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mercoledì 30 marzo 2016

La buona educazione in famiglia: l'autocontrollo

LA BUONA EDUCAZIONE IN FAMIGLIA: L'AUTOCONTROLLO

Se c'è un elemento comune a tutti i litigi familiari è che, di solito, nessuno dei contendenti ha completamente ragione. 
Inoltre, nella maggioranza delle famiglie, si litiga sempre per gli stessi motivi, trasformando la vita familiare in un fragile armistizio tra un litigio e l'altro.


In tanti anni di incontri con i genitori, nessuno è mai riuscito a smontare una semplice affermazione: «Tutte le volte che entrate in conflitto con i vostri figli voi avete già perso». Ma è così facile farsi trascinare quotidianamente in conflitti familiari. Per un semplice fatto: è sempre difficile amare. 

Il rischio è che tutta l'impostazione familiare finisca per essere basata sulla legge del più forte. 
Una grande percentuale di persone è ancora convinta che le sberle siano una punizione accettabile. Dicono: «I miei genitori mi hanno dato qualche schiaffo e ha funzionato benissimo». La sculacciata è un sistema che serve a scaricare le frustrazioni e la rabbia, mascherando il fatto che i genitori non riescono ad affrontare la situazione. Dopo tutto non è difficile picchiare un bambino. È molto più difficile spiegargli le cose. 
Ogni azione dei genitori è un esempio per i figli. Se tenete il broncio, anche i vostri bambini lo faranno; se vi mettete a urlare quando siete stanchi e frustrati, i bambini reagiranno di conseguenza; se li prendete a schiaffi quando siete fuori di voi dalla rabbia, adotteranno un comportamento in tono con il vostro. 
Senza dimenticare che la rabbia dei figli accende quella dei genitori in una forma di escalation che si autoalimenta all'infinito.

Farsi largo 
I figli sono in grado di esasperarci: si beffano della nostra autorità e cercano scientificamente lo scontro per vedere dove sta il limite. Una certa “aggressività” non è una dimensione solo negativa: per crescere i bambini e i ragazzi hanno bisogno di “farsi largo”. L'aggressività positiva porta a perseverare, a prendere decisioni, a osare. Ma ha bisogno di essere controllata e questo i bambini non sanno ancora farlo. Per cui si comportano come tutti, grandi e piccoli: quando non ottengono qualcosa si arrabbiano. 
Addomesticare la collera 
Ecco alcune tecniche che permettono di identificare la propria collera e reagire senza peggiorare la situazione. La prima è riconoscere e dare un nome ai sentimenti di rabbia, utilissimo per l'alfabetizzazione emotiva. Anche i bambini comprendono espressioni come 'ribollire di rabbia', 'sto per scoppiare', 'sono esploso'. Quando il bambino è consapevole di essere arrabbiato ha la possibilità di farlo sapere agli altri. I genitori hanno difficoltà a comprendere che l'ira in qualche modo non può essere completamente repressa. La seconda è concentrarsi sulle cause della rabbia e non sulla rabbia. L'ira è come una di quelle spie intermittenti sul cruscotto dell'automobile che ci avvertono che qualcosa ha bisogno di particolare attenzione. L'esplosione rabbiosa è il sintomo, non la malattia. È essenziale eliminare le cause ma anche agire sui sintomi, soprattutto per far capire che la rabbia non è mai una soluzione, ma che di solito peggiora la situazione.

Fermarsi 
Purtroppo la causa più comune è che la rabbia si prende come il morbillo: per i virus che circolano nell'ambiente dove si vive. E il nostro è un mondo di arrabbiati. Vivere in un'atmosfera aggressiva fa sentire i bambini vulnerabili. Perdiamo la calma e spesso siamo più nervosi proprio quando la famiglia si riunisce la sera, stanca e affamata. Altre cause comuni sono le ingiustizie, le frustrazioni, gli insuccessi, le vergogne, le umiliazioni, i sentimenti feriti. 
Per fermare l'aggressore interrompendone il comportamento con decisione e fermezza è bene stabilire alcune regole ferree.
Le prime volte si possono aiutare i bambini con delle domande: Sei arrabbiato con qualcuno? Ti senti così perché non vuoi fare qualcosa? Come ti senti? Trattato ingiustamente? Triste? 
Esponete con energia i principi che volete insegnare, anche se il bambino li conosce già: «Non si devono picchiare gli altri». «Dobbiamo trattare gli altri nello stesso modo in cui vogliamo che gli altri trattino noi». 
Un principio ferreo: «Usare le parole, mai le mani».

Perdonarsi 
Tornata la calma si deve aiutare il bambino a esaminare ciò che è accaduto, che cosa è andato storto. Quali sono stati i campanelli d'allarme? Come si può evitare che la stessa cosa si ripeta in futuro? Aiutatelo a comprendere la propria responsabilità e a credere nella sua capacità di controllarsi dicendogli che siete convinti che ce la farà. 
Stabilite delle conseguenze adatte al “reato”, ma costruite un clima di perdono: accettare le scuse del bambino è un modo per ridargli la convinzione nella sua “bontà”. I vostri figli hanno sempre bisogno di sapere che voi nutrite delle speranze nei loro progressi.

Educare l'autocontrollo 
Si tratta di una lotta, e la forza di volontà è un muscolo: si può potenziare con l'esercizio quotidiano. Si tratta quindi di insegnare ai bambini le “buone abitudini”, quelle del tipo «conta fino a venti prima di arrabbiarti, non si mangia fuori pasto, alle ventuno si va a dormire ecc.». 

Costruire un'architettura della scelta. Questo dipende dalla “visione”: l'autocontrollo consiste nel riuscire a guardare oltre l'oggi, a rinviare, se necessario, la gratificazione istantanea per perseguire la realizzazione di obiettivi più importanti. 

Controllare l'ambiente significa per esempio organizzare il proprio lavoro in modo tale da facilitarne l'esecuzione. Uno studio ha dimostrato che basta una finestra dell'aula affacciata su un giardino per aumentare del 20 per cento la disciplina fra gli alunni. Qual è il ragazzo che riesce a studiare se c'è un televisore acceso a qualche metro di distanza? 

Mettere uno specchio in un ambiente aiuta le persone a comportarsi meglio, per esempio riduce i furti nei supermercati. Per i bambini, i genitori sono lo specchio indispensabile: lo specchio dell'anima. Sono “lo specchio magico sulla parete” che dice se quel comportamento, quella parola, quella bugia servono a costruire una bella persona o sono solo distruttivi. La loro approvazione o disapprovazione conta moltissimo. Genitori poco presenti hanno figli con scarsissima autodisciplina. 
«Non lasciare che il sole tramonti sulla tua ira» dice la Bibbia. 
È altrettanto importare ricordare, almeno con frequenza doppia dei litigi, quante cose belle esistono nella famiglia e quanti magnifici e gioiosi motivi tengono insieme le persone che la compongono. Per molti genitori e figli un modo di ricordare le reciproche buone qualità consiste nell'abbracciarsi spesso e sbrigare insieme le faccende di casa.

Autori: Ferrero B. – Peiretti A.
Fonte: B.S. febbraio 2016
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