TI FA PAURA
IL FUTURO?
‘Ho paura
del mio futuro’…’e se non dovessi farcela da sola?’ . Queste sono le domande
che attanagliano una ragazza che si appresta a tornare in famiglia. Ma ancora
una volta, una canzone ci viene in soccorso.
Il film racconta attraverso lo schermo la sua storia, i piatti che si
scontrano con le forchette producono un leggero tintinnio. L'aria umida e
fresca entra dalla finestra; in generale è tutto tranquillo...forse troppo
tranquillo per i ritmi solitamente rumorosi di questa casa.
La piccola racconta la sua giornata muovendo le manine ed imitando i
gesti di tutto ciò che ha fatto all'estate ragazzi, dei suoi giochi, e del suo
pomeriggio di pioggia. Una delle grandi si affanna velocemente per mangiare
perché deve uscire ed il suo volto parzialmente truccato mi induce a pensare
che la povera amica che aspetta che sia pronta attenderà ancora per un bel
pezzo.
Tutto è sereno.
Uno sguardo colpisce la mia attenzione; è fisso sul piatto. La
forchetta spinge avanti ed indietro un chicco di riso...mi chiedo se lei si
aspetti di vedere se muovendolo in quel modo possa prendere vita. Le sue labbra
sono immobili ma di tanto in tanto vibrano, come se cercassero di nascondere il
tremolio tipico di chi sembra essere sull'orlo di un gran pianto. Di tanto in
tanto le sue pupille puntano nella mia direzione per poi tornare pesanti a
fissare il piatto. Il plumcake al cioccolato appena sfornato e bollente emana
tutto il suo calore spargendo vapore vicino alla finestra; lei ne annusa il profumo.
Le faccio silenziosamente segno di avvicinarsi a me; lei lentamente sposta la
sedia, si alza da tavola e non appena mi si avvicina allunga le mani attorno al
mio collo in un gesto istintivo. Si appoggia debolmente alla mia spalla e dopo
pochi instanti percepisco tutto il suo peso gravare sulle mie cosce.
Il suo fiato è interrotto da alcuni singhiozzi.
La mia mano accarezza dolcemente i suoi capelli e ad ogni tocco la
sento stringere sempre più forte le mani attorno alle mie braccia.
Dopo alcuni minuti di quell'abbraccio preparo una tazza di latte con
lo zucchero e le taglio, ponendogliela innanzi, una fetta di dolce ancora
caldo; so bene che il cioccolato sa fare miracoli alle volte. Lei senza dire
una parola lo beve tutto e divora il suo plumcake sorridendomi debolmente.
Lentamente si avvia in camera e si stende sul letto. Tempo fa acquistai una
lampada proiettore che distribuisce stelle e galassie sulle pareti della
camera; la sera quella luce proietta immagini di mondi lontani che spero impari
a conoscere con la fantasia e l'immaginazione e ci si perda viaggiandoci oltre
ed oltre. La accendo e lei segue con lo sguardo la nebulosa salire e
dissolversi oltre l'armadio; ho imparato a riconoscere i suoi sguardi così come
ho imparato a capire che sta crescendo in una velocità sorprendente.
<<Ti fa paura il futuro Chiara?>>
...
<<Beh si...>> Le rispondo.
<<Anche a me...>>
Cerco la sua vita sottile per darle un pizzicotto e finalmente la vedo
ridere...
<<Hai visto? Siamo in due ad avere paura così non siamo più sole
ad averne>>
Lei continua a sorridere per un altro po' e poi torna seria.
<<Ti ricordi la canzone che mi hai fatto sentire? Quella che fa:
"A modo tuo"... Significa che dovrò fare tutto io? Da sola? E se poi
non ci riesco?>>
<<Si...e no>> rispondo...mentre vedo l'ansia crescere e
riempire il suo sguardo.
<<Significa che imparerai a fare da sola, a scoprire, a
camminare, a cadere, a crescere ma saprai che ci sarà sempre qualcuno al tuo
fianco che sa che stai crescendo e farà il tifo per te.>>
Si porta il lenzuolino vicino alla bocca nascondendo quasi del tutto
il suo volto e con voce soffocata pronuncia una frase a bassissima voce.
<<Ti puoi dimenticare di me?>>
...
<<No>>
Le sue sopracciglia si rilassano nel sentire la mia risposta ma non si
distendono del tutto.
<<Perché?>> Chiede.
...
<<Perché quando hai voluto bene a qualcuno non puoi mai
dimenticarlo>>.
Le sue mani estraggono dalle lenzuola una lettera.
<<Questa è per te; però leggila quando le altre sono andate a
dormire>>.
Glielo prometto e le dedico qualche altra carezza mentre osservo i
suoi occhi chiudersi lentamente.
Mi alzo e spengo la luce cercando di non fare rumore... Sono quasi
sull'uscio della porta della cameretta quando una vicina flebile sospira ed
emette un leggero suono.
<<Ti voglio bene Chiara>>
Un calore mi avvolge il petto.
<<Ti voglio bene anche io>> rispondo silenziosamente.
Alle volte non servono le parole, serve solo una camera piena di
stelle.
Nella mia mente risuona la voce di Elisa mentre canta: "A modo
tuo"... Mentre ripenso alle parole: "e nel bel mezzo del tuo
girotondo non poterti proteggere ... sarà difficile ma sarà come
dev'essere" mi viene in mente un'altra canzone:
<<Chissà... Chissà domani... Su che cosa metteremo le mani...
chissà come sarà lui domani
su quali strade camminerà
cosa avrà nelle sue mani.. le sue mani
si muoverà e potrà volare
nuoterà su una stella...aspettiamo che ritorni la luce
di sentire una voce...>>.
La prossima volta le farò ascoltare anche questa.
Mi affaccio al balcone pensierosa.
Le nuvole si stanno dissolvendo lasciando alle stelle la possibilità
di esprimere il proprio bagliore.
"E Quindi uscimmo a riveder le stelle"
Penso che le stelle che appaiono dopo un cielo che minaccia tempesta o
dopo un momento oscuro sono sempre le più belle. Proprio come il domani che
certe volte si nasconde, come le stelle, oltre il cielo cupo delle paure...e
forse è proprio quell'oscurità che ci aiuta a vederlo meglio.
🎶...Aspettiamo senza avere paura...domani...🎶
Fischietto e penso all'ennesimo turno di notte che mi cambierà per
sempre.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
Paidòs
Onlus
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Mercoledì prossimo si rinnoverà l’appuntamento con
‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…
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