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mercoledì 26 gennaio 2022

Piccole pasticciere crescono in Casa famiglia

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

        PICCOLE PASTICCIERE CRESCONO

I pomeriggi in Casa Famiglia sono sempre frenetici, ma quando una ragazza che di solito preferisce la solitudine ti fa una richiesta, non puoi non assecondarla 

Il turno di pomeriggio in casa famiglia inizia con l'analisi della giornata scolastica, a seguire il racconto frenetico di quanto accade in classe, il resoconto del comportamento dei compagni, e le lamentazioni adolescenziali generiche. A seguire l'educatore tenta l'opera di convincimento per sapere spontaneamente dei compiti prima di verificarli sul registro elettronico. 

Leviamo la tovaglia, si pulisce la cucina ed iniziano le richieste più assurde; di solito sulle uscite o tentativi vari per incastrare l'educatrice di turno con proposte su come conquistare il pianeta, vedersi di nascosto con compari ecc ecc.

Oggi però la richiesta è andata oltre l'uscita...

<<Chiara, facciamo le zeppole?>>.

Difficilmente avanza richieste lei...preferisce la solitudine ma non di recente. Ultimamente è così...diversa.

<<E certo che facciamo le zeppole!>> Rispondo.

Lei con la calma più docile si dedica alla realizzazione della pasta choux e della crema pasticcera. Di solito è sempre così inquieta...oggi invece è così pacata e delicata. La frusta accarezza le uova dolcemente, il limone riversa il suo profumo nella cucina che sa di buono, c'è un aria così calda ed accogliente. Il latte sfiora il bollore e dal forno emergono zeppole dorate e profumate.

Movimenti lenti muovono l'aria colma delle chiacchiere che la cucina rende inverosimilmente buone. In casa riecheggiano risate e parole. Sembra quasi che l'albero di natale sia stato sostituito dalla spensieratezza delle mie ragazze... è quella che illumina la casa ora.

La merenda si fa tutte assieme e senza che ci sia bisogno di richiami od altro. È la bontà ad attirare tutte a tavola.

Finito Natale ormai....i dolci all'orizzonte sono altri.

La botteghina del dolce sforna merende...

<<Maaaah che fame>>

E così sia.

Cosa fa l'educatore?

Lezione di oggi: coglie l'attimo.

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.


mercoledì 19 gennaio 2022

La ninna nanna dell'educatore

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

LA NINNA NANNA DELL'EDUCATORE

Mentre la Casa è nel suo momento di massima vitalità, la più piccola si prepara per la nanna con il nostro rituale di coccole, carezze e dolci ninna nanne

La casa è nel suo momento di massima vitalità; pulsa di ragazze affamate che pretendono la cena, vive di discorsi sulla mondanità dei pari, accoglie le chiacchiere , nate a letto prima di dormire, sul gossip generale. Si colora di pigiami morbidosi e pantofole quasi sempre dimenticate negli angoli di ciascuna camera. Il rumore pervade le stanze scuotendo le pareti dal silenzio del tardo pomeriggio. Ma in una stanza un pigiamino rosa richiama silenzioso l'ora della nanna. Un carillon si esibisce malinconico per la notte a cui dedica la sua serenata, una manina si muove nell'aria proiettando ombre di animali fantastici sul muro, l'altra si muove attorno al mio collo, rintanandosi fra i miei capelli. Due guancette si muovono allegre donando al volto minuto l'espressione serena di una bimba felice del suo piccolo mondo.

"Felice" mi dico mentre guardo quasi con disprezzo il suo fascicolo che severo e minaccioso si fa notare in tutto il suo tetro grigiore attraverso il vetro della libreria. Quelle carte non raccontano delle nostre fiabe, dei nostri castelli o dei conigli che si muovono dalle ombre delle nostre mani...ma lei è così piccina che non sa...Non sa.

Sfiora con la manina le mie guance, la fronte, le labbra e così pian piano quegli occhioni vispi diventano semi chiusi...piano, piano...il respiro si fa così lento, i miei capelli non sono più sfiorati da quel tocco delicato.

Canto, senza volerlo, una melodia che racchiude in poche parole il mio pensiero verso quella culla. Chissà se Gaber sapeva che in una stanza un giorno ci sarebbero state questa bimba, la sua risata e la sua... spensieratezza. Chissà se le sue parole sono per lei.

<<Shhh...>>

Dorme

La culla la accoglie, la stanza riposa con lei. Il carillon è fermo. Il silenzio interrotto dalle risate provenienti dalla cucina mi avvisa che è tempo di uscire dalla serenità ovattata di quella tenera tana e pensare alle grandicelle...

Canticchio a labbra strette mentre preparo la cena...

<<Non insegnate ai bambini la vostra morale.

È così stanca e malata...potrebbe fare male.

Non elogiate il pensiero

Che è sempre più raro

Non indicate per loro

Una via conosciuta

Ma se proprio volete

Insegnate soltanto la magia della vita.

Giro giro tondo cambia il mondo.

Non insegnate ai bambini

Non divulgate illusioni sociali...

Raccontategli il sogno di

Un'antica speranza.

Non insegnate ai bambini

Ma coltivate voi stessi il cuore e la mente

Stategli sempre vicini

Date fiducia all'amore il resto è niente.

Giro giro tondo cambia il mondo>>.

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

mercoledì 12 gennaio 2022

I genitori servono ancora?

 I GENITORI SERVONO ANCORA?

Le dotazioni native e le influenze ambientali hanno il loro peso ma, fino ad oggi, non si è ancora trovata altra strategia migliore per educare un uomo che quella di una coppia di bravi genitori.

Da qualche anno è in circolazione un libro della psicologa Judith Rich Harris: “Non è colpa dei genitori” che sembra fatto apposta per far discutere.
In esso la psicologa americana sostiene che, ormai, i figli imparano più fuori casa che in famiglia, più dai coetanei che dai genitori. Insomma i genitori conterebbero sempre meno: la crescita buona o meno buona dei figli dipenderebbe non già dal padre e dalla madre, ma dal codice genetico e dal contesto sociale.
Che dire? Ha ragione la Harris?

Intanto, per iniziare il dibattito, ecco la nostra opinione. «La Torre di Pisa pende dalla base»
Non c'è dubbio che nella formazione della persona umana intervengono più fattori: due di questi sono, appunto, il fattore ereditario e l'ambiente in cui ci si viene a trovare.
Nell'adolescenza, in particolare, il fattore 'gruppo' è fondamentale. In esso il ragazzo si sente protetto, deresponsabilizzato, fino a perdere, talora, la propria identità e ad assumere un 'io' collettivo.
Dunque il libro del quale stiamo discutendo ha, indubbiamente, una funzione positiva: serve a liberare i genitori dai sensi di colpa, come se un eventuale fallimento educativo dipendesse totalmente da essi.
Il che non è affatto vero! Ogni essere umano dipende anche dalla propria libertà, dalla propria coscienza.

Sì, aveva tutte le ragioni il cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012) a domandarsi: “È forse colpa della sorgente se il corso del torrente si perde in un pantano?”.
Fin qui perciò possiamo essere d'accordo con il libro: “Non è colpa dei genitori”.
Però (andando più a fondo nell'analisi) vi è un risvolto che può essere grave e pericoloso.
Il lavoro della Harris può fornire un comodo alibi ai padri e alle madri per smettere d'essere genitori generativi, vale a dire genitori che continuano a far nascere i figli fino all'ultima sera della loro vita. Il che sarebbe da irresponsabili.
Da irresponsabili perché ancor oggi i genitori, lo vogliano o non lo vogliano, formano o deformano i figli.

È vero, ripetiamo, che l'eredità e il contesto sociale hanno una loro incidenza, ma il primo ambiente, il primo gruppo con cui il bambino viene a contatto è quello familiare proprio nei primi anni della vita nei quali si impianta lo zoccolo duro della nostra personalità.
La Torre di Pisa pende dalla base”. “Passati i primi sei anni è difficile mutar panni”, recitano due indovinati proverbi.
Per non dilungarci, la conclusione più razionale ci pare possa essere questa: ammesso pure che le dotazioni native e le influenze ambientali abbiano il loro peso, fino ad oggi non si è ancora trovata altra strategia migliore per educare un uomo che quella di una coppia di bravi genitori.
Ancor oggi continua ad aver ragione lo psicologo statunitense John Powell (1963) quando dice: “In certi casi può sembrare spaventoso, ma il nostro destino è nelle mani dei genitori. Noi siamo, tutti quanti, il prodotto di coloro che ci hanno amati o che si sono rifiutati di amarci”.

I genitori servono ancora?
I genitori d'oggi servono come quelli di ieri!
La differenza sta nel fatto che oggi il loro influsso è meno appariscente, ma non meno decisivo in quanto indelebile: padre e madre ce li portiamo 'dentro' per la vita intera.
Spazio permettendo, lo potremmo provare in lungo e in largo. Questa la nostra opinione sul ruolo fondamentale dei genitori anche nella nostra società digitale 2.2.

Genitori con la patente pedagogica a pieni punti.
1. Non perdono mai la capacità di produrre sorriso.
2. Sono seducenti, non seduttori.
3. Si ricordano d'essere stati pur essi bambini.
4. Lasciano che il figlio a sei anni si sbucci l'arancia da solo.
5. Non lo fanno crescere con il sedere nel burro.
6. Scrivono qualche volta sulla bocca: Chiusa per nervi.
7. Accettano pienamente il figlio, anche se non diventerà un cavallo di razza.
8. A parole d'oro non fanno seguire fatti di piombo.
9. Non fanno pensare che diventare adulti significhi diventare noiosi.
10. Hanno il cervello con le radici nel cuore.

Fonte: www.biesseonline.org

Autore: Pino Pellegrino

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