Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
LE FIAMMANTI PAURE DI UNA RAGAZZA COSTRETTA A CRESCERE TROPPO IN FRETTA
Era da un po' che non scrivevo. Ultimamente i turni sono così
frenetici che spesso persino la mia mente entra in balia di quanto accade. Ho
compreso in questi mesi che un educatore deve necessariamente imparare a saper
gestire il tempo in una casa così movimentata e rumorosa, a domarlo cogliendo
gli attimi, quelli che si segnano sul diario delle consegne, quelli che si
fissano nella memoria, quelli che aiutano ad addentrarsi nel mondo di questi
ragazzi. Al pomeriggio liste infinite di compiti invadono la scrivania, la
colla a caldo e i cartoncini trepidano in attesa del prossimo lavoretto,
l'agenda richiama in rosso le relazioni da scrivere, gli incontri con i
servizi, le faccende da sbrigare, la cucina attende i banchetti infiniti che
mai saziano del tutto la fame implacabile delle nostre abitanti.
Questa è una casa che pullula perennemente di vita. Al mattino invece
le vocine delle più piccole si odono vivaci: <<Sono svegliaaaaa>>.
Il tintinnio delle tazze che incontrano i cucchiaini, il brusio di biscotti che
si tuffano nel latte e le ciabattine a coniglietto adagiate per terra sotto le
sedie sono le prove certe che la giornata è cominciata. Delle più grandi v'è
chi è mattiniera ed è già in bagno a prepararsi e chi invece è ancora a letto e
si nasconde infreddolita sotto la coperta. Come in un'orchestra ogni cosa qui
ha il suo ritmo e la sua parte; i grembiulini rosa sventolano sulle gonnelline
scelte la sera prima, orde di trecce si annodano dal capo penzolando ornate di
colori luccicanti, le merende volteggiano per la casa in direzione delle
destinatarie, gli zainetti attendono le loro bottigliette per essere posti
sulle spalle e tutta la frenesia circonda la casa in un walzer sfrenato...
Ogni cosa in questa casa prende vita; eppure fra tanta vivacità un viso
evade qualunque sguardo, i suoi occhi puntano in basso. Ogni sera quegli stessi
occhi raccontano, proprio come questa sera, le fiammanti e rabbiose paure di
una ragazza che viene sottoposta continuamente e senza tregua all'adultità più
sbagliata che possa esistere, quella corrotta dall'eccessiva e fasulla
consapevolezza di non sbagliare mai. Lei litiga, si arrabbia da anni ormai
gridando al mondo la sua indignazione per quanto le sia accaduto...solo che gli
adulti non capiscono.
A fine serata, osservo i caldi lettini, i vestiti preparati per
l'indomani, osservo le merende, e depongo nel mobiletto il libro che abbiamo
letto stasera prima della nanna. Le mie mani scorrono sulle pagine illustrate
ed i disegni prendono vita nella mia mente. Risuonano, mentre rileggo, nella
mia mente le parole della collega che mi ha ceduto il turno:<< Fa
l'incontro con i genitori ma sta lì seduta e non dice nulla oppure
esplode>>. Ogni suo tentativo combattivo o risolutivo rispetto la sua
situazione spesso viene deviato e deluso dai comportamenti onnipotenti degli
adulti che scaricano tutte le loro colpe sui ragazzi. Certe volte guardo quella
rabbia e quella delusione lottare incredibilmente contro la speranza che
diviene sempre più debole attraverso quegli occhi. La collega mi spingeva a
pensare che dobbiamo rafforzare l'idea del suo futuro, piuttosto che lasciare
che si perda nel presente, prima che si chiuda del tutto, prima che si perda in
quel mondo famelico di realtà e brutture e di poca fantasia e bellezza.
Quando è arrivata da noi il suo sguardo era timido; era molto piccola.
Oggi è cresciuta ma di quella grandezza frettolosa che spesso fa male; non si
possono avere in così tenera età tutti gli strumenti per affrontare tale
pesante complessità. <<Bisogna crescere per forza in fretta altrimenti la
vita ti ingoia, che ti pensi che non vorrei essere piccola ancora e non pensare
a tutto questo?!>> Una sera queste parole mi avevano raggelata. La verità
è che il futuro è tutto per questa ragazza e per questi bambini anche se è
stato deturpato o deriso dal passato. Stasera rientrata a casa, raccontava
della sua difficoltà a dire <<Quelle cose sdolcinate che si dicono ai
ragazzi, ma a me non escono però, a me piace sentirmi dire "dove sei? o
come stai?">>... ( Le sue spalle si curvano quasi a difendere il
corpo da quell'idea, muove verso la tovaglia il suo sguardo e poi incrocia il
mio che le sorride dolcemente) <<Queste sono le frasi che piacciono a me,
mi sanno di presenza>>. Quella bimba certe volte la rivedo nell'adulta
forte e corazzata dell'oggi. La rivedo quando mangia le crostate di marmellata
di cui va matta, la rivedo nel come socchiude gli occhi dopo la carezza che le
percorre la guancia prima di dormire, la rivedo quando rimbocca le coperte alla
bimba più piccola, la rivedo quando gesticola raccontando la sua giornata, la
rivedo nello sguardo ferito quando si accorge che le cose attorno a lei non
cambieranno perché gli adulti non vogliono cambiare. Domattina si alzerà per
ultima e serrerà il suo sguardo per indurirsi contro il mondo dinnanzi lo
specchio mentre si sistema i capelli; è diventata una sua routine di bellezza
questa.
Riosservo il disegno percorrendo con le dita il blu del mare e smuovo
le ali del grandi drago e penso a cosa sognino queste bambine e questi ragazzi
la notte. Mari in tempesta e draghi giganti...
Certe volte mi dico che vorrei entrare nei loro sogni per allontanare
quelle tempeste o forse per aiutarli a danzare con la pioggia e con i fulmini.
Certe volte mi dico che vorrei che la loro barca arrivasse al porto sicuro del
loro futuro. Certe volte invece mi dico che queste ragazze imparano a navigare
sin da piccole...devono imparare a farlo necessariamente; è la vita che glielo
impone.
Io, la mia collega... Possiamo solo navigare con loro ed imparare a
seguire le stelle, a giostrare le vele alla ricerca del vento e di nuove
destinazioni.
Domani inizia un'altra giornata.
La più piccina si muove nelle sua culla, la osservo mentre si rigira
sul fianco. Chissà su quali mari starà volando con la fantasia.
Intanto lei passa con il suo pigiama rosa confetto, mi sorride e
spegne la luce lasciando alle sue spalle un oscuro silenzio.
Certe volte il silenzio di questa casa fa più rumore dei tuoni di una tempesta.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
Paidòs
Onlus
dalla parte dei bambini, SEMPRE
www.paidos.it
Con l’Adozione a Distanza
accompagni un bambino nella sua
crescita
donandogli un’infanzia felice
dona tramite
bonifico su IBAN:
IT
51W 05385 78440 00000 0000 455
o tramite Carta o Pay Pal cliccando
su
https://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=DDR9Q4X5U5WAY
Mercoledì prossimo si rinnoverà l’appuntamento con
‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…
Un giorno abbiamo
deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una
giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i
giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose
giornate di pioggia.
Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di
rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo e danziamo col vento.
Nessun commento:
Posta un commento