BAMBINI IPERSENSIBILI, L’IMPORTANTE RUOLO DEI GENITORI
Come accennato negli articoli precedenti tutti i bambini altamente sensibili hanno in fondo lo stesso temperamento; tuttavia, le implicazioni di tale temperamento sulle loro vite dipende dai fattori ambientali, e quindi familiari ed educativi.
Rolf Sellin
sottolinea come sia delicata la questione delle richieste “particolari” cui la
famiglia deve provvedere per aiutare il
bambino ipersensibile a sviluppare quell’attaccamento sicuro che gli
servirà tutta la vita per vivere bene con questa caratteristica.
Il bambino ipersensibile tende a
vivere con maggiore profondità le situazioni, sia piacevoli che spiacevoli, e quindi ne è
particolarmente influenzato. Il comportamento necessario del genitore implica
quindi uno sforzo maggiore di comprensione e rassicurazione verso il figlio, e
una migliore gestione possibile delle proprie emozioni, per non influenzare le
sue.
L’irritabilità infantile è il primo
segnale
caratteristico di un temperamento sensibile e conduce più facilmente a forme di
attaccamento insicuro se il genitore non compie sforzi eccezionali per rendere
il bambino sicuro.
Ad ogni modo
tale risultato può favorire lo stereotipo che le persone altamente sensibili
siano particolarmente negative o nevrotiche. Tuttavia gli individui sensibili,
provenienti da contesti familiari che supportano la loro personalità e che
riescono ad adattarsi alle loro particolari esigenze, riescono invece a rendere la loro sensibilità un grande
vantaggio per le loro vite.
Mi torna in
mente l’esempio di una persona ipersensibile il cui mandato familiare implicito
era stato da tutta la vita: “Tieni duro, stringi i denti e vai avanti”,
ereditato dal padre, a sua volta ipersensibile. L’impatto di questo mandato
implicito sulla sua vita si è concretizzato in un costante superamento dei
propri limiti e in una riduzione della propria espressività generale. Nel corpo
tutto questo si era accumulato sotto forma di tensioni croniche che hanno
portato a una sorta di “congelamento interno”. Il percorso per questa persona è
stato trasformare questa implicita richiesta di non mollare mai e di forzare
regolarmente i propri limiti corporei nell’ascolto di sè stessa, del suo corpo
e del suo bisogno di fermarsi, respirare e rilassarsi. Dopo un lavoro fatto
insieme di riflessione su tali mandati impliciti e sulla sua costante
somatizzazione del superamento dei propri limiti, la frase simbolicamente
alternativa è diventata quindi: “No. Basta. Ho bisogno di rilassarmi e di
respirare”.
Rolf Sellin
parla, nel suo libro sui bambini altamente sensibili, della possibilità che un
genitore ipersensibile non consapevole della propria caratteristica, se non ha
accettato le implicazioni derivanti, possa involontariamente
combatterle nel figlio. Combatterle soprattutto attraverso segnali non
verbali, reazioni involontarie, rigidità di atteggiamento.
Per questo
motivo ritengo fondamentale per un genitore acquisire tale conoscenza e
consapevolezza, prima di tutto rispetto alla propria parte altamente sensibile.
Autrice:
Dott.ssa Elena Lupo
Fonte:
www.bambinonaturale.it
Paidos Onlus
dalla parte dei bambini, SEMPRE
Con l’Adozione
a Distanza
accompagni un
bambino nella sua crescita
donandogli un’infanzia felice
dona tramite bonifico su IBAN:
IT 51W 05385 78440 00000 0000 455
Nessun commento:
Posta un commento