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mercoledì 23 ottobre 2024

Le nuove occasioni

 Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

LE NUOVE OCCASIONI

Dietro l'apparente rabbia di un'adolescente o di un bambino, c'è spesso un'infinita paura di sbagliare e di non essere all'altezza delle cose. Dobbiamo imparare a capire cosa c'è dietro una espressione, un'emozione o dietro la apparente voglia di mollare. E' importante per un ragazzo avere qualcuno che creda nel possibile e che non si arrabbi per le loro rabbie o tristezze. 

La vedo arrivare da lontano, visibilmente contrariata; la sto aspettando per correre assieme a prendere le bambine a scuola. 

Lei ha finito prima le sue lezioni e malvolentieri avanza a passi pesanti verso di me, le gambe si muovono dando la parvenza di un cingolato della grande guerra in preparazione per la posizione di attacco.

Stamattina alle 8:00 la ho accompagnata al suo corso di formazione; oggi per lei era il primo giorno. Era allegra, emozionata ed incredibilmente divertita da ogni cosa.

Sorrideva e muoveva lenta la mano fuori dal finestrino accarezzando il vento; scriveva messaggi all'amica e visibilmente entusiasta scendeva dalla macchina per correre al cancello, mi salutava allegra mentre io mi volgevo sulla via del ritorno.

Adesso quel volto è totalmente differente; le sue espressioni sono severe e contrariate; i suoi gesti sono netti e impostati.

La faccia è imbronciata e indispettita persino dal mio "Ciao".

<<Mi hanno detto che devo andare anche il pomeriggio! Quindi ora MI devo organizzare! Non posso PIÙ andare a pallavolo! te lo dico da mo!>>

...

Abbastanza perplessa le chiedo la cosa più stupida che potessi chiederle: <<Allora com'è andata??!>>

Due occhi di fuoco mi fulminano.

<< È andata BENE! Ma mi devo dare da fare sennò NON ce la faccio e devo mollare pallavolo perché non posso fare anche quello. Io POI NON CI RIESCO. E poi Ve lo dico da mo! non insistete perché ho già DECISO>>.

Sempre in balia dalla mia crescente stupidità le chiedo se le piace la sua classe.

Normalmente è già una ragazza alta, ma dopo la mia domanda mi sembra quasi che lo sia diventata ancora di più: mi sovrasta dall'alto della sua incredula rabbia guardandomi torva.

<<Te l'ho DETTO! Siamo 15. Ma tu non ascolti!!!>>

(Non ha detto ASSOLUTAMENTE NULLA sulla sua giornata, io però intanto ho iniziato a presumere di perdere memoria a breve termine.)

Rischiando per la mia incolumità, le dico di non preoccuparsi della pallavolo e che quando avrebbe avuto informazioni sull'organizzazione pomeridiana ci saremmo preoccupati del da farsi. A quella mia semplificazione della gravità della sua situazione vedo il suo sguardo contorcersi, le sue braccia si muovono veloci e gesticolando inizia a gridare: <<So IO cosa fare! Non me lo dovete dire voi! Lo so io e so che non avrò tempo perché sennò poi MI VIENE DA MOLLARE perché non ce la faccio a gestire tutto!>>

Premessa: lei adora la pallavolo.

Intanto che rifletto sulle mie capacità mentali lei continua a sbraitare contro la mia adulta incapacità di comprenderla. Così, per tutto il tragitto continua a fare monologhi sulla completa incompetenza degli adulti nel comprendere la gravità delle cose.

Sedute a tavola per il pranzo cambia totalmente atteggiamento; da circa 3 minuti è silenziosa e in attesa. I suoi occhioni mi guardano di tanto in tanto, muovendosi dal piatto e arrivando fino a me; credo stia riflettendo sul quanto potrei avercela con lei per quello che è successo prima.

( Nella mia testa rifletto su una frase lungimirante che la collega ha scritto poco fa: "E' spaventata dalle cose nuove ed è per questo che va nel panico; non è rabbia la sua: è paura.")

Rifletto più e più volte prima di parlare.

<<Sai, siamo tutti spaventati dalle cose nuove; fanno paura proprio perché sono ignote e sconosciute. Per affrontare le paure dobbiamo dar loro un nome o spesso dobbiamo buttarci nella mischia a capofitto per capire se sappiamo mantenerci a galla. Non toglierti cose che ti piacciono semplicemente perché PENSI di non farcela. Non ti dico MINIMAMENTE di NON avere ansia, ti dico al contrario di sfruttarla per dirti che ce la puoi fare, che puoi imparare a programmare, che puoi immaginare cose che potresti raggiungere invece che cose in cui potresti fallire... O ancora scenari in cui potresti sbagliare e a cui potresti rimediare. La paura di fallire può servire a cercare rimedi e strategie e nel caso rende i piccoli successi inaspettati e straordinari.>>

Le sue guance si colorano leggermente, riprendendo vita.

Dopo qualche istante di (spettacolare) silenzio inizia a parlare e a parlare del suo corso, delle materie, delle cose che si fanno in classe, delle sue compagne. Parla, parla e parla... Parla così tanto al punto che fa infuriare la bambina che voleva raccontare tutta eccitata del suo "Brava" in italiano e che per questo motivo si imbroncia. Le due iniziano a battibeccare per avere l'egemonia del discorso. Ovviamente la grande tenta di avere la meglio data l'IMPORTANZA del SUO racconto; conclude pertanto la sua arringa finale, alzandosi dalla sedia a torreggiando sulle nostre teste esordisce dicendo:

<<TANTO LO SAI CHE CHIARA È CONTENTA DEL VOTO! Ti dirà che si parte dal 6 per arrivare chissà dove! E POI NON È CHE PUOI PARLARE "SEMPRE" TU!>>

Considerando che lei sta parlando da circa un'ora interrottamente, e che fra alti e bassi ha monopolizzato anzi INVASO qualsiasi tentativo di discorso; dopo le sue parole ci guardiamo tutte negli occhi per pochi istanti prima di scoppiare a ridere a crepapelle.

Persino lei cede finalmente e si mette a ridere risiedendosi a tavola.

Quel momento è durato pochi istanti ma credo sia stato meraviglioso.

Certe volte mi dico che dietro la apparente rabbia di un'adolescente o di un bambino, c'è una infinita paura di sbagliare e di non essere all'altezza delle cose. Certe volte dobbiamo imparare a capire cosa c'è dietro una espressione, un'emozione o dietro la apparente voglia di mollare.

Certe volte mi dico che questi episodi rendono l'idea di quanto sia importante avere qualcuno, a questa età, che creda nel possibile e che non si arrabbi per le loro rabbie o tristezze.

Un ragazzo forse a questa età ha bisogno di chi veda nella tempesta le possibilità di un'avventura alla ricerca di giorni di sole.

Questo non vale solo per i ragazzi delle comunità...

Abbiamo, pensando agli adolescenti e ai bambini, fra le mani il nostro futuro fragilissimo che un domani dovrà imparare ad affrontare le difficoltà che NOI adulti stiamo lasciando loro in eredità. Abbiamo fra le mani una parte fragile ed in evoluzione del nostro mondo che dovrebbe crescere imparando a credere nelle proprie e nelle altrui capacità, che non sia stato avvolto e protetto dai dorati fili dell'onnipotenza, cullati dall'idea comoda dell'abbandono delle idee o nutriti dai golosi incentivi al lassismo.

Abbiamo, in quanto adulti, il peso di dare ai ragazzi gli strumenti più validi per le loro scalate, per le loro navigazioni, per i loro voli verso il futuro. Il viaggio spetta a loro e a loro soltanto ma certe volte mi dico che il sapere che alle spalle che c'è sempre il porto sicuro a cui fare ritorno o la voce che sussurra di non arrendersi o di ricalcolare il percorso beh allora quel viaggio fa un po' meno paura. Le tempeste sono pericolose si... Ma nella vita arrivano per tutti, sotto forma di una fine di una relazione, di un nuovo lavoro, di una perdita, di un insuccesso...

Educare un ragazzo ad affrontare e conoscere le proprie paure significa educarlo alla vita che è in perenne fase ciclica di sole e pioggia. Imparo a affrontare piccole cose che mi insegneranno ad affrontare pian piano quelle più grandi...

Nella mente mentre sparecchiamola tavola penso alla canzone di Jovanotti.

<<Ah beh sì beh vacci a credere te

Che è tutto sempre relativo come piace a me

Non sono qui per il gusto, per la ricompensa

Ma per tuffarmi da uno scoglio dentro all'esistenza

Non ho radici, ma piedi per camminare

Oh vita... Oh vita...

Nel tempo della paura, aspetto la fioritura.

Come posso io? Non celebrarti... Oh vita, oh vita.>>

Iniziamo i compiti va... Che il pomeriggio è lungo ancora.

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

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