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mercoledì 26 settembre 2018

6 ingredienti fondamentali per formare un “uomo”: il coraggio

I 6 ingredienti fondamentali per formare un “uomo”

Con il primo ingrediente, la saggezza, abbiamo guardato in faccia il “punto di partenza”. Questa umile rubrica proporrà sei obiettivi essenziali (uno per puntata: La saggezza, Il coraggio, L'amore, La giustizia, La temperanza, La trascendenza), a loro volta suddivisi in tante altre “potenzialità”, da educare.

2 Il coraggio

In un corridoio di un centro di rieducazione per bambini affetti da handicap più o meno gravi, un bambino con le gambe inerti, imprigionate da ingombranti tutori di metallo, si trascinava rimanendo seduto sul pavimento, sbuffando e piagnucolando.

«Tiziana, tirami su!» frignava stizzito verso la giovane volontaria che lo guardava sorridendo al fondo del corridoio, a braccia spalancate.
«Aiutami!» piangeva il bambino. Ma la ragazza sorrideva e non si muoveva.
Furioso, con le lacrime agli occhi, il bambino puntò le braccia con tutte le sue forze, con uno sforzo immane costrinse le sue gambe a piegarsi finché si alzò in piedi e traballando, a passo di formica, cominciò a percorrere il corridoio.
Dopo un tempo interminabile, arrivò dalla ragazza che lo aspettava sempre sorridente, con le braccia aperte.
Il bambino si buttò in quelle braccia gridando: «Tutto da solo! Hai visto? Ho fatto tutto da solo!».
La ragazza lo strinse a sé piangendo e rimasero così un bel po'. Tutti quelli che passavano guardavano stupiti quel momento di pura felicità di una ragazza e un bambino che piangevano abbracciati.

Una meta, un percorso, la forza e la volontà di percorrerlo: è tutto ed è il modo di realizzare se stessi e la propria vita.

Con il primo ingrediente, la saggezza, abbiamo esplorato la realtà. Ora si tratta di scegliere e poi prendere una decisione. Per questo occorre un secondo fondamentale ingrediente: il coraggio.
I ragazzi, grazie a internet e alla Tv, sono inondati di informazioni. Intorno ai 13-14 anni gli interessi sono ormai riconoscibili, quasi cristallizzati.

Le attitudini sono evidenti molto presto, sono le capacità di riuscire meglio di altri in alcune attività, che ogni bambino manifesta fin da piccolo: «Si vede che è portato...». E poi entrano in ballo i valori di riferimento, molla portante delle scelte.

In sintesi, quali aspetti considerare per aiutare i ragazzi a fare delle scelte? Cominciate a porre poche domande per scoprire un mondo di significati:
• Che cosa ti piace fare? Che cosa ti dà davvero gusto? Che cosa ti diverte? (Interessi)
• Dove vuoi arrivare, quale meta ti prefiggi di raggiungere? (Aspirazioni)
• In quali attività riesci meglio senza fatica? (Attitudini)
• In che cosa credi? Che cos'è veramente importante per te? (Valori)
• Di che cosa hai bisogno per provare soddisfazione e sentirti realizzato? (Motivazioni)
Le risposte sono ingredienti che, sapientemente integrati, sapranno indicare la via da percorrere.
L'adolescenza termina quando si ha una chiara consapevolezza della propria identità e si cominciano a realizzare i progetti decisi.

«I can» (Possiamo farcela!)
Le decisioni sono un modo per definire se stessi, sono il modo per dare vita e significato ai sogni, sono il modo per farci diventare ciò che siamo.
Per muovere i primi passi, hanno dovuto imparare a cadere e rialzarsi, a farcela da soli. Autonomia e responsabilità sono due obiettivi che i preadolescenti non raggiungono da soli. Per quanto cerchino in ogni modo di fare da soli e di tenere a distanza gli adulti, in realtà non sono ancora pronti a cavarsela senza la supervisione, l'affiancamento e la protezione, seppur discreta, degli adulti.
Il coraggio è il saper governare la paura nel perseguimento dei propri obiettivi.

Una volta, due piccoli amici si divertivano a pattinare su un laghetto gelato. Era una sera nuvolosa e fredda, ma i due bambini giocavano senza timore, ma improvvisamente il ghiaccio si spaccò e si aprì inghiottendo uno dei bambini.
Lo stagno non era profondo, ma il ghiaccio cominciò quasi subito a richiudersi.
L'altro bambino corse alla riva, afferrò la più grossa pietra che riuscì a trovare e si precipitò dove il suo piccolo compagno era sparito. Cominciò a colpire il ghiaccio con tutte le sue forze, picchiò e picchiò finché riuscì a rompere il ghiaccio, afferrare la mano del suo piccolo amico e aiutarlo a uscire dall'acqua.
Quando arrivarono i pompieri e videro quanto era accaduto si chiesero sbalorditi:
«Ma come ha fatto? Questo ghiaccio è pesante e solido, come ha potuto spaccarlo con questa pietra e quelle manine minuscole?»
In quel momento comparve un anziano che disse: «Io so come ha fatto».
«Come?» chiesero.
Il vecchietto rispose: «Non aveva nessuno dietro di lui a dirgli che non poteva farcela...»

Ci sono forze sbalorditive dentro di noi, ma basta così poco a farcelo dimenticare. Il coraggio di passare all'azione richiede alcune “forze” essenziali: l'audacia, perché non è facile vincere l'idea di rinunciare («Non ce la farò mai») la perseveranza, per continuare anche quando il successo non arriva subito; l'industriosità, per provare soluzioni nuove; l'integrità e l'onestà, per escludere le scorciatoie truffaldine che continuamente vengono proposte da gente senza scrupoli.
Alla base di tutto, infine, c'è l'entusiasmo per la vita, il sentirla come un bellissimo compito che può richiedere fatica e impegno, ma che ripaga con autentica felicità.
Autore: B.F.
Fonte:www.biesseonline.sdb.org

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mercoledì 19 settembre 2018

6 ingredienti fondamentali per formare un “uomo”: la saggezza

I 6 ingredienti fondamentali per formare un “uomo”

Tutti si propongono di “fare qualcosa per la famiglia e per l'educazione”, pochi indicano obiettivi concreti per i genitori e gli educatori. Ci proviamo con questa umile rubrica che proporrà sei obiettivi essenziali (uno per puntata: La saggezza, Il coraggio, L'amore, La giustizia, La temperanza, La trascendenza), a loro volta suddivisi in altre ventiquattro “potenzialità”, da educare.

1 La Saggezza

La Saggezza è scoprire il senso di tutto, riconoscere la realtà che siamo e quella che ci circonda. È guardarsi in uno specchio assolutamente sincero: «Io sono così, questa è la mia famiglia, questo è il mio quartiere, questi sono i miei amici. E questo è il mio punto di partenza».

Di tutte le opinioni che ognuno possiede, la più importante è quella che abbiamo di noi stessi. Gli educatori devono prestare un'attenzione particolare a ciò che i ragazzi pensano di sé. Il giudizio che elaboriamo su noi stessi è decisivo per avere nella vita felicità e successo.

La strategia dei tre cappelli
Walt Disney diceva: «Se puoi sognarlo, puoi farlo». Il padre dei cartoon ha fondato un impero economico sulla strategia dei tre cappelli. Sapeva indossare quello del sognatore per trovare ispirazione, passava poi a quello del realista per ragionare con i piedi ben poggiati a terra e infine metteva il cappello del critico per trovare ogni possibile obiezione ai suoi progetti. E davanti a ogni ostacolo che incontrava, ricominciava a sognare per trovare una possibilità alternativa.
Il secondo e il terzo cappello sono possibili quasi solo con l'accompagnamento leale e affettuoso di un adulto.

Gli educatori devono quindi potenziare alcune qualità già presenti nei ragazzi come la creatività e la curiosità: la voglia di sperimentare, inventare, scoprire, avere molti interessi e tendere a fare nuove esperienze. L'adulto però sa aggiungere il “tocco” dell'apertura mentale, la capacità di saper cambiare idea quando ci si accorge di stare sbagliando.

È naturale che i bambini molto piccoli siano sempre affidati alla responsabilità di un adulto, ma appena cominciano a crescere, vanno abituati a riconoscere le situazioni di vero pericolo, perché non si possono controllare in ogni momento, e per tutta la vita. Un'assennata integrazione di prudenza e d'incoraggiamento a confidare nel proprio istinto quando intuiscono un'emergenza, insieme all'esortazione a sperimentare il nuovo, aiuteranno i figli a crescere “saggi”. In caso contrario, diventeranno ragazzi pavidi, incapaci di valutare da soli che cosa è pericoloso e che cosa non lo è.
Vitale è potenziare l'amore per l'apprendimento. È il piacere di studiare e imparare cose nuove. Si impara solo per la via del piacere e con la magnifica qualità della lungimiranza. È la capacità della “visione”: riuscire a vedere la meta, il traguardo a cui si vuole arrivare.

Uno dei più geniali pensatori e filosofi di tutti i tempi, Goethe, ha dato un ottimo consiglio agli educatori: «Tratta gli uomini per quello che sono, rimarranno tali e quali. Trattali come se fossero quello che potrebbero essere e li aiuterai a sviluppare tutte le loro potenzialità».

Autore: B.F.
Fonte:www.biesseonline.sdb.org

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