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mercoledì 15 novembre 2023

Il film della Cortellesi è tremendo, ma va assolutamente visto

 Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

IL FILM DELLA CORTELLESI E’ ‘TREMENDO’ MA VA ASSOLUTAMENTO VISTO

Nel film c'è la musica che attutisce il colpo di uno schiaffo, c'è la danza che rende meno grave l'impatto delle botte, eppure quelle scene sono il racconto di una bimba che in preda agli incubi, raccontava di un mondo senza musica, senza danza, senza libertà, di un mondo in cui non aveva diritto di contare.

Ho iniziato ad osservare la piacevolezza di una proiezione in bianco e nero al cinema e mi sono sentita entusiasta; ho sempre adorato i film in bianco e nero, ne ho visti a iosa ma è rara, per la mia età, la possibilità di vederli al cinema.

Ho iniziato a guardarlo a cuore leggero, sapendo per sommi capi la tematica trattata, però immaginavo fosse attenuato dall'ironia, dalle battute o non so cos'altro.

La verità è che nel mentre la storia si addentrava fra le parole "stai zitta", "ma che ne vuoi sapere tu", "tu sei femmina, a scuola ci va lui che è maschio" risentivo le parole delle mie nonne, di mia madre...delle ragazze della Casa Famiglia.

L'ironia c'è, c'è la musica che attutisce il colpo di uno schiaffo, c'è la danza che rende meno grave l'impatto delle botte, eppure quelle scene erano il racconto di una bimba nel pieno della notte che in preda agli incubi raccontava di un mondo senza musica, senza danza e senza la bellezza del bianco e nero.

"Scappa, ti prego, scappa" è quello che pensavo mentre la storia proseguiva nel suo racconto, mentre nella mia mente frammenti di immagini di nonne che raccontavano il perché non potevano andare a scuola, il perché da bambine non dovevano imparare a capire, "Ero femmina, non spettava a me studiare". Ricordo lo sguardo delle mie nonne quando studiavo all'università, forse era la loro parte bambina e recondita che urlava a squarcia gola quanto valesse quel mio studio. Ricordo il modo in cui una di loro mi stringeva il braccio sorridendomi quando le dicevo di aver passato un esame. Una di loro collezionava libri, libri di ogni tipo: di filosofia, antropologia, romanzi, trattati di politica, riempiva la casa di libri e forse quello era il suo modo silente per rivalersi su quel sistema che voleva allontanarla dallo studio ad ogni costo. Pensavo alla presa di posizione di mia madre che a 18 anni da sola se ne partiva per un lavoro al nord, indossava la minigonna, lavorava giorno e notte con il pancione al nono mese di gravidanza e non aveva sconti sulla sua mole di lavoro.

Pensavo alle bimbe che sono accolte fra le mura della Casa Famiglia, e a tutte quelle storie di violenza che sono passate per di là.

Le lacrime sgorgavano come non vi fosse un "domani".

Forse sono lontani i tempi della guerra in Italia, forse sono lontani i tempi dei cortili, dell'impostazione sociale patriarcale... Ma non sono lontani i tempi della violenza, del "tu non puoi", del "tu non devi" "del tu sei MIA e fai quello che dico IO", "te ne pentirai se OSI disubbidire", "con le amiche non esci", "hai avuto esperienze, sei stata una poco di buono", "non sei essenziale", "avrai delle conseguenze ", "fai le cose SOLO per farti vedere", "Ti trucchi e ti metti i tacchi perché così gli uomini ti guardano", "prendi esempio dalle altre "QUELLE sono DONNE, stanno al loro posto, non TU"... Non c'è ironia capace di tamponare le frasi che scorrevano impietose nella mia mente e nei miei ricordi.

<<Stringiamo le schede, come lettere d'amore...>> Quanto doveva valere quella scheda, quel momento, quel "potere" di decidere, forse non riesco neanche lontanamente a comprenderlo.

È inutile dire che la Cortellesi è straordinaria in tutto ciò che la rappresenta, eppure questa volta e se possibile è riuscita a salire un gradino più su della spettacolarità.

È solo un voto.

Nei miei libri si chiamava il diritto di "contare".

Questo film è TREMENDO, ed è proprio per questo che BISOGNA vederlo.


Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

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