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mercoledì 14 gennaio 2015

Paura di crescere

PAURA DI CRESCERE

"Di fronte alla sfida dell'adultità, molti giovani fanno fatica a superare la paura di crescere, sperimentano con sofferenza tutta l'incertezza e la precarietà della loro condizione e dilazionano il superamento di quella "linea d'ombra" che separa la spensieratezza dell'adolescenza dalla condizione inedita dell'essere adulti.


"Dove sarò domani? Chi sarò? Avrò il coraggio di prendere decisioni significative per la mia vita e di assumere la guida di quella nave che solo io posso condurre per mare?". Domande ricorrenti, martellanti, comuni a tanti giovani che, nel passaggio cruciale verso l'adultità, sperimentano la paura di prendere il largo, l'ambivalenza di una condizione carica di incertezza e, al tempo stesso, di aspettative, il timore e insieme il desiderio di mettersi alla prova, di testare le proprie competenze esistenziali, di sentirsi unici artefici del proprio destino. Farsi carico di scelte impegnative e accettare la responsabilità di portarle avanti fino in fondo, a volte, può spaventare. Significa fare un salto nel vuoto, prendere coscienza della necessità di cambiamenti importanti, decidersi finalmente a varcare quella "linea d'ombra" che separa la spensieratezza dell'adolescenza dalla condizione inedita dell'essere adulti.
In una società in cui sembra ormai prevalere l'etica della superficialità e del disimpegno, quello della responsabilità appare come un valore esigente, controcorrente. È forte la tentazione di adeguarsi al clima generale, rifuggendo da scelte definitive o troppo impegnative, optando per un'esistenza a responsabilità limitata, fatta di compromessi, di decisioni revocabili, di continue dilazioni. Certo, per molti giovani, la precarietà di un'esistenza vissuta alla giornata, senza possibilità di fare progetti a lungo termine, è frutto di una scelta obbligata, amara conseguenza dell'assenza di certezze sul piano economico e professionale come su quello affettivo ed esistenziale. Si è così abituati a vivere in bilico sul filo di un presente incerto e provvisorio che la capacità di guardare al futuro, oltre l'orizzonte limitato del contingente, finisce con l'atrofizzarsi sempre più, soffocata dal disincanto, dalle frustrazioni, dalla logica del "così fan tutti".
Ma spesso la difficoltà oggettiva di assumere impegni duraturi può diventare un alibi per rifuggire dalle proprie responsabilità, per dilazionare una scelta di vita che si avverte come irreversibile o troppo gravosa, per ritardare il passaggio verso l'adultità, rimanendo indefinitamente nel limbo di un'eterna adolescenza.
Farsi carico della responsabilità del proprio futuro, accettare di correre il rischio di mettersi in gioco può fare paura. Eppure è anche la manifestazione più alta della propria libertà, di un protagonismo e di una capacità di autodeterminazione che soli danno dignità all'esistenza umana, della tensione verso un essere di più che costituisce lo stimolo più forte a lasciarsi alle spalle ogni incertezza e a levare finalmente l'ancora per partire alla scoperta di «questa realtà difficile da interpretare, ma bella da esplorare».


La linea d'ombra, la nebbia che io vedo a me davanti
per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio
e a non saper immaginar quello che trovo.
Mi offrono un incarico di responsabilità
portare questa nave verso una rotta che nessuno sa
è la mia età a mezz'aria in questa condizione di stabilità precaria...
... Il pensiero della responsabilità si è fatto grosso
è come dover saltare al di là di un fosso
che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato
saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto
di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura:
cosa sarò? dove mi condurrà la mia natura?
Arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisione
e adesso è questo giorno di monsone
col vento che non ha una direzione
guardando il cielo un senso di oppressione
ma è la mia età dove si sa come si era e non si sa dove si va...
... Mi offrono un incarico di responsabilità
non so cos'è il coraggio, se prendere e mollare tutto
se scegliere la fuga o affrontare questa realtà
difficile da interpretare, ma bella da esplorare
provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare.
Mi offrono un incarico di responsabilità
domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire
getterò i bagagli in mare, studierò le carte e aspetterò di sapere
per dove si parte, quando si parte
e quando passerà il monsone dirò: "Levate l'ancora, dritta avanti tutta
questa è la rotta, questa è la direzione, questa è la decisione!".

(Jovanotti, La linea d'ombra, 1997)

Autrice: Alessandra Mastrodonato
Fonte: Il Bollettino Salesiano gennaio 2014

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