Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
SVEGLIATI
PRIMA CHE SIA TARDI
La realtà spesso è brutale, soprattutto quando sono gli altri ad aprirti gli occhi. Per te non ci sono state mai visite, biglietti d'auguri, regali. Non ci sono pensieri a Natale o al compleanno. Non ci sono mai pacchi di vestiti o incoraggiamenti per la scuola. La tua vita è nutrita dalle parole e dalle promesse non mantenute, e se qualcuno te lo fa notare, il mondo ti crolla inesorabilmente addosso.Un’altra struggente pagina tratta dal diario della nostra educatrice Chiara.
Suona il campanello, sento passi veloci che corrono sulle scale ed il
rumore di qualcosa che cade violentemente a terra, distruggendosi. Il suo viso
è paonazzo e gli occhi grondano lacrime a più non posso. L'altra ragazza è
arrabbiata e stranita per quanto sta accadendo; osserva la scena con gli occhi
sgranati.
<<Chiara voglio andarmene da qui, non me posso più. Devo
andarmene da qui!>>. Il suo zaino precipita sul pavimento, mi sembra
atterrito persino lui.
<<Parliamone un po', raccontami>> la mia mano accarezza
quella fronte sudata e quei capelli smossi dalle intemperie dei suoi movimenti
bruschi.
Si siede sul letto. Credo che sia la volta decisiva in cui vedo la
tristezza prendere forma e diventare umana.
<<Non doveva dirmelo!!!! Non doveva permettersi di insultare la
mia famiglia. Dice che non mi vogliono, che non mi prenderanno con loro. Sparla
di loro senza sapere. Come si permette di sparlare????!!! Ora sparlerò io di
lei! Eccome se lo farò!>>.
Scorgo con lo sguardo l'altra ragazza...vedo un volto serio,
irremovibile. Mantiene fra le mani pezzi e schegge di un telefono distrutto.
Ora tutto ha un senso.
<<Scommetto che ti ha detto di non illuderti. Scommetto che ti
ha detto che è meglio svegliarsi ora dall'illusione della famiglia felice prima
di schiantarsi contro la realtà e scommetto che ti ha detto che è meglio che
inizi a smettere di crederci nelle tue fantasie>>
Mi silenzio ed attendo.
Le lacrime scorrono veloci. Il viso si muove lentamente annuendo.
<<Non è sparlare questo...sai?
Alle volte ci sono cose che non vuoi sentirti dire perché fanno
male>>
A questo punto crolla. Di solito lei è arrabbiata e sbatte tutto e
scappa; oggi mi dà tanto l'idea di essere la persona più sola del pianeta.
La stringo a me.
<<Se ne sono dimenticati di me...se sono andati tutti>>.
Chiamo l'altra ragazza... so che lei è convinta di beccarsi un
rimprovero con i fiocchi; lo vedo nei suoi occhi fieri.
Si stranisce vedendomi così calma e così accomodante nel suoi
confronti. Mi guarda di sott'occhio per capire la situazione. Le chiedo
semplicemente di dirmi cosa fosse successo.
Un fiume in piena:
<<Le ho detto che la deve smettere di credere alle bugie di chi
dice che ci sarà e poi non c'è. Ma ti rendi conto che finito tutto mi dovevano
riprendere? Dove stanno? Tu li hai visti? No! Ora sta qui e può e deve pensare
a lei senza illudersi alle scemenze che le dicono. Sono mesi che non vengono i
suoi, i miei, dove stanno tutti? Dove sono? Deve svegliarsi ora perché poi fa
troppo male. A me avevano detto che non sarei stata da sola e guarda dove sono!
Deve mettersi in piedi e pensare al futuro e non aspettarlo dall'alto. Questo
le ho detto, non è stata una cattiveria, non sono cattiva!!! Voglio solo che
non si faccia male come me. Io ora so, non vorrei saperlo ma lo so; lo so che
se non vado a lavorare ora io resto con il sedere a terra così vado a lavorare
e così deve fare lei, deve reagire. Deve smettere di parlare delle fesserie.
Sparlare, non sparlare… ma basta con queste fesserie!!! Se vuole farle, che
faccia pure a me non interessa!! Deve saperlo però che se fa queste cose in
mezzo alla strada la distruggeranno; durerà un giorno e così la sua
spavalderia. La strada funziona così, io lo so bene e anche lei lo sa; si mette
solo nei guai e deve smetterla!! Basta! Pensasse al domani e ci pensasse
subito>>
Nei miei libri la chiamavano Peer Education...educazione fra pari.
In questa stanza ce ne sono due di cuori spezzati. Uno è talmente
tanto fragile che si è indurito al punto di essere schietto e tagliente per
paura di essere ferito. Uno è in preda alla tristezza del sentirsi soli e di sapere
che quelle parole sono maledettamente vere.
Non ci sono mai state visite per lei, biglietti d'auguri, regali. Non
ci sono pensieri a Natale o al compleanno. Non ci sono mai pacchi di vestiti o
incoraggiamenti per la scuola. La sua vita è nutrita dalle parole...parole che
non corrispondono mai alla realtà.
Due, in apparenza acerrime nemiche, sono più vicine oggi di quanto
pensassero e di quanto non lo siano, forse, mai state.
Guardo quel telefono a pezzi... È la sola cosa che aveva. Al suo
arrivo aveva una valigia e quel telefono che valeva per lei più di ogni altra
cosa.
Un'ora dopo sono seduta ad un tavolo e studio la Ginestra di Leopardi
con un'altra ragazza. La ascolto mentre parla:
<<Cresceva sui pendii della pietra lavica... cresce nutrendosi
di speranza se ci pensi. Di speranza di non cadere giù>>
La natura è così maligna: nascere, vivere e morire in un mondo che non
tiene conto dei sentimenti, di un mondo che ti porta alla ricerca di un piacere
illusorio che ti condanna all'infelicità di non raggiungerlo mai.
Eppure nonostante tutto al mondo c'è una pianta che si nutre di
speranza, che vive dell'impossibile. Penso che in questa casa coltiviamo
ginestre...piccoli fiori gialli crescono e hanno paura del mondo, tanta paura.
Eppure crescono.
Che ci sia un filo che collega questi turni...?
Certe volte mi dico di sì.
<<Il tuo capo innocente:
ma non piegato insino allora indarno
codardamente supplicando innanzi
al futuro oppressor; ma non eretto
con forsennato orgoglio inver le stelle,
nè sul deserto, dove
e la sede e i natali
non per voler ma per fortuna avesti;
ma più saggia, ma tanto
meno inferma dell'uom, quanto le frali
tue stirpi non credesti
o dal fato o da te fatte immortali>>
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
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‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…
Un giorno abbiamo
deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una
giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i
giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose
giornate di pioggia.
Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di
rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo e danziamo col vento.
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