DARE DELLE REGOLE AI BAMBINI CON
IL METODO DELL'EDUCAZIONE EMOTIVA
Secondo le neuroscienze, i bambini che crescono in famiglie con un
buon sistema di regole e genitori capaci di immedesimarsi nelle emozioni dei
propri figli crescono più tranquilli e sereni. 15 consigli su come sviluppare
l'autonomia, l'autostima e la capacità di relazionarsi con gli altri. Dal libro
"Nostro figlio" di Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli.Per crescere bambini sicuri di sé, autonomi e socievoli è importante che i genitori fin da subito adottino un buon sistema educativo.
Rosanna
Schiralli e Ulisse Mariani, psicologi e psicoterapeuti che da anni lavorano con
genitori ed educatori, nel loro libro “Nostro figlio” (Mondadori) hanno messo a
punto un vero e proprio manuale che spiega ai genitori come rapportarsi con i figli attraverso i
due principi fondamentali dell'educazione emotiva:
- l'accoglienza: cioè la capacità dei genitori di sintonizzarsi e immedesimarsi
nelle emozioni dei bambini;- il contenimento: cioè le regole.
E' scientifico: educare i bambini alle regole fa bene
“Le neuroscienze ci confermano che i genitori, attraverso l'educazione, sono in grado di formare il cervello di un bambino” dice la Schiralli. Basti pensare che il cervello umano continua a svilupparsi fino a 22/24 anni.
Grazie ad apparecchi diagnostici per immagini , come la Risonanza magnetica funzionale e la Tomografia a emissione di positroni ( Pet), si è visto che nei bambini che crescono in famiglie dove c'è una buona sintonizzazione (immedesimazione dei sentimenti, principio dell'accoglienza) con i genitori e un buon sistema di regole (principio del contenimento), il cervello funziona meglio: produce gli ormoni della calma e del benessere (ossitocina, serotonina, dopamina), sostanze che rendono i bimbi tranquilli e sereni.
Mentre nei piccoli cresciuti senza regole
e senza sintonizzazione si accendono i lobi frontali del
cervello, quelli che producono il cortisolo, l'ormone dello stress e
dell'ansia. Ed
è il troppo cortisolo una delle cause dell'iperattività nei bambini, disturbo
tanto frequente in età scolare.
“Condotte
educative autorevoli (non autoritarie!) basate su regole e divieti, stabiliti
in modo opportuno, fanno bene al cervello dei figli, aumentando addirittura
numero, grandezza e funzionalità dei neuroni” dice l'esperta.
Inoltre i bambini
abituati fin da piccoli a regole e impegni, ad aspettare e rispettare,
diventeranno adulti sereni e sicuri. Mentre un'educazione
basata sul permissivismo rischia di crescere bambini fragili e adolescenti a
rischio.
Inoltre attraverso l'educazione emotiva i bambini sviluppano l'autonomia,
l'autostima, la capacità di relazionarsi con gli altri. Strumenti fondamentali
per vivere bene e realizzarsi da adulti. Ecco come:
Come sviluppare
l'autonomia dei vostri figli
1) Per prima cosa dovete immedesimarvi, provare empatia, con vostro figlio, che non vuol dire assecondarlo o concedere quello che vuole ma fargli sentire che sentite quello che lui sente.
Ad
esempio, davanti a urla e pianti contro un vostro divieto potete dirgli con
voce calma e rassicurante (mai alzare la voce altrimenti si aumenta la rabbia)
“lo vedo che sei arrabbiato”. 1) Per prima cosa dovete immedesimarvi, provare empatia, con vostro figlio, che non vuol dire assecondarlo o concedere quello che vuole ma fargli sentire che sentite quello che lui sente.
Poi raccontategli che anche voi da piccoli vi arrabbiavate. In questo modo il piccolo si rassicura su quello che sta provando. La rabbia è un sentimento forte e voi dovete trasmettergli l'idea che non è grave.
”E' come quando si ha male da qualche parte e si ha paura di avere qualcosa di brutto e un parente ci dice che anche lui ha avuto lo stesso male e non era nulla di grave. E noi ci sentiamo sollevati”. Il bambino compreso e rassicurato, non verrà travolto dalla negatività.
2) Cercate insieme le soluzioni ai problemi. Dopo averlo calmato riconoscendo il
suo stato emotivo, ora dovete risolvere la situazione. Lasciate spazio anche alle sue
proposte, potete dirgli "Ora che hai capito che quella
cosa proprio non puoi farla, cosa potremmo fare invece?"
3) Dategli delle indicazioni ma non sostituitevi a lui.
Togliendo ai
figli ogni difficoltà, si rischia di non farli crescere sicuri, responsabili e
forti. Ad esempio, se è in età scolare, evitate di fare i compiti al posto suo.
Non
fatevi prendere dall'ansia che possa andare male a scuola. Dovete sforzarvi di
lasciarlo provare. Se ci sono delle difficoltà parlatene con l'insegnante. Ma
lasciarlo fare i compiti da solo è fondamentale per diventare un adulto
autonomo.
4) Siate disponibili ma non a disposizione. E' necessario che prestiate
attenzione alle richieste dei figli. Tuttavia non dovete mettervi a completa
disposizione. Ad esempio, se sentite il neonato piangere nella culla, non
correte ad attaccarlo subito al seno, aspettate un attimo, forse è solo un
disagio passeggero che si risolverà a breve.
Oppure
se un bimbo di uno o due anni cade, prima di accorrere preoccupati, guardatelo,
ditegli che siete lì, e vedete che succede. Probabilmente si rialzerà da solo
senza piangere. E quando è più grandicello abituatelo a fare il più possibile
da solo: ad esempio a quattro anni può iniziare a mettersi la giacca da solo.
5) Abituate vostro figlio ad annoiarsi. E' indispensabile che i bambini da
piccoli stiano un po' da soli e imparino a gestire la noia e i tempi vuoti, in
modo da stimolare la fantasia. Evitate
quindi di riempire le loro giornate di impegni extrascolastici:
senza momenti vuoti vostro figlio non svilupperà sogni, desideri e passioni.
Come sviluppare
l'autostima
6) Abituatelo alle regole e alle sanzioni. “La nostra società è basata su regole e sanzioni. Per questo è importante abituarlo fin da subito a questo sistema. Ovviamente non bisogna ricorrere a punizioni corporali o umilianti, ma bastano semplici “multe”.
Oppure incentivateli con frasi tipo: “Dai finisci i compiti che poi andiamo a fare un giro...”
Vanno evitati i ricatti mascherati da premi: “Se mangi la minestra ti do la caramella!”. Piuttosto dite semplicemente: “Che peccato che non mangi la minestra tanto buona, mi spiace, però dovrai rimanere a tavola finché non abbiamo finito”.
7) Mostratevi sempre forti e autorevoli. Non è opportuno cedere davanti alle
sue richieste e alle sue insistenze per assecondarlo. Mantenendo fermezza
e autorevolezza sarete per lui un modello e una base sicura da stimare ed
imitare, incrementando la sua sicurezza.
8) Non fatevi spaventare dagli stati emotivi di vostro
figlio. Non
abbiate paura se lui urla e strilla. Dovete insegnare a vostro figlio a gestire
e modulare gli stati emotivi come tristezza, entusiasmi eccessivi, rabbia,
senza mostrare la vostra ansia, preoccupazione o peggio ancora mostrare di
avere paura di lui. Se il piccolo vi percepisce tranquilli, sentirà che è
possibile per lui contenere senza timore qualsiasi stato d'animo.
9) Cercate di passare del tempo con loro. Giocare con i figli fa bene alla
loro autostima. “Invece di immergere i bambini sotto enormi quantità di giochi
spesso inutili, sarebbe meglio regalare un po' del vostro tempo per giocare
insieme".
Attraverso
il gioco mamma e bambino si sintonizzano e i piccoli sviluppano competenze
emotive. In età prescolare i giochi da favorire sono: “il facciamo finta ” e i
giochi di ruolo... che permettono di far volare la fantasia, proiettare
situazioni e stati d'animo e quindi scaricare la tensione. Altre attività da
fare insieme e incentivare sono: il disegno e la lettura di libri.
10) Gratificate gli sforzi di vostro figlio per
raggiungere obiettivi. Fate
lodi motivate e non esagerate con le gratificazioni, altrimenti darà per
scontato che per voi è tutto sempre super. Inoltre evitate frasi scontate, ad
esempio davanti a un suo disegno non dite solo: “Che bello”, ma meglio usare
frasi più specifiche, come: “Vedo che hai disegnato molti alberi, e hai
aggiunto anche i fiori", così il piccolo si sentirà valorizzato per il
percorso che ha fatto.
E
quando non riesce in un'attività spiegategli semplicemente che con il tempo e
la pratica migliorerà.
Altrettanto importante aiutarlo a tollerare e accettare le
frustrazioni relative alla sconfitta, senza sentirsi schiacciato dalla
delusione e dalla rabbia.
"E quando giocate con lui che non vi venga in mente di
farlo vincere sempre! E se la sconfitta lo fa arrabbiare concedetegli la
rivincita e spronatelo a impegnarsi di più.
11) Evitate di ridicolizzare e minimizzare le emozioni che vostro figlio sta provando, non
fareste che aumentare la sua rabbia e la sua delusione. Per esempio, se ha paura del
buio (fino ai 5 anni i bambini fanno spesso brutti sogni), non minimizzate, ma
ricorrete all'ascolto empatico: "Ma davvero hai paura che col buio venga un
fantasma? Vuoi raccontarmi come è fatto? Sai che anch'io avrei tanta paura di
un fantasma come quello che mi hai descritto? Ora vediamo cosa possiamo fare
insieme per combattere questa paura...".
Aumentare la capacità di costruire e mantenere relazioni significative con gli altri
12) Insegnategli a riconoscere le proprie emozioni. Fin da quando è piccolo abituatelo a dare il nome a quello che prova: tristezza, gioia, rabbia. Raccontategli anche le vostre emozioni. "Questo scambio comunicativo è un vero e proprio allenamento che darà senz'altro i frutti nel tempo".
13) Favorite sempre il dialogo diretto. Parlate anche di quello che non
va. Evitate silenzi, atmosfere colpevolizzanti, volti scuri, atteggiamenti
ambigui e allusivi.
14) Trasformate i capricci o altre situazioni negative
in momenti di intimità.
Un
capriccio o una delusione sono l'occasione per immedesimarvi nei vostri figli e
insegnargli qualcosa di importante e condividere sensazioni profonde. Evitate
invece, atteggiamenti critici e giudicanti.
15) Favorite in vostro figlio la capacità di
comprendere gli stati mentali (punti di vista) e i comportamenti degli altri. "Se il tuo amichetto oggi non
vuole giocare al parchetto con te è forse solo perché questo pomeriggio vuole
passare più tempo con la sua mamma. Vedrai che domani starà di più con
te...".
Autrice: Federica Baroni
Fonte: www.nostrofiglio.it
Paidòs Onlus
dalla
parte dei bambini, SEMPRE
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