Rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
L’IMPORTANZA
DI AVERE UNA CASA…FAMIGLIA
‘Ripenso spesso a quanto deve valere il calore di qualcuno che ti
protegge...che ti accarezza quando si ha paura... Un folle distrugge case, le
stesse case che ci hanno protetti durante la pandemia. Credevo avessimo
compreso il valore immane della parola "casa"...le mie ragazze ne
hanno contezza. Per loro il termine "casa" vale così tanto...per
altri invece così poco...tanto poco da dedicarci fuoco ed esplosioni.’
MONDIALE mi dico....mondiale.
Carrarmati, fucili d'assalto, edifici distrutti dalle traiettorie spietate
dei missili. Appartamenti comuni distrutti...
Penso ai proprietari che vedono sul proprio telefono le immagini del
proprio edificio ridotto ad un cumulo di macerie, perforato dalla smania
omicida di un folle e dei suoi folli progetti. La foto del matrimonio, la
coperta del lettino del proprio figlio, il quadretto del diploma o della
laurea... chissà cosa c'è rimasto in quello squarcio grigiastro. Una fitta allo
stomaco mi pervade, ripenso alla mia casa; al valore immenso che ogni singolo
oggetto ha per la mia mamma, per il mio papà. I ricordi e i sacrifici di una
vita...cosa proveremmo noi nel riconoscere in quelle macerie la nostra casa?
Sono talmente in sovrappensiero, che non mi accorgo che il polpettone ormai
ha preso una forma perfetta a furia di essere sistemato ed avvolto nella sua
carta forno. Non mi sono accorta neppure del rumore delle porte delle camere
che preannunciano il risveglio delle mie ragazze. Prima entra lei...ha gli
occhi un po' gonfi, come se avesse pianto.
<<Ehi...>> Il suo sguardo si muove dalle patate che cuociono
nel forno, al polpettone sul tavolo. Si muove lenta, si siede, prende della
cioccolata dalla dispensa e la mangia lentamente, quasi stesse nutrendo più
l'animo che lo stomaco ( ripenso alla scena di Harry Potter quando il professor
Lupin donava del cioccolato a Harry dopo l'incontro con i dissennatori).
Il suo sguardo ora è posato sul televisore e piano piano si muove verso di
me.
<<Ho avuto un incubo>>
Cerco attentamente le parole da dire e da NON dire:
<<Di nuovo mamma e papà...?>>
Annuisce debolmente.
<<I litigi...come la guerra>>.
Gli occhioni verdi sbirciano le immagini alla TV.
Man mano racconta il suo sogno. Non è facile per una ragazza così
giovane...in fondo non è facile per nessuno fare sogni così paurosi come
questi... ahimè così maledettamente veri.
<<I litigi, questo sanno fare i grandi...come qui>> il suo dito
indica la presentatrice del telegiornale.
<<Si litiga nel mondo e...dentro me. Sono pazzi questi adulti.
Guarda, vedi quei signori nella metro. E se mettono una bomba li?
Esplodono...anche i bambini! Come la mia sorellina. Sono PAZZI...come i miei.
Andrebbero educati tutti! Tutti!>>
Lei è una giovanissima adolescente e di cose brutte ne ha viste tante...
Qualche giorno fa maneggiava il depliant con i colori della vernice che
dobbiamo comprare, sceglieva la sfumatura di colori che vorrebbe per la sua
casa. Il dito passava sul lilla, sul rosa, su colori pastello. Sceglieva i
colori del suo mondo. Un mondo luminoso, chiaro sereno...dipingeva nella sua
mente la sua casa ideale, piena dei suoi affetti, dei suoi vestiti, dei suoi
disegni...
<<Questo mondo è nero...>> Finisce così il suo monologo.
Ripenso all'altro turno ancora...quella mattina la piccina aveva avuto un
incubo. Era rimasta in braccio per quasi un'ora...
Pensai a quanto deve valere il calore di qualcuno che ti protegge...che ti
accarezza quando si ha paura...
Ripenso a quella scena, ai colori di quel depliant, osservo questa casa che
ormai è preziosa come un album di ricordi per me.
Un folle distrugge case, le stesse case che ci hanno protetti durante la
pandemia. Credevo avessimo compreso il valore immane della parola
"casa"...le mie ragazze ne hanno contezza. Per loro il termine
"casa" vale così tanto...per altri invece così poco...tanto poco da
dedicarci fuoco ed esplosioni.
Spengo la TV, faccio partire la musica. Un po' alla volta entrano in cucina
per sbirciare il pranzo, per fare colazione... Parliamo, ridiamo. Ma La guerra
è lì, in quel televisore spento.
Chiederei a quei "grandi" piccoli uomini della terra...di
ascoltare quello che per le mie ragazze è il valore del calore di una casa.
Gli adulti...si, mi è stato insegnato che anche loro devono essere
rieducati.
Nel 2022 si parla di guerra mondiale...come quella dei miei libri ed io ho
paura...
Ancora una volta è la casa a proteggerci dal buio...se solo imparassimo a
prenderci cura di questo mondo...
Un po' di malinconia mista ad angoscia mi assale. Continuo fra il cambio
delle lenzuola...continuo a cucinare...
La chiamavano: "Casa-Famiglia".
Che siano sinonimi in fondo questi due termini?...credo proprio di si.
Qualcuno dovrebbe far capire questo significato a chi pensa solo alla
guerra...la supremazia dei folli è pericolosa e fa paura e queste ragazze di
folli ne hanno già conosciuti troppi...direi che potrebbe bastare così.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
Paidòs
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‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…
Un giorno abbiamo
deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una
giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i
giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose
giornate di pioggia.
Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di
rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo e danziamo col vento.
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