UN BAMBINO SERENO
E’ UN BAMBINO FELICE
Vivere e ridere vanno di pari passo. Theilhard de Chardin sosteneva che “La gioia di vivere è la più grande potenza cosmica!”.
La serenità crea uno stato emotivo che permette di vivere leggeri,
sani, solari. La serenità ci migliora sempre, mentre la tristezza ci
peggiora sempre.
Sono parole pesate quelle che diciamo; così pesate che Franco Frabboni
psicopedagogista dell'Università di Bologna ci avverte: “Se un bambino
non ride, bisogna preoccuparsi e se, nonostante tutti gli
sforzi non riusciamo a farlo ridere, è bene rivolgersi ad uno specialista”.
A conti fatti, si potrebbe dire che chi non ride, ha sbagliato a nascere.
Si potrebbe dire che vivere e ridere vanno di pari passo.
Uno dei più originali e acuti pensatori del secolo scorso, Theilhard de Chardin
sosteneva che “La gioia di vivere è la più grande potenza cosmica!”.
Alcuni dicono che il mondo è di chi si alza presto al mattino. Sbagliato!
Il mondo non è di chi si alza presto, ma di chi è felice di alzarsi!
Chi è felice di alzarsi vive; chi
non lo è, si lascia vivere. Insomma, è dovere passare alla serenità.
Ne va di mezzo la nostra crescita umana! Che fare, dunque?
Proponiamo alcune mosse concrete.
Evitiamo i trabocchetti
Non complichiamoci la vita. Perché crogiolarsi con mille ansie? Perché usare la
testa come portaspilli? Liberiamoci dai trabocchetti in cui tanti
inciampano con pesanti conseguenze per la serenità. La mente corre
immediatamente ai tre trabocchetti più frequenti nei quali cadono i genitori
d'oggi.
• Primo trabocchetto: il trabocchetto del 'bambino da manuale'.
Sul libro di Psicologia è scritto che il piccolo a tre mesi deve fare il primo
vero sorriso; al termine dell'anno deve iniziare a parlare; dopo otto minuti
dalla pappa, deve fare il ruttino... “Ma il nostro non si comporta così!
Sarà anormale?”.
• Secondo trabocchetto: il trabocchetto del 'bambino del vicino':
“Quello sì che è bravo! Studia, ubbidisce, aiuta, non come il nostro che...”.
• Terzo trabocchetto: il trabocchetto del 'bambino televisivo'.
Il bambino televisivo è sempre perfetto: intelligente, biondo, non suda mai,
non fa capricci. “Il nostro, invece, è un disastro!”.
Perché abboccare? Il bambino da manuale è un'astrazione che si trova solo sulla
carta. Il bambino del vicino potrebbe essere un'illusione: il prato che confina
con il nostro potrebbe essere artificiale. Il bambino televisivo è, quasi
sempre, una truffa interessata.
Insomma, godiamoci il nostro bambino che è un capolavoro come lo sono tutti
(ognuno in modo unico e irripetibile!) i bambini del mondo!
Godiamoci le gioie senza soldi
Vi sono occasioni di felicità sparse ovunque, lungo tutta la giornata che non richiedono
soldi.
Nulla è più facile che esemplificare:
• Guardare un bambino che ride.
• Accarezzare chi ci ama.
• Ritrovare un oggetto che avevamo smarrito.
• Sentire lo squillo del telefono quando si è innamorati.
• Ricevere gli esami fatti all'ospedale, attestanti che non vi è da
preoccuparsi per niente.
• Svegliarsi dopo aver dormito bene.
• Contemplare il tramonto.
• L'onda calma del mare che mi accarezza i piedi.
• La trasparenza di un lago alpino.
• Il sussurro delle foglie sugli alberi.
• La coda dello scoiattolo.
• La trota con i puntini rossi.
• La simmetria delle stelle marine.
• Sentire il canto del cardellino che, dopo il lungo inverno, annuncia l'arrivo
della primavera...
L'elenco potrebbe benissimo continuare.
Grazie a Dio vi sono nel mondo i germi gratuiti di felicità sparsi ovunque.
Chi è saggio li trova e li assapora per dare ossigeno alla gioia di vivere, la
potenza più forte del mondo, capace di fare della terra la prova generale del
paradiso.
Spargiamo gioia
Molti lettori, forse, ricorderanno il noto frate francescano che parlava alla
televisione, Padre Mariano. Ebbene, questo padre che incontrava la simpatia di
tutti, aveva un meraviglioso motto di sole quattro parole: “Dare gioia, che
gioia!”. Verissimo!
La gioia è una merce strana; più ne dai e più ne hai! Più la dividi e più si
moltiplica. La semini nel giardino del vicino e la vedi fiorire nel tuo!
Lo scrittore e patriota Nicolò Tommaseo riassumeva tutta la sua filosofia sulla
gioia in questa frase: “Il più felice dei felici è chi fa altri felici”.
Gesù era stato ancora più sintetico: “È più bello dare che ricevere” (At
20, 35).
D'ora in poi, dunque, non è più il caso di chiedere d'essere felice, basterà
chiedere d'essere utile: la gioia verrà data per giunta... e sarà un passo da
gigante sulla strada del nostro farci uomini umani!
PASSA PAROLA
• Un sorriso fatto ai vivi è meglio di una fontana di lacrime sparse per i
morti.
• A tavola una bella risata è la miglior portata.
• La gioia non ha bisogno di sbornie!
• Se riesci a riderci sopra, vuol dire che tutto andrà a posto.
• Il successo è avere ciò che si vuole. La felicità è volere ciò che si ha.
• Vi sono uomini che lavorano anni per appiattire la pancia e non fanno il
minimo sforzo per imparare ad essere felici. Dov'è finito il buon senso?
• La preghiera più urgente, oggi: “Signore, fa che i cattivi diventino buoni e
i buoni diventino simpatici!”.
Autore: Pino Pellegrino
Fonte: www.biesseonline.sdb.org
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