Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
FORSE LA GUERRA E’ GIA’ ARRIVATA ANCHE
NELLE NOSTRE CASE
Fin da piccoli spesso impariamo che la
rabbia e la delusione possono passare solo attraverso la violenza fisica. Come
insegnare invece il rispetto degli altri, della società e di se stessi?
Solo qualche giorno fa: “Francy! Ma secondo te scoppierà la guerra? Arriverà anche qui?”…Eravamo sedute a tavola si parlava di quanto stesse succedendo nel mondo o di quello che sarebbe potuto succedere da lì a breve. Pensavo alle conseguenze che una guerra porta con sè, crisi economiche (questa in realtà già c’è), problemi sanitari (anche questa possiamo spuntarla, “ce l’abbiamo”), violenza, separazioni, lutti, traumi, sofferenza…le guerre hanno ripercussioni sugli adulti, ma soprattutto su bambini e ragazzi (mancanze, sofferenze e separazioni i nostri ragazzi le hanno già dovute subire). Alcuni dicono che a volte serve per portare la pace, per liberare…ma quegli ormai impolverati libri di storia mi hanno insegnato altro, la guerra è il fallimento dell’ascolto, del dialogo e della comunicazione a favore del vantaggio di uno o di pochi. Oggi mi ritrovo con una collega davanti ad un gruppo di ragazzi a cercare di mediare un litigio tra adolescenti, cerchiamo di capire le motivazioni, i fatti avvenuti, cerchiamo di creare un clima di ascolto, il rispetto delle regole della comunicazione, ma soprattutto il rispetto di ogni individuo in quanto persona. Arriviamo a sentire la parola “Scusa”, dette con difficoltà e forse non sentite profondamente, nonostante questo vengono pronunciate, forse una piccola parte di loro ha capito che a prescindere da tutto ci sono dei limiti che non vanno superati? Lo spero! Educare significa anche questo, rispondere al bisogno dei limiti che hanno i bambini e i ragazzi. Non è un dovere, è un loro bisogno avere dei limiti.
Ci accorgiamo però che
dall’altra parte non si aveva voglia di un chiarimento, di aprire un dialogo,
ma c’era voglia di una regolazione di conti, di un occhio per occhio dente per
dente. Tu mi hai dato degli appellativi poco carini io te ne do di più, tu mi
hai tirato i capelli io te li tiro a mia volta e così via…insomma lì in campo
c’era tanta tanta voglia di dar sfogo alla rabbia e FORSE non solo a quella. Ad
un certo punto, con calma, sento pronunciare frasi che mi fanno riflettere “Mia
madre mi dice sempre: “se fai qualcosa che non devi fare… poi ti prendi pure il
resto!”…”Se sai che poi le prendi per paura, poi non le fai più certe cose.”
Quindi il messaggio che passa
è che la frustrazione, la rabbia e la delusione possono passare solo attraverso
la violenza fisica. Un’azione intenzionata a ledere l’altro non va compiuta
perché l’altro comunque va rispettato in quanto persona, ma per paura di avere
io stessa il cosiddetto ‘paliatone’. E quando questi nostri figli saranno più
alti e più forti di noi genitori, tanto da poter creare un’inversione di ruolo?
Quale strategia sarà utile usare per insegnarli il rispetto degli altri, della
società e di se stessi?! Forse la guerra è già arrivata! Noi però nell’ascolto,
nel rispetto e nella comunicazione ci crediamo e continuiamo a seminarli anche
lì dove il terreno sembra arido…anche nel deserto possono nascere fiori. Le
luci sono spente…dormono tutte e nel silenzio della casa un ritornello mi risuona
nella testa:
…I fiori nel deserto/
a volte nascono/
pensavo non fosse così/
i fiori nel deserto a volte
sbocciano/
sconfiggono sabbia e polvere…
(cit. Max Pezzali I fiori nel deserto)
Dott.ssa Russo Francesca
(Psicologa, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
Paidòs Onlus
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‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori
appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi
educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo
scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in
nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo
pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a
tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia…
Un giorno
abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci
per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa
assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli
aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.
Raccontare è per noi un dono ed è
prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è
sempre da imparare, perché noi
danziamo e danziamo col vento.
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