Paidos Onlus

Paidos Onlus
Paidos Onlus dalla parte dei bambini,SEMPRE

martedì 28 novembre 2023

La paura da non fuggire

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

LA PAURA DA NON FUGGIRE

Giulia poteva essere mia figlia, ma anche Filippo poteva essere mio figlio, ognuno con le sue fragilità, diverse ma tutte straordinariamente importanti, ed ho avuto paura!

All’inizio sono rimasta turbata, e questo non mi ha sorpreso: l’attesa, il timore di un epilogo drammatico, la speranza di una risoluzione che tranquillizzasse tutte le nostre coscienze al riparo dall’orrore.

Poi sono rimasta sconvolta, e  anche questo non mi ha sorpreso: il clamore mediatico, l’indignazione collettiva, l’onda emotiva che ci restituisce alla nostra umanità certa, al sicuro dalle mostruosità altre.

Alla fine ho avuto paura, e questo mi ha sorpreso: perché paura al sicuro della “normalità” dei miei affetti, delle mie certezze?

E quante volte ho ascoltato storie, condiviso vite trasudanti sofferenza, dolore, ferite sanguinanti di traumi passati e presenti. E ogni volta facendo il mio poco, il mio piccolo, quella goccia insignificante alla ricerca di un senso. E ogni volta quella timida certezza di riconoscere le dinamiche, gli ambienti, i presupposti di vita e di condizioni che possono generare la violenza, subita ed agita, vicina ma sempre lontana, non appartenente.

Ma questa storia no, fuori dagli schemi a cancellare certezze: giovani universitari “normali”, ragazzi che si affacciano alla vita pieni di progetti e di speranze, senza degrado, senza ambienti malsani.

Giulia poteva essere mia figlia, ma anche Filippo poteva essere mio figlio, ognuno con le sue fragilità, diverse ma tutte straordinariamente importanti. Quanto riusciamo a intravederle? Quanto le filtriamo attraverso la paura di non riuscire ad affrontarle e i sensi di colpa placati dall’autorassicurazione sull’età, sull’esserci passati tutti, sul tempo che guarisce? Dove finisce la paura e comincia la speranza?

Dove il senso di impotenza e la fiducia?

Sono inchiodata qui, a chiedermi se i miei occhiali mi permettono di vedere ancora, a interrogarmi su cosa ci manca per esserci e per restare nelle vita dei nostri figli, perché ora l’ho capito che è giusto avere paura:  perché Giulia sono io, perché Filippo sono io.

Dott.ssa Roberta Monda

(Psicologa, Cooperativa Paidòs)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 03W0538578440CC1570000455

www.paidos.it

 

Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia


mercoledì 22 novembre 2023

Roba da maschi, roba da femmine

 ROBA DA MASCHI, ROBA DA FEMMINA

Non è il tingere di rosso una panchina, non è il porre le scarpe con il tacco per le vie delle città, non sono i progetti volanti che salvano dalla violenza... è l'educazione.  È quella che rende "umani". 

Ripensavo ad un episodio a cui assistetti qualche mese fa; un bambino, poteva avere una decina d'anni, voleva tanto acquistare un braccialetto dalle sfumature rosa e celesti da una bancarella. Chiese di poter avere quello invece che quello di cuoio che i suoi genitori volevano per lui. Entrambi i genitori con profondo divertimento e disprezzo esordirono un secco "NO" a quella richiesta: <<È roba da femmine, che sei impazzito!?, smetti di frignare come una femminuccia e prenditi quello da maschio!>>. Il bambino si rigirò fra le mani quel braccialetto in cuoio e guardò con passione ed al tempo disprezzo quello rosa e celeste che tanto avrebbe voluto. In quel momento credo che quel bambino abbia compreso che la roba da "femmine" fosse qualcosa da detestare nel momento stesso in cui quella stessa cosa tanto ambita non poté essere sua.

Ripensavo quando all'asilo una madre strappò dalle mani l'albo illustrato che spiegava i sentimenti dalle mani di un bambino perché non si poteva abituare a quelle cose "sdolcinate", doveva pensare alle cose serie; ricordo ancora che andò a protestare dal titolare per le mie incapacità "didattiche".

Ora a distanza di mesi, rileggo una notizia come tante, l'ennesima ma non l'ultima e ripenso a quello sguardo.

Da un po' di tempo, da quando sono educatrice e soprattutto dopo gli ultimi anni della mia vita mi sono resa conto dei danni reali, effettivi, gravi che generano gli approcci DISeducativi centrati nella differenziazione (non in positivo) dei comportamenti "ottimali" per un maschio e per una femmina e soprattutto all'analisi di cosa accade se non si rientra in quei canoni comportamentali.

Se la "femmina" non è prodiga all'ammonimento sacrale che la invoglia ad un atteggiamento mansueto e sottomesso, se ha un passato, se ha esperienza, se è colta, se sa riconoscere il sbagliato è...un pericolo; un pericolo serio da nascondere perché ribelle.

Se il "maschio" non è prodigo ai solidi atteggiamenti militareschi, prevaricanti, privi di "sentimentalismi"( così li chiamano con disprezzo), se ha avuto tante esperienze con tante donne ( tutte necessarie per capire quanto fossero "poco di buono" e non adatte alla protezione ed al controllo che invece il grande uomo sa dispensare) allora è "frocio, debole, si fa mettere la gonnellina, non è un vero uomo, un mezzo uomo, un omuncolo, uno che frigna come una femmina".

Educare i bambini alla gestione dei sentimenti, delle emozioni, educare i bambini ai "No", educarli in modo che non si credano esseri onnipotenti, prevaricanti, patriarchi, oppressori, è necessario tanto quanto educare le bambine alla rivoluzione, alla sapienza, alla libertà. Solo uno dei due approcci non basta. Non è il tingere di rosso una panchina, non è il porre le scarpe con il tacco per le vie delle città, non sono i progetti volanti che salvano dalla violenza... è l'educazione.

È quella che rende "umani".

Pubblichiamo ogni giorno immagini di donne con il volto coperto che piangono per la violenza subita e però a scuola ci sono ancora i giochi "da maschio e da femmina". (Altre reminiscenze dei libri didattici dell'asilo: disegna nel cerchio i giochi da femmina e quelli da maschio; inserisci nell'elenco i mestieri da femmina e quelli da maschio).

A casa si gioca ancora a crescere piccoli re che debbono avere tutto e subito.

La politica racconta ancora che c'è un solo tipo di famiglia e di sana genitorialità.

Il solo pensiero che ai bambini "maschi" venga "indottrinata" l'educazione all'affettività o che l'educazione sessuale si insegni a scuola è ancora aberrante per le famiglie "per bene, quelle con sani principi di moralità".

Per strada una ragazza giace a terra infreddolita violentata da 7 ragazzi contemporaneamente ed esposta al delirio mediatico come quella che "se la va a cercare perché ubriaca".

Una signora in un film viene presa a calci e pugni mentre "danza nella normalità dell'equilibrio domestico con suo marito".

Una ragazza giace sul fondo di un lago priva di vita.

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it


mercoledì 15 novembre 2023

Il film della Cortellesi è tremendo, ma va assolutamente visto

 Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

IL FILM DELLA CORTELLESI E’ ‘TREMENDO’ MA VA ASSOLUTAMENTO VISTO

Nel film c'è la musica che attutisce il colpo di uno schiaffo, c'è la danza che rende meno grave l'impatto delle botte, eppure quelle scene sono il racconto di una bimba che in preda agli incubi, raccontava di un mondo senza musica, senza danza, senza libertà, di un mondo in cui non aveva diritto di contare.

Ho iniziato ad osservare la piacevolezza di una proiezione in bianco e nero al cinema e mi sono sentita entusiasta; ho sempre adorato i film in bianco e nero, ne ho visti a iosa ma è rara, per la mia età, la possibilità di vederli al cinema.

Ho iniziato a guardarlo a cuore leggero, sapendo per sommi capi la tematica trattata, però immaginavo fosse attenuato dall'ironia, dalle battute o non so cos'altro.

La verità è che nel mentre la storia si addentrava fra le parole "stai zitta", "ma che ne vuoi sapere tu", "tu sei femmina, a scuola ci va lui che è maschio" risentivo le parole delle mie nonne, di mia madre...delle ragazze della Casa Famiglia.

L'ironia c'è, c'è la musica che attutisce il colpo di uno schiaffo, c'è la danza che rende meno grave l'impatto delle botte, eppure quelle scene erano il racconto di una bimba nel pieno della notte che in preda agli incubi raccontava di un mondo senza musica, senza danza e senza la bellezza del bianco e nero.

"Scappa, ti prego, scappa" è quello che pensavo mentre la storia proseguiva nel suo racconto, mentre nella mia mente frammenti di immagini di nonne che raccontavano il perché non potevano andare a scuola, il perché da bambine non dovevano imparare a capire, "Ero femmina, non spettava a me studiare". Ricordo lo sguardo delle mie nonne quando studiavo all'università, forse era la loro parte bambina e recondita che urlava a squarcia gola quanto valesse quel mio studio. Ricordo il modo in cui una di loro mi stringeva il braccio sorridendomi quando le dicevo di aver passato un esame. Una di loro collezionava libri, libri di ogni tipo: di filosofia, antropologia, romanzi, trattati di politica, riempiva la casa di libri e forse quello era il suo modo silente per rivalersi su quel sistema che voleva allontanarla dallo studio ad ogni costo. Pensavo alla presa di posizione di mia madre che a 18 anni da sola se ne partiva per un lavoro al nord, indossava la minigonna, lavorava giorno e notte con il pancione al nono mese di gravidanza e non aveva sconti sulla sua mole di lavoro.

Pensavo alle bimbe che sono accolte fra le mura della Casa Famiglia, e a tutte quelle storie di violenza che sono passate per di là.

Le lacrime sgorgavano come non vi fosse un "domani".

Forse sono lontani i tempi della guerra in Italia, forse sono lontani i tempi dei cortili, dell'impostazione sociale patriarcale... Ma non sono lontani i tempi della violenza, del "tu non puoi", del "tu non devi" "del tu sei MIA e fai quello che dico IO", "te ne pentirai se OSI disubbidire", "con le amiche non esci", "hai avuto esperienze, sei stata una poco di buono", "non sei essenziale", "avrai delle conseguenze ", "fai le cose SOLO per farti vedere", "Ti trucchi e ti metti i tacchi perché così gli uomini ti guardano", "prendi esempio dalle altre "QUELLE sono DONNE, stanno al loro posto, non TU"... Non c'è ironia capace di tamponare le frasi che scorrevano impietose nella mia mente e nei miei ricordi.

<<Stringiamo le schede, come lettere d'amore...>> Quanto doveva valere quella scheda, quel momento, quel "potere" di decidere, forse non riesco neanche lontanamente a comprenderlo.

È inutile dire che la Cortellesi è straordinaria in tutto ciò che la rappresenta, eppure questa volta e se possibile è riuscita a salire un gradino più su della spettacolarità.

È solo un voto.

Nei miei libri si chiamava il diritto di "contare".

Questo film è TREMENDO, ed è proprio per questo che BISOGNA vederlo.


Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it

 

Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

mercoledì 8 novembre 2023

9 consigli per fare i compiti con i figli

 Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

9 CONSIGLI PRATICI PER FARE I COMPITI CON I FIGLI 

Fare i compiti è un'attività che può essere molto stressante sia per i bambini che per i genitori. I bambini spesso si lamentano di non avere voglia di studiare, di trovare i compiti difficili o di non sapere come svolgerli. I genitori, invece, possono sentirsi frustrati nel dover aiutare i figli e nel non essere sempre in grado di capire cosa sta succedendo.

Alcuni dei problemi più comuni che i genitori si trovano ad affrontare quando i figli devono fare i compiti sono:

  • Il bambino non vuole fare i compiti. Questo è un problema molto comune, soprattutto nei bambini più piccoli. I bambini possono trovare i compiti noiosi, difficili o semplicemente non avere voglia di studiare.
  • Il bambino non sa come svolgere i compiti. Anche questo è un problema molto comune, soprattutto nei bambini che stanno imparando nuove cose. I bambini possono avere difficoltà a capire le istruzioni, a trovare le informazioni necessarie o a risolvere i problemi.
  • Il bambino si distrae facilmente. I bambini hanno una soglia di attenzione limitata, quindi possono facilmente distrarsi quando devono fare i compiti. Le distrazioni possono essere di qualsiasi tipo, come la televisione, i videogiochi, i fratelli o le sorelle. 

Ma come possiamo aiutare i bambini a fare i compiti evitando capricci e inutili tensioni? Ecco alcuni consigli pratici.

  • Crea un ambiente di studio tranquillo. Il bambino dovrebbe avere un posto dove studiare senza essere disturbato da rumori o distrazioni.
  • Stabilisci una routine. I bambini hanno bisogno di sapere quando e dove dovranno fare i compiti. Stabilendo una routine, il bambino imparerà a concentrarsi e a essere più autonomo.
  • Aiuta il bambino a capire i compiti. Se il bambino non capisce le istruzioni o ha difficoltà a risolvere un problema, offrigli il tuo aiuto.
  • Fai delle pause. I bambini non sono in grado di concentrarsi per troppo tempo senza fare una pausa. Fai delle pause di 5-10 minuti ogni 20-30 minuti di studio.
  • Non essere troppo critico. Se il bambino sbaglia, non arrabbiarti. Aiutalo a capire dove ha sbagliato e a correggere l'errore.
  • Fai in modo che fare i compiti sia un'esperienza positiva. Premia il bambino per aver fatto i compiti in modo corretto e in tempo.

Seguendo questi consigli, puoi aiutare il tuo bambino a sviluppare le abilità necessarie per fare i compiti in modo efficace e autonomo.

Non sei ancora convinto? Ecco dei suggerimenti aggiuntivi che ti possono essere utili:

  • Coinvolgi il bambino nella scelta del luogo e dell'orario in cui fare i compiti. Questo lo aiuterà a sentirsi più coinvolto e motivato.
  • Fai in modo che il bambino si senta a suo agio nel chiedere aiuto. Spiegagli che non ci sono domande stupide e che puoi aiutarlo a capire qualsiasi cosa non capisca.
  • Incoraggia il bambino a fare i compiti da solo, ma offrigli il tuo aiuto quando ne ha bisogno. Questo lo aiuterà a sviluppare l'autonomia e la fiducia in se stesso.

Fare i compiti è un'abilità importante che i bambini devono imparare. Con l'aiuto dei genitori, i bambini possono sviluppare le competenze necessarie per avere successo a scuola e nella vita, ma soprattutto per vivere con serenità il momento dello studio.

Dott. Di Sabato Stefano

(Educatore presso il Centro Educativo Diurno Murialdo)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it

 

Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

giovedì 2 novembre 2023

La danza dell'educatore

 Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati 

LA ‘DANZA’ DELL’EDUCATORE

Ogni qualvolta un bimbo o una bimba svela un po' della propria spensieratezza, della propria saggezza e del proprio affetto ad un ingrato educatore; è a tutti gli effetti una danza che ti sfiora l’anima, in cui i protagonisti svolazzano con un movimento dolce e leggero. 

Ogni volta che lascio alle mie spalle un turno mi ritrovo con mia sorpresa sommersa di tesori, neanche fossi un pirata che scopre il suo bottino d'oro e gioielli sopra un'isola deserta.

La parte più bella di questo lavoro è la "danza" che si viene a creare ogni qualvolta un bimbo o una bimba svela un po' della propria spensieratezza, della propria saggezza e del proprio affetto ad un ingrato educatore; è a tutti gli effetti un movimento dolce e leggero che rende svolazzanti i protagonisti di un episodio tenero che resta alla memoria. La danza in questione è un rituale magico che lega per un istante, avvolgendole, due o più persone in un momento unico al mondo.

Il momento prima della nanna, quel frangente prima del rimbocco delle coperte nelle serate ventose, quel momento tenero dell'ultimo abbraccio della sera, quel momento dei bigliettini nascosti sotto il cuscino così che si possano trovare come se fossero capitati lì per via di un incantesimo... Quella è la danza dell'educatore, il momento esatto in cui la semplicità di un bambino ti sfiora l'anima.

Ho appena finito di leggere il libro sulle leggende delle montagne. Sono in procinto di alzarmi quando mi rammento la promessa di aprire i fogliettini nascosti da quelle due birbanti.

Mentre mi accingo ad aprire quei fogli colorati so che lei mi sta osservando; sento il suo respiro muoversi lento e mi accorgo dell'occhio vispo che si muove sfiorando il bordo della coperta.

<<Sai perché ti ho disegnata così?>>

Resto muta ed in silenzio al cospetto di quella domanda che volteggia riecheggiando nella cameretta silenziosa.

Lei sbadiglia e si accoccola ancora di più sotto le coperte, sorride dolcemente e prosegue:

<<Sei l'unica persona che conosco che guarda il cielo alla ricerca di stelle...mi piace quando lo fai. E poi è la prima cosa che io e te abbiamo fatto insieme>>

Credo che il mio cuore abbia fatto un tonfo ad un certo punto...

Osservo quel disegno, osservo quelle scritte colorate, scorro le mie dita sul volto di Harry Potter disegnato perché: <<Lo so che ne vai matta! Ne parli sempre>>...

Si, mi dico...il mio cuore ha fatto un tonfo.

Questi ragazzi sanno leggerti nel profondo e spesso riescono a cogliere parti di te in modi che nessuno saprebbe mai fare.

Le mostro la mia gratitudine, accarezzo quella testolina talvolta dispettosa e spengo la luce.

<<Buonanotte Chiaretta>>

La più piccina dorme, la manina è ancora posata sul piccolo manuale per "Streghette", la luce è accesa.

Prima di addormentarsi pone sempre le stesse domande e sempre con il medesimo ordine:

<<Mi sposti la coperta così posso abbracciarti meglio?>>

<<Mi metti bene la coperta?>>

<<Domani mi svegli con il latte al cioccolato?>>

<<Non spegnere la luce, solo quando dormo dormo mi dai la carezza e la spegni, ok?>>.

Rispetto ligia il programma richiesto con tale precisione.

In camera degli educatori osservo per qualche secondo quei disegni, li piego con delicatezza e li depongo nella tasca della mia borsa.

Basta poco o forse pochissimo... O forse certe volte basta il disegno di un bambino.

 

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

Paidòs Onlus

dalla parte dei bambini, SEMPRE

 

Con l’Adozione a Distanza

accompagni un bambino nella sua crescita

donandogli un’infanzia felice

dona tramite bonifico su IBAN:

IT 51W 05385 78440 00000 0000 455

www.paidos.it

 

Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia