Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
"Sentirsi
abbandonati..."
‘’Ho paura di essere abbandonata...ho paura. Al telefono non mi rispondono più quando chiamo...’’.
‘’E se Natale lo passassi da sola?
Dimenticata da tutti? Non si possono lasciare i bambini o i ragazzi da soli...a
Natale’’.
Ogni sera,
recentemente, lo squillo interminabile di un telefono mi annuncia che lei è lì
sulla poltrona che attende, attende e attende che qualcuno risponda a quella
chiamata ma...nulla; stasera non v'è risposta.
Subito dopo
cena una ragazza mi chiede quando potrà vedere il ragazzo che vive in un altro
paese, quando potrà tornare a casa, quando potrà riavere fra le mani la sua
vita di sempre.
<<E se
Natale lo passassi qui? Dimenticata da tutti? Non si possono lasciare i bambini
o i ragazzi da soli...a Natale>>
Proprio oggi
in preda alla più romantica voglia di Natale, preparavo i biscotti e pensavo
agli addobbi, ai dolci, ai regali, alle sorprese nascoste sotto il mio
meraviglioso albero di natale ...proprio stasera quello stesso Natale mi ha
imposto un gran pena al cuore.
Io attendo
il Natale per i biscotti, per godermi la bellezza dei ricordi della mia
famiglia... perché il Natale si attende con gioia da che ero bambina. Stasera
una ragazza con gli occhi segnati e gonfi di pianto mi ha chiesto, andando
avanti di mesi, che ne sarà di lei...se quel giorno atteso tutto l'anno sarà la
sola a rimanere in casa famiglia.
Quel
telefono che squilla nell'attesa di una risposta.
Quel
telefono che squilla nella speranza che ci sia qualcuno lì per lei.
Quel telefono
il cui squillo almeno fa compagnia la notte prima di dormire.
Ed in un
secondo lo spirito del mio adorato Natale mi pare lontano anni luce seppure
oggi in me era così vivo.
<<Ho
paura di essere abbandonata Chiara...ho paura. Al telefono non mi rispondono
più quando chiamo...>>
Una ragazza
nella penombra di una stanza grida quelle volte in cui ottiene risposta; grida
l'ingiustizia di questa ‘reclusione’, grida la sua stanchezza, grida la sua
rabbia.
Una ragazza
stasera osserva la cameretta nuova appena arrivata che sarà montata per lei
l'indomani...la guarda e non la sente minimamente sua.
Il telefono
continua a squillare...
Stamane
pensavo al Natale con le sue luci, i suoi colori...la voglia di passarlo in
famiglia.
Stasera
penso alle parole che mi mancano nel vedere la paura di essere soli al mondo
negli occhi di una ragazza troppo giovane per vivere tutto questo.
L'indipendenza
è l'unica vittoria per lei...arrivarci sarà dura.
Spero che
domani la cameretta montata la accolga in un familiare abbraccio.
Lei non sa
che proprio in quella stanza montiamo il nostro gigantesco albero a dicembre.
Mai stanza
fu più appropriata, penso, per destinare il posizionamento dell'albero di
Natale e dei lumi, dei regali e della speranza che lo decorano...mai come
quest'anno spero che quel bagliore serva a donare un po' di luce nelle notti e
nelle paure buie.
Sentirsi
sole al mondo, a 16 anni.
Sono tanto
lontane quelle luci stanotte, persino l'odore dei biscotti alla cannella si è
dissolto nella memoria in rispetto di quello sguardo di stasera che fissava
quel maledetto telefono...
Dormono
tutte.
Ed io
penso...
Dott.ssa Pittari
Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
Paidòs
Onlus
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‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…
Un giorno abbiamo
deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una
giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i
giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose
giornate di pioggia.
Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di
rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo e danziamo col vento.
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