Rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
LE NUOVE
OCCASIONI
Dietro l'apparente rabbia di un'adolescente o di un bambino, c'è spesso un'infinita paura di sbagliare e di non essere all'altezza delle cose. Dobbiamo imparare a capire cosa c'è dietro una espressione, un'emozione o
dietro la apparente voglia di mollare. E' importante per un ragazzo avere qualcuno che creda nel possibile e che non si
arrabbi per le loro rabbie o tristezze.
La vedo arrivare da lontano, visibilmente contrariata; la sto
aspettando per correre assieme a prendere le bambine a scuola.
Lei ha finito prima le sue lezioni e malvolentieri avanza a passi
pesanti verso di me, le gambe si muovono dando la parvenza di un cingolato
della grande guerra in preparazione per la posizione di attacco.
Stamattina alle 8:00 la ho accompagnata al suo corso di formazione;
oggi per lei era il primo giorno. Era allegra, emozionata ed incredibilmente
divertita da ogni cosa.
Sorrideva e muoveva lenta la mano fuori dal finestrino accarezzando il
vento; scriveva messaggi all'amica e visibilmente entusiasta scendeva dalla
macchina per correre al cancello, mi salutava allegra mentre io mi volgevo
sulla via del ritorno.
Adesso quel volto è totalmente differente; le sue espressioni sono
severe e contrariate; i suoi gesti sono netti e impostati.
La faccia è imbronciata e indispettita persino dal mio
"Ciao".
<<Mi hanno detto che devo andare anche il pomeriggio! Quindi ora
MI devo organizzare! Non posso PIÙ andare a pallavolo! te lo dico da
mo!>>
...
Abbastanza perplessa le chiedo la cosa più stupida che potessi chiederle:
<<Allora com'è andata??!>>
Due occhi di fuoco mi fulminano.
<< È andata BENE! Ma mi devo dare da fare sennò NON ce la faccio
e devo mollare pallavolo perché non posso fare anche quello. Io POI NON CI
RIESCO. E poi Ve lo dico da mo! non insistete perché ho già DECISO>>.
Sempre in balia dalla mia crescente stupidità le chiedo se le piace la
sua classe.
Normalmente è già una ragazza alta, ma dopo la mia domanda mi sembra
quasi che lo sia diventata ancora di più: mi sovrasta dall'alto della sua
incredula rabbia guardandomi torva.
<<Te l'ho DETTO! Siamo 15. Ma tu non ascolti!!!>>
(Non ha detto ASSOLUTAMENTE NULLA sulla sua giornata, io però intanto
ho iniziato a presumere di perdere memoria a breve termine.)
Rischiando per la mia incolumità, le dico di non preoccuparsi della
pallavolo e che quando avrebbe avuto informazioni sull'organizzazione
pomeridiana ci saremmo preoccupati del da farsi. A quella mia semplificazione
della gravità della sua situazione vedo il suo sguardo contorcersi, le sue
braccia si muovono veloci e gesticolando inizia a gridare: <<So IO cosa
fare! Non me lo dovete dire voi! Lo so io e so che non avrò tempo perché sennò
poi MI VIENE DA MOLLARE perché non ce la faccio a gestire tutto!>>
Premessa: lei adora la pallavolo.
Intanto che rifletto sulle mie capacità mentali lei continua a
sbraitare contro la mia adulta incapacità di comprenderla. Così, per tutto il
tragitto continua a fare monologhi sulla completa incompetenza degli adulti nel
comprendere la gravità delle cose.
Sedute a tavola per il pranzo cambia totalmente atteggiamento; da
circa 3 minuti è silenziosa e in attesa. I suoi occhioni mi guardano di tanto
in tanto, muovendosi dal piatto e arrivando fino a me; credo stia riflettendo
sul quanto potrei avercela con lei per quello che è successo prima.
( Nella mia testa rifletto su una frase lungimirante che la collega ha
scritto poco fa: "E' spaventata dalle cose nuove ed è per questo che va
nel panico; non è rabbia la sua: è paura.")
Rifletto più e più volte prima di parlare.
<<Sai, siamo tutti spaventati dalle cose nuove; fanno paura
proprio perché sono ignote e sconosciute. Per affrontare le paure dobbiamo dar
loro un nome o spesso dobbiamo buttarci nella mischia a capofitto per capire se
sappiamo mantenerci a galla. Non toglierti cose che ti piacciono semplicemente
perché PENSI di non farcela. Non ti dico MINIMAMENTE di NON avere ansia, ti
dico al contrario di sfruttarla per dirti che ce la puoi fare, che puoi
imparare a programmare, che puoi immaginare cose che potresti raggiungere invece
che cose in cui potresti fallire... O ancora scenari in cui potresti sbagliare
e a cui potresti rimediare. La paura di fallire può servire a cercare rimedi e
strategie e nel caso rende i piccoli successi inaspettati e
straordinari.>>
Le sue guance si colorano leggermente, riprendendo vita.
Dopo qualche istante di (spettacolare) silenzio inizia a parlare e a
parlare del suo corso, delle materie, delle cose che si fanno in classe, delle
sue compagne. Parla, parla e parla... Parla così tanto al punto che fa
infuriare la bambina che voleva raccontare tutta eccitata del suo
"Brava" in italiano e che per questo motivo si imbroncia. Le due
iniziano a battibeccare per avere l'egemonia del discorso. Ovviamente la grande
tenta di avere la meglio data l'IMPORTANZA del SUO racconto; conclude pertanto
la sua arringa finale, alzandosi dalla sedia a torreggiando sulle nostre teste
esordisce dicendo:
<<TANTO LO SAI CHE CHIARA È CONTENTA DEL VOTO! Ti dirà che si
parte dal 6 per arrivare chissà dove! E POI NON È CHE PUOI PARLARE
"SEMPRE" TU!>>
Considerando che lei sta parlando da circa un'ora interrottamente, e
che fra alti e bassi ha monopolizzato anzi INVASO qualsiasi tentativo di
discorso; dopo le sue parole ci guardiamo tutte negli occhi per pochi istanti
prima di scoppiare a ridere a crepapelle.
Persino lei cede finalmente e si mette a ridere risiedendosi a tavola.
Quel momento è durato pochi istanti ma credo sia stato meraviglioso.
Certe volte mi dico che dietro la apparente rabbia di un'adolescente o
di un bambino, c'è una infinita paura di sbagliare e di non essere all'altezza
delle cose. Certe volte dobbiamo imparare a capire cosa c'è dietro una
espressione, un'emozione o dietro la apparente voglia di mollare.
Certe volte mi dico che questi episodi rendono l'idea di quanto sia
importante avere qualcuno, a questa età, che creda nel possibile e che non si
arrabbi per le loro rabbie o tristezze.
Un ragazzo forse a questa età ha bisogno di chi veda nella tempesta le
possibilità di un'avventura alla ricerca di giorni di sole.
Questo non vale solo per i ragazzi delle comunità...
Abbiamo, pensando agli adolescenti e ai bambini, fra le mani il nostro
futuro fragilissimo che un domani dovrà imparare ad affrontare le difficoltà
che NOI adulti stiamo lasciando loro in eredità. Abbiamo fra le mani una parte
fragile ed in evoluzione del nostro mondo che dovrebbe crescere imparando a
credere nelle proprie e nelle altrui capacità, che non sia stato avvolto e
protetto dai dorati fili dell'onnipotenza, cullati dall'idea comoda dell'abbandono
delle idee o nutriti dai golosi incentivi al lassismo.
Abbiamo, in quanto adulti, il peso di dare ai ragazzi gli strumenti
più validi per le loro scalate, per le loro navigazioni, per i loro voli verso
il futuro. Il viaggio spetta a loro e a loro soltanto ma certe volte mi dico
che il sapere che alle spalle che c'è sempre il porto sicuro a cui fare ritorno
o la voce che sussurra di non arrendersi o di ricalcolare il percorso beh
allora quel viaggio fa un po' meno paura. Le tempeste sono pericolose si... Ma
nella vita arrivano per tutti, sotto forma di una fine di una relazione, di un
nuovo lavoro, di una perdita, di un insuccesso...
Educare un ragazzo ad affrontare e conoscere le proprie paure
significa educarlo alla vita che è in perenne fase ciclica di sole e pioggia.
Imparo a affrontare piccole cose che mi insegneranno ad affrontare pian piano
quelle più grandi...
Nella mente mentre sparecchiamola tavola penso alla canzone di
Jovanotti.
<<Ah beh sì beh vacci a credere te
Che è tutto sempre relativo come piace a me
Non sono qui per il gusto, per la ricompensa
Ma per tuffarmi da uno scoglio dentro all'esistenza
Non ho radici, ma piedi per camminare
Oh vita... Oh vita...
Nel tempo della paura, aspetto la fioritura.
Come posso io? Non celebrarti... Oh vita, oh vita.>>
Iniziamo i compiti va... Che il pomeriggio è lungo ancora.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
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Mercoledì prossimo si rinnoverà l’appuntamento con
‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…