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mercoledì 26 ottobre 2022

Sentiti libero di poter sbagliare

SENTITI LIBERO DI POTER SBAGLIARE

-Papà, mi prometti che non ti arrabbi se ti dico una cosa?

-Cosa?

-No, prima devi promettere.

-Ok, non mi arrabbio, promesso.

-Oggi ho pianto davanti a tutta la classe.

-E perché?

-Perché la maestra mi ha detto che non ho fatto bene i compiti e mi ha fatto venire le lacrime agli occhi.

-E secondo te dovrei arrabbiarmi per questo?

-I miei amici dicono che piangere è da stupidi, che solo i bambini deboli piangono.

-Ma tu sapevi di aver fatto male i compiti?

-No, credevo fossero giusti. Li ho fatti con la mamma ieri.

-Allora ascoltami bene. Ci sono due cose che sto per dirti e che dovrai ricordare per sempre. Promettimi che non le dimenticherai.

-Ok, papà, prometto.

-Prima cosa: diamine, sono fiero di te. Sapere che sai piangere è una benedizione. Le lacrime non sono una cosa brutta, sono una cosa meravigliosa. Credimi, piangere non è affatto da stupidi. Se piangi significa che stai provando emozioni, che sei vivo, che non sei un burattino di legno senza alcun sentimento. E scommetto che anche i tuoi amici avranno pianto un'infinità di volte, anche se vogliono farti credere il contrario. Quindi piangi ogni volta che vuoi, piangono tutti, e non vergognarti mai delle tue lacrime, loro fanno parte di te. Sappi che spesso sono proprio le lacrime a farti sentire meglio quando stai male, quando ti fa male qui, proprio dentro al cuore.

E la seconda cosa?

-Sbagliare è normale. Fare certe cose in modo sbagliato è normale. Sai che anche la mamma e io abbiamo sbagliato un sacco di volte? È dagli errori che si impara, non imparerai mai niente dal fare le cose sempre in modo giusto. Sentiti sempre libero di poter sbagliare. Quindi non mi arrabbierò perché tu e la mamma avete sbagliato a fare i compiti, e non mi arrabbierò perché hai pianto, anzi ne sono felice. Amo i bambini che sanno ancora piangere... e che non hanno paura di sbagliare.

Sabrina Ferri

Paidòs Onlus

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mercoledì 19 ottobre 2022

Il potere dell'abbraccio

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati 

IL POTERE DI UN ABBRACCIO

L'abbraccio rasserena, perdura oltre il saluto; rimane durante le chiacchiere su com'è andata la mattinata, rimane durante il tragitto verso casa; l'abbraccio diviene protezione come l'ombrello quando piove. Ma quanto potente può essere un abbraccio? Tanto...come il potere di un bimbo che a fatica si meraviglia della pioggia e di un ombrello rosso con i puntini bianchi. L’abbraccio educata…tanto.


Certe volte capitano i turni "no"... Certe volte le cose sono così intrecciate e complesse che sembra quasi non ci sia una scappatoia ai problemi ma solo un vortice nero che ingloba il bello ed il brutto in un'unica risoluzione: la resa.

Certe volte sembra che nonostante tutto il lavoro che portino faticosamente avanti questi ragazzi, le cose debbano andare nel senso a loro avverso perché è così che deve essere.

Certe volte mi dico che spesso gli adulti non sono in grado di chiedere scusa, di comprendere faticosamente i propri errori; certe volte mi dico che l'ignoranza è pericolosa come la guerra.

Certe volte mi dico che spesso un ragazzino diviene genitore di problemi che non ha voluto e di cui non è responsabile.

Certe volte mi dico che gli adulti non sappiano dire basta ai loro guai, non vogliano capire che un bambino comprenda l'adultità sbagliata: quella che non accarezza, che non accoglie, che non si interroga...che non abbraccia.

Certe volte nella nostra casa si piange alla vista di un adulto infelice che si oppone al cospetto delle faticosa serenità di un ragazzino. Certe volte c'è chi si sente incredibilmente colpevole nello stare bene per qualche ora nonostante tutto quello che è accaduto...certe volte ci si sente colpevole di aver imparato a guardare le stelle, a chiedere un "per favore", ad aver imparato a dire "grazie". A richiedere puntualmente ogni sera la lettura delle fiabe, ad aver imparato ad immaginare mondi fantastici quando si ha paura, ad aver imparato a difendersi dai mostri cattivi e dai timori...(sono cose sciocche...). Eppure se lo si fa nel sogno, si può imparare a farlo nella realtà anche senza armatura o bacchette magiche.

Certe volte a noi adulti annoia la scelta accurata del cerchietto da mettere l'indomani a scuola o la maglietta con il disegno del coniglio perché ha una faccia buffa. Certe volte c'è chi freme perché tanto quel voto non servirà a sentirsi dire "bravo", perché quel consiglio materno o paterno non arriverà mai.

Certe volte c'è chi piange ed ha un cuore che batte così velocemente che a sentirlo si teme possa impazzire ed esplodere.

Mi sono resa conto che un abbraccio sa ridurre quel battito folle dei giorni "no"...mi sono resa conto che un abbraccio sa fare aumentare il flusso delle lacrime e sa arrestarlo come una magia.

Mi sono resa conto che un abbraccio rasserena prima di un'udienza, accoglie e riconosce le paure di un colloquio.

Mi sono resa conto che l'abbraccio è conseguenza della stanchezza e della gioia dell'uscita da scuola, ma è anche appartenenza e riconoscimento.

Mi sono resa conto che l'abbraccio perdura oltre il saluto; rimane durante le chiacchiere su com'è andata la mattinata, rimane durante il tragitto verso casa; l'abbraccio diviene protezione come l'ombrello quando piove.

Certe volte mi dico con quanta fatica un bimbo riesca ad abbracciare un adulto... nonostante gli adulti ne combinino di tutti i colori.

Certe volte mi dico che i turni "no" aiutano a riflettere...

Stasera mi dico che spesso dovremmo fare di più quando siamo al cospetto di tanta dolcezza, quando siamo al cospetto di un ragazzo ferito, di un ragazzo arrabbiato...

Stasera mi dico che sentire quel cuore che rallenta la sua corsa e ritrova la sua musica è durato un istante ma tanto è bastato per fermare il mio tempo in quella stanza.

Quanto potente può essere il potere di un abbraccio...?

Tanto...come il potere di un bimbo che a fatica si meraviglia della pioggia e di un ombrello rosso con i puntini bianchi.

Quanto costa ad un adulto che ha smesso di credere ai bambini, al loro mondo, alla loro gentilezza...

Costa un prezzo troppo alto... l'aver capito di aver sbagliato tutto.

L'altro giorno eravamo al castello e qualcuno ha raccolto dei fiori...

Bastava poco per stare bene.

Un abbraccio sul ponte elevatoio...per dire grazie di tanta bellezza...

<<Guarda se unisco le mani diventa un cuore...e qui, mantieni: ci sono i fiori... è bello no?>>

Bastava poco, in quel momento un ragazzino si educava alla gentilezza...un'adulta alla riconoscenza di un ragazzino che dona un pezzetto di tenerezza in un mondo di gelida noncuranza.

L'abbraccio educa...e tanto.

 

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

 

mercoledì 12 ottobre 2022

Prendersi cura

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

PRENDERSI CURA

"Prendersi cura" delle persone, delle cose, degli atti di gentilezza, dei dettagli che possono strappare un sorriso è il significato primo del lavorare assieme ai piccoli ed ai piccoli grandi. 

Ci sono pietanze che acquistano la propria caratteristica "dolcezza" anche senza che vi si riferisca alla quantità di zucchero di cui sono composte. La dolcezza di alcune pietanze è insista nella cura che ha modellato la loro realizzazione. Per questo compleanno quasi nulla è stato prodotto dagli adulti; il lavoro quello vero e di qui la "dolcezza" è puro prodotto della laboriosità dei piccoli. Il valore del "prendersi cura" è sotteso in gesti piccolissimi: comprare una coca cola, impastare la pizza, preparare i biscotti, la glassa, la crema per la farcitura, decorare la tavola... 

In una piccola casa quotidianamente segnata da pensieri e problemi, il tempo ieri sera si fermava per lasciare spazio pieno all'incanto dolce di una bimba piccolissima che soffiava sulla sua candelina e sulla sua torta rosa piena di confetti e frutti di bosco.

"Prendersi cura" delle persone, delle cose, degli atti di gentilezza, dei dettagli che possono strappare un sorriso è il significato primo del lavorare assieme ai piccoli ed ai piccoli grandi. Ieri sera adolescenti e bambine insieme erano una forza. È durato solo ieri, oggi riprenderanno a litigare ma per una sera il tempo era fermo...e tanto mi basta.

<<Tanti auguri a te, tanti auguri a te...>>

Una mano piccolissima sfiora la sua torta, il suo pacchetto regalo, le pale della sua girandola colorata ed il suo palloncino celeste. Una bocca piccolina sorrideva...non esisteva altro di cui valesse la pena parlare.

Ho ragione di credere che quel momento si chiamasse "incanto" per lei, per il suo momento e... per me e per il privilegio di esserne al cospetto.

Buon compleanno piccolina.

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

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mercoledì 5 ottobre 2022

Ad ognuno la sua torta

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

AD OGNUNO LA SUA TORTA 

Lei è la mia <<Regina dei ghiacci>>. 

Per preparare la torta per i suoi diciott'anni mi si è sbloccato un ricordo.

Era dicembre di qualche anno fa. Portai le ragazze alla casa di Babbo Natale, per dare una mando ad allestire... fra di esse c'era Lei. Sguardo imbronciato, lunghi capelli d'ebano lasciati sciolti sulle spalle, il naso rosso che gettava aria calda contro il freddo di quella giornata grigia. Varcammo la soglia e vidi quella magia che solo le cose belle come il Natale sanno realizzare. Lei vi entrò con aria sognante, scese la scala trasparente come se stesse affrontando un viaggio in un'altra dimensione, un sorriso le mosse le labbra alla vista dell'aereoplanino con l'orsacchiotto. I suoi occhi si muovevano lenti sulle cime degli alberi decorati, indugiavano sulle luci...sembravano persi nell'incanto. Sfiorava la mobilia quasi per vedere se fosse vera o fosse una magia. Lessi sul suo volto la voglia matta di gettarsi fra le calde coperte del letto di Babbo Natale, di aprire quei pacchi scintillanti adagiati lungo le pareti. Entrò nella stanza della regina dei ghiacci e tutto si fermò; sentii il movimento lento del suo respiro. Gli occhi le brillavano alla vista della bambagia morbida che simulava la neve, alla vista degli orsi posti ai laterali. Il respiro le si bloccò per qualche istante.

<<Chiara io voglio stare qui. Ci passerò la vita qui fra i ghiacci>>

Abbassò lo sguardo e la voce le si incupì. <<Vorrei congelare il tempo e ghiacciare i ricordi e le persone brutte...vorrei essere la regina della neve che ha il suo regno, il regno in cui nessuno può permettersi di essere cattivo con me.>>

Forse era il suo ghiaccio, il freddo dei suoi ricordi e le pagine lette nei suoi fascicoli...forse era il fatto che ad un certo punto dalla sua vita se n'erano andati via tutti. Quel freddo lo sentii nell'anima.

Da allora ogni volta che inizio un turno cerco per la casa il sorriso gentile della mia "Regina dei ghiacci". La dolce ragazzina che si innamora delle neve, che appende conchiglie magiche al suo collo, che abbraccia forte forte e sorride quando varco la porta della casa. In apparenza può apparirvi fredda, distante ma al tocco della gentilezza quel gelo diviene estate e sa delle sue risate quando si butta in acqua al mare, di quando goffamente sporchiamo la cucina e i nostri vestiti mentre cuciniamo...sa di quella testa appoggiata sulla spalla mentre ci vediamo un film alla sera, di quel sorriso quando la mia collega le sfiora le guance prima di andare via.

È una casa differente...ma oggi più di altri giorni questa è una casa come tante, una casa in festa, la casa di una bambina che ora ha 18 anni... Questa è la sua casa, la nostra.

Dicevano che non bisognava legarsi troppo...il problema è il viverci assieme. Dopo un po' ci si rende conto di avere due case. La prima è la propria, la seconda... è la casa famiglia.

Alla nostra regina dei ghiacci e ai suoi diciott'anni...buon compleanno piccola.

Dott.ssa Pittari Chiara

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