Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
HO PAURA
‘Ho paura
di dimenticare questa casa, ho paura di dimenticare te…’.
Nonostante le enormi difficoltà, questa bambina si è sentita a casa ed ora è spaventata dal suo futuro, ma ognuno di noi lascia parti di sé per fare posto al nuovo, all’ignoto, alla vita.
<<Ho paura di dimenticare. Ho paura di non ricordare niente, ho
paura che un domani non saprò più chi sei>>.
Credo che Voldermort avesse volutamente compreso solo la parte oscura
degli Horcrux. Lui aveva consapevolmente frammentato la propria anima e l'aveva
distribuita in 6 cose per lui richiamanti il potere e la gloria. Una settima
parte dell'anima l'aveva trasferita però ad Harry, senza volerlo, quando provò
ad ucciderlo e l'amore di Lily si frappose fra loro.
In camera, una luce fioca proiettava le nostre ombre distorte sul
muro; lei stringeva forte le sue mani attorno al mio busto lasciandomi quasi
senza respiro.
Il volto rigato da lacrime pesanti e copiose di tanto in tanto
singhiozzava. Ad ogni singhiozzo quell'abbraccio diventava sempre più stretto.
Il mio sguardo desolato si muove lento per la stanza ed indugia sulla
pila di libri ed albi illustrati che troneggia sul mobile in alto. Osservo
l'orsacchiotto enorme arrivato a Natale, il quadro con le foto appeso al muro.
Osservo i lavoretti esposti in bella mostra... Vivo quel momento ed
involontariamente ricostruisco i frammenti di una storia incredibile.
Quella stretta così forte, quelle lacrime, quella paura di
dimenticare.
"La paura di dimenticare"...Ho sempre pensato che chiunque
arrivasse in casa famiglia non volesse fare altro che dimenticarsene.
"Questa non è la mia casa"; è questa la frase sensata e
giusta, non di certo: <<ho paura di dimenticare questa casa e
...te>>.
Nel mentre della mia riflessione, nel mentre avverto quella fitta che
mi tormenta il petto ed i pensieri comprendo cosa stia straordinariamente
accadendo.
Harry Potter può essere qualunque cosa ma non un manuale per educatori
(o quasi). Eppure c'è qualcosa che stasera come non mai me lo richiama.
Una parte dell'anima può separarsi dalla propria interezza, mi dico;
credo che la prima parte di anima di questo piccolo esserino si sia distaccata
al momento del suo inserimento in comunità, forse quella parte si è ancorata
alla sua casa, al mondo che conosceva prima di venire qui.
Un'altra parte credo che un po' alla volta si sia distaccata
dall'intero per insinuarsi nelle pareti di questa casa o forse si sia rintanata
nei disegni o forse riecheggi nel suono lento e lontano di canzoni di
compleanno e ombre sfuggenti e passate proiettate sul muro.
E poi c'è una parte... Una parte credo che sia entrata nella mia di
anima.
Stasera mi sento un Horcrux, ma non nel senso oscuro del termine. Il
pianto di una bimba, anzi ormai di una ragazza, sta trasmettendo inconsciamente
il suo mondo, il suo modo di vedere le cose, la sua essenza più pura a... me.
Qualcosa di immensamente speciale si sta insinuando nella parte più profonda di
me promettendomi di custodirla.
Senza volerlo questa bambina sta compiendo qualcosa di straordinario e
di infinitamente non magico, qualcosa di reale: mi sta donando il ricordo di
qualcosa che si sta evolvendo, il ricordo di una persona che (ed è questa la
cosa straordinaria) "dopo tutto questo tempo", dopo tutte le
difficoltà si è sentita a casa proprio nel posto più lontano che c'è da una
"casa".
Questa sera io e questa casa siamo diventati Horcrux. Qualcosa di
immensamente puro e speciale si è distaccato da quel corpo esile; una parte
della sua anima si è legata alla mia ed altre ancora a questa casa non per
renderla immortale ma bensì...frangibile. Per fare in modo che la sua interezza
incompiuta possa assorbire qualcosa di nuovo, affinché possa crescere...ecco
perché si è frammentata.
Forse nella nostra vita dopotutto ciascuno di noi lascia parti di sé
stesso in una casa, in un libro, in una foto, su un campetto di calcio, in
un'amore non corrisposto. Ed è proprio questo che ci consente di andare avanti,
di fare posto al nuovo, all'ignoto... Alla vita.
<<Di una cosa sono certa: io non posso dimenticare perché non
posso cancellare i tuoi ricordi dalla mia memoria così come non posso chiedere
a questa casa di cancellare le ombre delle cose che sono state e che la rendono
così speciale e poi io non voglio dimenticarti! Sapere questo mi basta.>>
La mia voce rallenta parola dopo parola, le mie mani accarezzano quel
viso sottile. Sento la sua presa su di me diventare man mano più dolce e meno
rigida.
È questa la vera magia... Il legame che si crea nel mentre di un
abbraccio fra un educatore ed un bambino.
Osserviamo entrambe la parete arancione e ci sembra di rivedere le
ombre cinesi che facemmo sere addietro per inventare una storia che rendesse la
notte meno paurosa...
Riecheggiano nella mia mente quelle risate e lo scricchiolio di letti
che si muovono. Quelle risate rimarranno lì nascoste fra le luci ed alle ombre;
rimarranno dentro di me e dentro di lei.
Horcrux... O forse molto meno.
Ma di certo è stato qualcosa di speciale.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
Paidòs
Onlus
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‘Danzanti col vento...storie
e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…
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