiando cibi sani e non siate
assillanti se non finiscono le verdure
Oggi tra gli adolescenti c'è un problema obesità, dovuto principalmente
all'abuso di patatine, di bevande zuccherate e di cibi precucinati ricchi di
sale e grassi.
Ma per prevenire questi atteggiamenti i genitori non devono essere assillanti
con i piccoli insistendo perché mangino tutto e finiscano la verdura. "Quando ogni pasto diventa una battaglia, è
possibile che crescendo arrivino ad aborrire alcuni cibi per sempre. Se invece rispettiamo i
bambini, con gli anni, crescendo impareranno a mangiare un po' di tutto.
Inoltre è importante che i genitori diano il buone
esempio, preparino
cibi sani e
li mangino. "Mangiate voi le verdure e smettete di assillare il bambino.
Se in casa c'è solo cibo sano, i bambini mangeranno cibo sano. E se non
vogliono la pietanza di oggi, non insistete, non promettete, non minacciate e non offrite
alternative. Ad
esempio se non vuole i ceci, non offritegli uno yogurt. Se il bambino lo chiede
spontaneamente, dateglielo, altrimenti non proponetelo. Offritegli un buon esempio di alimentazione nei primi anni di
vita. Poi continuerà da solo."
Fonte: www.nostrofiglio.it
Paidòs Onlus
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