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venerdì 27 marzo 2015

Vittime di bullismo, cosa fare?

VITTIME DI BULLISMO, COSA FARE?


Negli ultimi anni il fenomeno del bullismo si è diffuso a macchia d’olio, in tutti i gradi scolastici, anche alle elementari, e con un aumento notevole tra il sesso femminile. Sia in televisione che sui giornali appaiono spesso articoli con questo argomento che sottolineano l’importanza della diffusione delle informazioni in merito.
Sicuramente una informazione adeguata potrebbe, se non prevenire, sicuramente fare in modo che gli adulti di riferimento (genitori ed insegnanti) possano riconoscere quei comportamenti tipici delle vittime di bullismo.

La vittima di bullismo subisce delle conseguenze a livello psicologico che non sono da sottovalutare. Può infatti sviluppare sempre di più una bassa autostima, fino ad arrivare a forme di depressione, di isolamento sociale, di aggressività (identificazione con il persecutore), di rifiuto della scuola, e di tentativi di suicidio.
Diversi studi hanno sottolineato che spesso la vittima e il carnefice in qualche modo si “scelgono”. Si è visto infatti che le vittime “privilegiate” sono spesso bambini/e tendenti ad un carattere timido e introverso, sono insicuri e ansiosi, con un basso livello di autostima, non sono assertivi e non sanno difendersi (vittime passive). Altri tipi di vittime hanno invece un carattere che non solo rispecchia quello delle vittime passive, ma anche quello dei bulli. Avendo un carattere “combinato” tra una tendenza passiva e l’altra reattiva e provocatrice, diventano una volta vittime e l’altra bulli, riproponendo con altri ciò che loro subiscono.
Il bullo viene così attirato da coloro che reputa in qualche modo indifesi e li sottomette. Non è la vittima a provocare in qualche modo il bullo, ma è quest’ultimo che viene “stimolato” proprio dall’isolamento dell’altro bambino, dalla sua apparente debolezza, dal comportamento insicuro percepito.

Proprio delle recenti ricerche hanno dimostrato che nelle vittime, il bullismo può causare o aggravare sintomi psicosomatici e psicosociali, come una bassa autostima, un disturbo depressivo, un disturbo di ansia.

Alcune volte i bambini che subiscono bullismo possono assumere alcuni dei seguenti comportamenti:
· Improvviso rifiuto ad andare a scuola;
· Non riescono a concentrarsi nei compiti per casa;
· Parlano poco di ciò che accade a scuola;
· Hanno pochi amici, anche se dicono di averne molti;
· Perdono spesso oggetti di cacelleria;
· Dormono male;
· Inventano diverse scuse per non andare a scuola;
· Sono infelici e insoddisfatti;
· Possono presentare spesso lividi, graffi, abiti strappati;
· Chiedono soldi di continuo/Dicono spesso di perdere soldi;
· Compiono strani percorsi per arrivare a scuola;
· Presentano scoppi di rabbia eccessivi;
· Marinano la scuola;
· Commettono piccoli furti.

A scuola invece possono comportarsi nei modi seguenti:
· Rimangono spesso da soli durante la ricreazione;
· Vengono esclusi quando si organizzano giochi di squadra;
· Peggioramento del rendimento scolastico;
· Spesso sono depressi o spaventati;
· Stanno sempre vicino agli insegnanti;
· Non partecipano alle discussioni di classe;
· Vengono preso in giro di continuo dai compagni (che spesso riferiscono trattasi solamente di un gioco).

Una cosa da tener sempre presente è che la vittima spesso lo nasconde ai genitori e agli insegnanti. A volte perché ha paura di quello che potrebbe fargli il bullo una volta scoperto, a volte perché ha paura delle reazioni dei genitori.

Se ci si accorge che un bambino è vittima di bullismo, si può:
· Coinvolgere la scuola, parlandone sempre prima con il bambino, anche se non è d’accordo. Non va posto come imposizione, ma si dovrà arrivare ad una sorta di accordo, anche se con riluttanza da parte del bambino. Questo per non farlo sentire ancora una volta vittima;
· Spiegate al bambino che non è l’unica vittima;
· Ripetete all’infinito a vostro figlio che lo amate, che siete dalla sua parte, e che non è assolutamente colpa sua se gli è successo questo (che tra l’altro è la verità);
· Evitate assolutamente le “spedizioni di vendetta” a casa del bullo o di parlare direttamente e in modo sgarbato ai genitori dello stesso. Il problema non si risolve, anzi, spesso i litigi tra i genitori aggravano la situazione tra i figli (i bulli diventeranno ancora più bulli e le vittime ancora più vittime);
· Evitate di dire a vostro figlio di rispondere con altrettanto, se poi non ci riesce la sua autostima si abbasserà ulteriormente;
· Prevedete del tempo da passare con vostro figlio, per parlare di quello che prova, o per stare semplicemente con lui;
· Dategli dei compiti da eseguire (che siano alla sua portata) e fategli i complimenti per la riuscita, così da cercare di aumentare l’autostima;
· Non sgridateli se stanno andando male a scuola. Aumentereste il carico dei sensi di colpa: a nessuno piace andare male a scuola;
· Non date al bambino oggetti di valore da portare a scuola;
· Chiedetegli cosa succede durante la ricreazione, fatevi vedere interessati alla sua vita;
· Se pensate che la situazione sia veramente critica, non mandate vostro figlio a scuola finché non siete sicuri che tutto sia sistemato.
Inoltre è di fondamentale importanza insegnare al bambino delle tecniche di assertività, a riconoscere e a controllare le proprie reazioni emotive e ad misurare la propria autoefficacia in modo adeguato.

Autrice: Dr.sa Paola Romitelli
Fonte: www.psicologiailfilo.it
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