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venerdì 24 aprile 2015

Avere una buona capacità educativa

AVERE UNA BUONA CAPACITA' EDUCATIVA

"Metti a posto l’uomo, e il mondo va a posto da se".
Educare è un’arte da imparare come tante altre, ma molto più difficile e complessa.
- L’operaio è colui che usa le mani,
- l’artigiano è colui che oltre alle mani usa il cervello,
- l’artista è colui che aggiunge a mani e cervello la fantasia,
- l’educatore è colui che usa mani, cervello, fantasia e cuore (amore).
Educare è prevenire, giocare d’anticipo, soprattutto investire molto nei primi anni di vita dei figli.
Per essere educatori non basta avere figli: se per avere figli bastano pochi secondi, il tempo che lo spermatozoo impiega a fecondare l’ovulo, non basta una vita per essere educatori, perché non basta essere genitori ma occorre diventare generativi. Tutti i figli hanno genitori ma non tutti hanno un papà ed una mamma.

Condizioni di fondo per possedere una buona capacità educativa:

Conservare il senso dell’educare e la voglia di educare.
Oggi si sta perdendo il senso dell’educare per la pratica di allevare. L’educazione è l’unica via perché l’uomo non smetta di essere uomo. E’ l’educazione che permette al mondo di non andare in frantumi o di rimanere in una situazione primordiale.
Riviste, mas-media insistono su quanto serve alla salute, su cose materiali,... ma nulla sui valori che permettono all’uomo di essere uomo.
Educare è far succedere dei fatti interiori. E’ cambiare dentro, è persuadere sui valori e sui disvalori. Imporre e costringere perciò non è educare perché non fa cambiare nulla dentro la persona dell’educando (le caserme non educano...). Le prediche servono poco: persuadere e convincere è molto più importante. Anche il castigo può talvolta servire ma solo come mezzo per affermare dei valori, e comunque non va usato sistematicamente.
Educare è arrivare a delle convinzioni grazie alla parola che penetra e trasforma. Le parole sono importanti per far passare messaggi: metodo comunicativo diretto.
Il metodo indiretto è più efficace: consiste nel comunicarci le idee, porci il vissuto ed i valori della vita (tra di noi) in presenza dei figli, ma come se non siano loro i destinatari del messaggio; i figli sono molto curiosi e pertanto ascoltano, anche se non sembra, tutto quello che non ci diciamo. Il metodo indiretto è un metodo che propone e non impone. Con questo metodo educhiamo quando meno si pensa.
Metodo della credibilità: educare attraverso l’esempio.

Riassumendo: per avere una buona capacità educativa occorre non perdere il senso dell’educare (allevare non basta), educare non vuol dire comandare o castigare, mentre invece significa persuadere attraverso la via della parola e la via dell’esempio.


Non perdere la voglia di educare
Educare oggi diventa difficile perché le diverse agenzie educative non convergono più verso un unico tipo di educazione, anzi tante forme vanno contro l’educazione. I ragazzi perciò diventano qualunquisti per troppi differenti pulpiti, specie in televisione. La televisione lavora nel profondo dell’io e crea un uomo diverso: oggi ad esempio i ragazzi sono soprattutto visivi e non più auditivi. Ad essi le parole non dicono più niente, dicono molto invece le immagini magari commentate con poche parole. La TV crea ancora menti frammentate che non hanno la capacità intuitiva e critica. I genitori educatori perciò non sono mai stati necessari come oggi per dare l’impronta ai figli.

Autore: Pino Pellegrino

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