L'INCAPACITÀ' DEGLI ADOLESCENTI DI GESTIRE LE EMOZIONI PORTA AD UN 'RITIRO SOCIALE'
C'è chi si ritira dal
mondo e chi invece fa abuso di sostanze stupefacenti. Due tendenze che hanno un
punto in comune: l'incapacità di gestire le emozioni e l'assenza dei genitori.
Ed è proprio da questi ultimi che deve partire il cambiamento alla ricerca di
un nuovo equilibrio più sano
Oggi due sono le tendenze psicopatologiche emergenti: i casi di ritiro sociale, dove i ragazzi rinunciano
addirittura ad andare a scuola; e dall'altra l'abuso di sostanze stupefacenti, intese però
come “perdite
programmate di controllo”. «Il presupposto è che qualsiasi ragazzo (ma anche un adulto) che sviluppa una
fase di abuso non lo fa per stare peggio, per perdere un equilibrio, ma per
mantenere l'unico equilibrio per lui possibile» spiega Federico
Tonioni, psichiatra e fondatore dell'ambulatorio per l'ascolto
e la cura del cyberbullismo dell'ospedale Gemelli di Roma, che di recente ha
condotto l'incontro “Nuove dipendenze o nuovi adolescenti” al Festival dell'Educazione di Viterbo.
IL RITIRO SOCIALE
dei ragazzi di oggi
Una risposta al disagio
moderno dei ragazzi è
il ritiro
sociale. I giovani cominciano dall'abbandonare lo sport che
praticano e finiscono con lo smettere di andare a scuola, passando anche 20 ore
attaccati a un computer per giocare. «Spesso si tratta di giochi online molto violenti, che utilizzano per
esternare la loro aggressività» sottolinea
l'esperto. In genere, infatti, si tratta di ragazzi repressi che non hanno la
possibilità di esprimere la loro aggressività e che non riescono a gestire la
rabbia. Così preferiscono allontanarsi dal mondo, per
evitare di esplodere.
«Ci siamo accorti che hanno tutti un punto in comune: non è possibile incrociare il loro sguardo. E non è timidezza, è come se fossero senza pelle. In questo senso, la chat è uno strumento estremamente funzionale, perché con una webcam possono affrontare anche argomenti sensibili, ma senza arrossire. Il rossore è infatti un effetto dell'emozione che passa attraverso il corpo, che fa parte della conversazione non verbale. Il nodo centrale in questi ragazzi è dunque proprio la difficoltà a gestire le emozioni».
IL POLIABUSO
La stessa cosa, ma con modalità
differenti, accade ai ragazzi che fanno abuso di sostanze stupefacenti. «La
moda è quella di mischiare diverse droghe,
ma non per una ricerca del piacere, come accadeva in passato con la cocaina: oggi ci si
droga in sequenza e in combinazione, unendo musiche,
circostanze, compagnie e luoghi ad hoc per “programmare” come stare»
evidenzia Tonioni.
Questi ragazzi, al pari dei “ritirati sociali”, sono caratterizzati da un'incapacità di tollerare gli stati emotivi e quindi li pianificano per evitare di doverli gestire all'improvviso. Il difetto delle emozioni, infatti, è che sono spontanee: non si può sapere quando si balbetterà o ci verrà la tachicardia. «E in questo il corpo ci tradisce, perché dice sempre la verità anche quando noi non vogliamo o non siamo pronti».
CAUSE E RIMEDI DI QUESTI
COMPORTAMENTI
Ma qual è il motivo di questi comportamenti? «Soprattutto l'assenza dei genitori– sintetizza l'esperto – che con gli strumenti moderni hanno trovato nuove forme per stare lontani dai loro figli. Pensiamoci: guardiamo lo schermo del cellulare ogni 3 minuti senza un motivo preciso, ma perché è diminuita la nostra capacità di stare da soli e di attendere. I nuovi mezzi ci hanno reso tutti più compulsivi».
In queste nuove forme di
assenza, la presenza per i ragazzi è garantita sempre
più dalla tecnologia: «Pensiamo a che baby-sitter meravigliosa
è un'app o la console dei giochi. Una delle frasi tipiche delle mamme e papà
moderni è: “davanti al computer mio figlio non si vede e non si sente”. Peccato
che i piccoli abbiano proprio bisogno di essere
visti e pensati. Quando li lasciamo da soli con questi
strumenti si dissociano, uno stato che è
anche normale, ma la cui pericolosità dipende dalla durata. Una situazione che per fortuna è reversibile:
non c'è nessun bambino, infatti, che preferisca giocare con il computer
piuttosto che stare con i genitori. Tutto sta alla disponibilità di questi
ultimi».
Diverso è l'adolescente che, pur avendo bisogno degli adulti, ha la necessità di sperimentare anche se stesso, allontanandosi dai genitori: «La distanza sana da avere nei confronti di un adolescente è data dalla fiducia. Quando capiamo che non riusciamo a fidarci dei nostri figli lo dobbiamo presentare come un nostro limite. Con loro il muro contro muro non serve a niente, meglio imparare a chiedere scusa quando ci rendiamo conto di aver sbagliato. E solo se le scuse sono autentiche e sincere, li ritroveremo.
Diverso è l'adolescente che, pur avendo bisogno degli adulti, ha la necessità di sperimentare anche se stesso, allontanandosi dai genitori: «La distanza sana da avere nei confronti di un adolescente è data dalla fiducia. Quando capiamo che non riusciamo a fidarci dei nostri figli lo dobbiamo presentare come un nostro limite. Con loro il muro contro muro non serve a niente, meglio imparare a chiedere scusa quando ci rendiamo conto di aver sbagliato. E solo se le scuse sono autentiche e sincere, li ritroveremo.
Trovare insieme limiti e regole
Una strategia per essere presenti è trovare insieme limiti e regole, crescendo nel
confronto e facendo tutti uno sforzo comune per venirsi incontro. Un modo per
evitare di vedere i nostri figli allontanarsi e soffrire, sentendoci in colpa.
Anche perché la distanza più ampia da loro sono proprio i nostri sensi di
colpa» conclude Tonioni.
La possibilità di migliorare le cose parte dunque proprio dai genitori, con la loro presenza, l'ascolto e l'impegno a venirsi incontro.
Autrice: Alice Dutto
Fonte: www.nostrofiglio.it
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