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mercoledì 30 giugno 2021

Quello che vi siete persi nel 2021

QUELLO CHE VI SIETE PERSI NEL 2021

Buone vacanze

 

E' giunto il momento di sospendere l’attività del blog, che ripartirà a settembre a pieno regime. Per chi volesse recuperare i contenuti pubblicati in questa prima metà dell’anno basterà cercare nell'archivio blog o tra i post più popolari (li trovate sul lato destro della home).

 

Alcuni consigli:

 

Danzanti col vento … storie di educatori appassionati

 

Un albero chiamato vita

 

Certe notti in Casa Famiglia

 

I primi amori

 

Me ne voglio andare da questa casa!!!

 

Oggi è il 2 giugno, ma c’è poca voglia di festeggiare

 

Quando un ragazzo lascia la Casa Famiglia

 

In casa, tutto ruota intorno alla tavola e ad una buona tazza di caffè

 

Buona lettura e buone vacanze.

 

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In casa, tutto ruota intorno alla tavola e ad una buona tazza di caffè

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

IN CASA, TUTTO RUOTA INTORNO ALLA TAVOLA E AD UNA BUONA TAZZA DI CAFFE’

In Casa Famiglia,  ogni cosa gira attorno alla tavola. Il caffè è uno di quei momenti che ci consente di parlare senza pressioni, senza pregiudizi; ci consente di esprimerci liberamente.

 

Il caffè segna il punto della giornata qui in Casa Famiglia.

Sedute a tavola, le mie ragazze raccontano le peripezie dei giorni di caldo fra la fine dell'estate ragazzi e l'inizio di nuove amicizie.

Il tavolo è imbandito di tazze, merendine, cucchiaini e chiacchiere volanti.

Dovete sapere che in questa casa ogni cosa gira attorno alla tavola.

Il caffè è uno di quei momenti che ci consente di parlare senza pressioni, senza pregiudizi; ci consente di esprimerci liberamente, dalla politica alla scuola, dalla moda agli amici. Il caffè consente di avvicinarsi all'anima di chi è perennemente in tempesta.

La mia ironia spesso si muove sinuosa fra le loro parole come le battute nei film di Woody Allen, smontando pensieri assolutistici sul chi deve risolvere cosa e sul come, specie quando si parla di litigi fra compagni, espressioni poco ortodosse o tratti di gelosia o credenze popolari. Da sole poi dovranno imparare a ricomporre le frasi con parole "altre"...

La tazzina di caffè si muove pericolosamente fra le mani della ragazza che gesticolando sta raccontando il suo mondo fra cotte, tendenze modaiole e canzoni.

In questo momento magico della giornata si crea , per l'educatore, l'illusione micidiale che il turno stia andando bene...cosa che terminerà inesorabilmente nel momento in cui le ragazze dovranno prepararsi per uscire ed inizieranno a lamentarsi dei vestiti, dell'amica che guarda quel ragazzo o quando inizieranno le trattative paranormali per "tentare" di ampliare l'orario d'uscita.

Per ora siamo noi sedute al tavolo, gli occhi di alcune sono ancora sonnacchiosi e socchiusi pregustano il fresco del climatizzatore. Le mani si muovo al suon delle parole come in una danza; il loro movimento serve per rimarcare i concetti e le frasi più importanti tipo :<<ma dico io… quelli stanno sempre a litigare, ma mai una volta che giocano a pallone o parlano di roba interessante...>> oppure << è uscita la nuova canzone!!! Ma è troppo bella!! Sentiii>> oppure <<la prossima volta che stai di turno fai la frittata di pasta? Quella alta  però>>

Una fra loro ha gli occhi socchiusi, ma il fresco non c'entra.. sta pensando. Le stringo la mano, lei ricambia dopo un po'. Gli occhi sono aperti ora...sorride debolmente...io ricambio il suo sguardo. I miei occhi la stringono a me in una carezza ...il caffè farà tutto il resto. Una manina si poggia sulla mia mano...la bimba piccina ha finito la merenda ed ora vuole le sue attenzioni da protagonista.

...Il pomeriggio continua…

Da quando sono educatrice bevo litri di caffè.

Da quando sono educatrice e mi siedo a tavola con le ragazze, il caffè mi sembra ancora più buono.

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso Casa Famiglia Murialdo)

 

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‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

martedì 15 giugno 2021

Quando un ragazzo lascia la Casa Famiglia...

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati


IL TURBINIO DI EMOZIONI CHE SI VIVONO QUANDO UN RAGAZZO LASCIA LA CASA FAMIGLIA

Quando un ragazzo lascia la Casa Famiglia, un turbinio di emozioni travolge tutti.  Tante sono le lacrime di gioia per un pezzo di vita che termina in Casa Famiglia e comincia in una nuova famiglia. Queste lacrime ci confermano che il seme piantato, comincia a germogliare.

Dovrebbe essere un giorno felice: lo so, è da stamattina che me lo ripeto. Davvero sono felice per te che lasci la Casa Famiglia: vai in una famiglia che ti accoglie in maniera splendida, e alla tua età adolescenziale non è così frequente. Al di là delle nostre caute valutazioni hai delle bellissime risorse: come professionista lo so, le abbiamo condivise così tante volte nei nostri colloqui del venerdì pomeriggio. Nell’ultimo hai voluto tranquillizzarmi: eri convinto e contento, nessun dubbio, e solo quando hai capito che non avevo bisogno di essere tranquillizzata ti sei concesso un pianto liberatorio di fatica nella gioia. Puoi essere amato anche nella tristezza e nella malinconia, ce lo siamo detti tante volte, che quelle emozioni non tolgono nulla alla solarità con cui attrai le persone come fossi una calamita.

Tu non lo sai, ma sei la dimostrazione vivente di quanto l’immaginario collettivo, con i suoi pregiudizi e preconcetti, non renda mai giustizia all’incantevole, seppur faticosa, complessità dei ragazzi e delle ragazze che vivono in Casa Famiglia: oltre le ferite, oltre gli abbandoni, oltre le mancanze, che mondo meraviglioso che riuscite a trasmetterci.

Mi chiedo chi sta parlando adesso: una psicologa poco professionale? Un’operatrice che sta gestendo male la giusta distanza relazionale? Va bene, lo confesso: in tutti questi anni non ho saputo lavorare con voi fuori dal nostro legame, perché mi avete insegnato tanto, anche nei momenti più duri e scoraggianti. E vi devo molto, moltissimo, come professionista e come persona, quella stessa persona che oggi è triste perché, come per ogni separazione, anche la più bella perché frutto della crescita, mi mancherà quella parte di me che con te è stata importante.

Lo so, non è la prima volta e non sarà l’ultima, e allora, caro ragazzo che oggi prendi il volo, vola sempre più in alto: noi da quaggiù ti guarderemo felici, nella certezza che nel tuo viaggio ti porterai anche un po’ di noi.

 

Dott.ssa Roberta Monda

(Psicologa Psicoterapeuta presso Cooperativa Paidòs)

 

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Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

mercoledì 2 giugno 2021

Oggi è il 2 giugno ma c'è poca voglia di festeggiare

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

OGGI E’ IL 2 GIUGNO, MA IN CASA C’E’ POCA VOGLIA DI FESTEGGIARE

E' il 2 Giugno di un anno difficile e pesante , un 2 Giugno che però non sa di Repubblica, di Gioia, di cambiamento.  Qui è un 2 Giugno che sa di attesa, di desideri posti in stand-by...di voglia che le cose fossero andate diversamente.

 

Sarà che è il 2 Giugno e le cose da festeggiare dovrebbero essere tante...eppure l'animo oggi è appesantito altamente, è labile. Si muove come il vento del giardino in cui siamo. E' il 2 Giugno di un anno difficile e pesante; eppure siamo ancora qui.

A tavola oggi sono venuti fuori tanti di quei discorsi...un discorso lasciava il posto a quello successivo senza una pausa nell'intermezzo.

Siamo passati dal parlare del:

"Portami rispetto, altrimenti sono botte"

"tu sai che significa avere paura delle botte in casa?"

"Perché oggi si festeggia?"

"Tu sei un educatrice e sei grande, che ne sai quello che provo?"

"Quindi io che penso agli ideali belli sono di sinistra come Pertini?"

"Siediti e parlami, ci facciamo un caffè io e te?"

Abbiamo litigato tanto oggi, abbiamo parlato ad una voce che a tratti era tremolante di rabbia, a tratti era triste, a tratti era dolce.

<<Possiamo mettere la musica in giardino?>>

Non c'è che un'unica risposta a questa domanda...si.

Danzano felici per qualche secondo, la canzone in sottofondo fomenta la voglia di non pensare a niente, di godersi l'aria morbida del giardino, l'ombra degli alberi che danza sul pavimento. Io li osservo, non c'è posto per me lì con loro. Le mani che ondeggiano con la musica sembrano rituali per mandare via la tristezza.

Questo lavoro spesso è difficile. Osservo i campetti di calcio deserti occupati solo dai pensieri riversati ,durante le partite, sull'erba da chi ha giocato qualche giorno prima. Chissà che qualche pensiero di qualche ragazzo si trasformi in fiore...

Questo lavoro è difficile perché ti fa pensare. Dei ragazzi stanno cercando di capire qual è il modo giusto per avere il rispetto, fra le parolacce, gesti osceni, occhi che vibrano per la rabbia.

Le canzoni di Liberato in sottofondo parlano di amori, tradimenti e passioni giovanili.

Riusciamo a pranzare, a tratto anche a divertirci.

Ma l'aria è pesante. A vedere gli alberi sembra così leggera eppure la sento nel cuore la sua complessa pesantezza.

Questi ragazzi hanno una cosa in comune: la voglia di riuscire a percepire il calore del sole e fare in modo che i pensieri pesanti svaniscano al socchiudere degli occhi. Oggi anche io vorrei questo per loro e ...per me.

Vorrei chiudere gli occhi e percepire un po' di pace nell'anima e vorrei riuscire a trasmetterla a loro.

Oggi non ci riuscirò.

C'è la musica ad attutire il dolore di alcuni.

Ah benedetta musica.

Un 2 Giugno che non sa di Repubblica, di Gioia, di cambiamento.

Qui è un 2 Giugno che sa di attesa, di desideri posti in stand-by...di voglia che le cose fossero andate diversamente.

Guardo i campetti e vorrei correrci sopra, lasciar correre loro fino a scaricare la tensione...vorrei correre e sudare e vederli sdraiati fra la malva. Vorrei che il vento li accarezzasse il volto e curasse tutti i mali.

Questi campetti li ho guardati spesso eppure oggi sembrano così diversi. Sarà che gli occhi che li osservano stanno cambiando giorno dopo giorno.

 

Dott.ssa Pittari Chiara

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Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

Non togliamo anche 'l'estate' ai bambini


NON TOGLIAMO ANCHE ‘L’ESTATE’ AI BAMBINI

Sarà un’estate diversa, che risentirà inevitabilmente delle conseguenze legate all’emergenza coronavirus, quella che vivranno bambini e ragazzi. Un’estate nella quale spetterà ai genitori infondere consapevolezza e non paura eccessiva, offrire momenti di svago all’insegna del buon senso, senza trascurare l’importanza di prevenire i contagi e la necessità che i più piccoli hanno di relazionarsi per quanto possibile con i coetanei.

Sì quindi alla vita sociale in gruppi omogenei, sempre gli stessi amichetti in modo da ridurre la possibilità che vi sia qualcuno portatore del virus o che in caso ciò avvenga sia più facile risalire ai contatti, sì ai pranzi e alle merende da casa in sicurezza sotto l’ombrellone. A evidenziarlo è Rino Agostiniani, vice presidente della Società italiana di pediatria (Sip).

Importante è non trascurare l’igiene delle mani, mantenere la distanza sociale il più possibile più che far leva sul senso di sicurezza che infonde indossare la mascherina, spiegando ai ragazzi che protegge gli altri più che noi stessi. E i pediatri avvertono: ci sono troppe fake sulle mascherine, luoghi senza prove che riguardano gli effetti che queste avrebbero sulla salute dei più piccoli. Ma bisogna anche gestire con equilibrio le richieste di giocare con gli altri.

“Sarà un’estate in cui dovremo avere precauzioni – spiega Agostiniani – cercare di ridurre la possibilità di contagi e trasmissione del virus. La situazione che stiamo vivendo ci accompagnerà per diversi mesi, anche al rientro a scuola e in inverno oltre che in questa stagione. Per questo bisogna parlare ai bambini, infondere consapevolezza e messaggi chiari, ma che non siano di terrore”.

“Questa estate si potrà andare al mare – prosegue – nei periodi estivi le forme virali come quella del Covid 19 sono forme che hanno modalità di trasmissione meno pericolose rispetto ai periodi autunnali o invernali, quando si sta in ambienti chiusi e c’è più umidità. Stare all’aperto, con un clima caldo, secco, rende anche più difficile la trasmissione di goccioline di saliva. Ci sono raccomandazioni di avere attenzione all’igiene delle mani, tra ombrelloni ci sono le distanze da mantenere, ma a un bambino di quattro anni non vieterei mai di andare a giocare sul bagniasciuga con un amichetto. Ci vuole equilibrio e buon senso: concentrare l’attenzione sul rischio infettivo, ma anche sul bisogno di relazioni con gli altri. Al bambino bisogna spiegare di non portare le mani in bocca se si sono toccate troppe cose, di non stropicciarsi troppo gli occhi. Vi sono indicazioni in caso di stretto contatto per i più grandi di indossare la mascherina, ma se si è più vicini di un metro”.

Promossi dall’esperto anche la montagna, con i suoi spazi aperti molto indicati, purché sia qualcosa che piace a tutta la famiglia, e i centri estivi se si rimane in città. Per quello che invece riguarda l’uso delle mascherine, la Sip spiega che i bambini che indossano la mascherina per più ore al giorno non rischiano una carenza di ossigeno. La mascherina, inoltre, non indebolisce il sistema immunitario e non altera la flora intestinale. I pediatri evidenziano che l’uso prolungato della mascherina nei bambini non porta ad alcalosi, in quanto “la quantità della propria anidride carbonica respirata da un bambino sano che indossa la mascherina chirurgica è pressoché impercettibile”.

La Sip sottolinea inoltre che “i bambini sani che indossano la mascherina chirurgica per più ore al giorno non rischiano la carenza di ossigeno né la morte per ipossia”. Oltre a non indebolire il sistema immunitario, anzi “la mascherina chirurgica previene il diffondersi delle infezioni e va portata dai bambini per evitare la trasmissione del coronavirus tra soggetti asintomatici”, i pediatri evidenziano inoltre che “non ci sono evidenze scientifiche in letteratura che documentino che un corretto utilizzo della mascherina possa comportare un’alterazione della flora batterica o disbiosi intestinale.

È obbligatorio portarla per tutti i bambini? Anche questo è un falso mito. Ci sono infatti bambini che sono esentati: quelli sotto i 6 anni e i bimbi affetti da disabilità non compatibile con un uso prolungato mascherina.

 

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