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mercoledì 27 febbraio 2019

Dieci propositi per un anno felice

DIECI PROPOSITI PER UN ANNO FELICE
«Non sempre si è felici quando si è buoni; ma si è sempre buoni quando si è felici»

Fate quello che “dovete” fare!
Mettete più energia in tutto e risolvete finalmente le piccole seccature. Affrontate con decisione l'aspetto fisico e quello mentale. Camminate di più e andate a dormire prima. Mettete ordine nei cassetti e buttate via tutte le cose e i vestiti che non usate più. Sbrigate le faccende antipatiche che state rimandando. Rispondete a tutte le email.

Date dimostrazioni d'amore
Non esiste l'amore; esistono solo le dimostrazioni d'amore. La gentilezza è l'amore dato a buffetti. Ingoiate la voglia di criticare tutto e non scaricate sugli altri le vostre tensioni. Dite spesso «Ti voglio bene», abbracciate e baciate le persone care. Salutate sempre con cordialità e chiamate le persone per nome. Non intestarditevi nelle discussioni.

Mettete entusiasmo nel lavoro
La tecnica migliore consiste nell'organizzare meglio le giornate. Proponetevi un compito ogni giorno e tenete duro finché non l'avete portato al termine. Ogni lavoro ha qualche aspetto gradevole.

Sorridete di più
In una giornata ci sono tante preoccupazioni o situazioni spiacevoli, ma ci sono anche tanti momenti divertenti e piacevoli. Decidete di ricordare soprattutto questi. Giocate di più in famiglia e festeggiate tutti i compleanni, gli anniversari e gli onomastici con un po' di fantasia. Raccontate a figli e nipoti i ricordi della vostra giovinezza.

Trovate tempo per gli amici
Ricordate le date importanti. “Fatevi vivi”: invitate gli amici e accettate volentieri i loro inviti. Non spettegolate. Più spesso vedete una persona, più la troverete interessante e intelligente. Ascoltate volentieri i ricordi degli altri. Consolate gli amici nei momenti difficili.

Tenete in forma e in buona salute il vostro corpo
Che tenersi in esercizio faccia bene è dimostrato da un numero incredibile di prove. Oltre a godere di altri benefici, chi fa movimento è più sano, ragiona più lucidamente, dorme meglio e mostra un'insorgenza della demenza senile ritardata. Allenarsi regolarmente accresce il livello di energia; nonostante qualcuno pensi che sia semplicemente stancante, in realtà tenersi in esercizio incrementa l'energia, specialmente negli “animali da divano”. Camminare aiuta a pensare. Anche Nietzsche scrive: «Tutte le idee veramente grandi si concepiscono camminando».

Stimolate la mente in modo nuovo
Conquistate l'abitudine alla consapevolezza. Prestate attenzione al momento presente: vivetelo pienamente e gioiosamente. Non tornerà mai più. Le giornate sono lunghe, ma gli anni sono brevi.
Un poeta latino, Orazio, scrisse: «A mano a mano che passano, gli anni ci tolgono una cosa dopo l'altra». Aggiornatevi sulla tecnica, la musica, i libri, il cinema. Cercate sempre almeno cinque alternative ad ogni problema o difficoltà.

Siate tolleranti
La flessibilità è una forma di saggezza pratica, è l'intelligenza che vive nel presente e che ha la disponibilità e la fluidità necessarie per adattarsi al nuovo. Chi non cede mai e vuole essere il più forte a tutti i costi è in realtà il più debole, e appare spesso ridicolo e patetico. Accettate le piccole contrarietà di cui la vita ogni giorno è piena.

Partecipate
Il senso di appartenenza, cioè la convinzione di essere parte di un'entità più grande di noi, con cui abbiamo un coinvolgimento fisico, emotivo, mentale e spirituale, è un fattore necessario al nostro benessere. Se manca ci sentiamo male. La quasi totalità degli studiosi sostiene che quando questo bisogno non è soddisfatto siamo più vulnerabili alla depressione. Ricordate spesso, quando incontrate degli sconosciuti, che «sono tutte persone come noi».
Leggete molto, tenetevi informati e guardate la televisione con intelligenza critica.

Aprite la porta all'Infinito
Pregate ogni giorno. Nel profondo del nostro essere c'è una fonte inesauribile di felicità. Pensate alla tenera testimonianza di un uomo: «Mia moglie morì durante l'attentato dell'11 settembre 2001. Ricordo che quando tornai a casa buttai tutto ciò che le apparteneva e che mi faceva pensare a lei. L'unica cosa che decisi di tenere fu una palla gonfiabile da spiaggia. Perché lì dentro c'era ancora il suo respiro».
Dice la Bibbia: «Dio, il Signore, prese dal suolo un po' di terra e, con quella, plasmò l'uomo. Gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo diventò una creatura vivente» (Genesi 2,7).
Non dimenticatelo mai: in voi, e in ogni persona che incontrate c'è il respiro di Dio.

Fonte: www.biesseonline.org

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mercoledì 20 febbraio 2019

I piedi vanno dove li porta il cervello...riprendiamo a ragionare!

I PIEDI VANNO DOVE LI PORTA IL CERVELLO…
RIPRENDIAMO A RAGIONARE COSI' LASCEREMO MENO SPAZIO AI FOLLI E AGLI STUPIDI
Il tracollo morale che è sotto gli occhi di tutti, è la logica conseguenza del tracollo mentale.

Quando si dice 'ragionare', si parla di un verbo incandescente, dirompente. Non è un'affermazione d'un cervello a corto di ossigeno: quando la mente è sotto pressione (quando 'ragiona', appunto) produce 'materiale' che lascia il segno o nel bene o nel male.
Una cosa è certa: fino a questo momento non si è ancora trovato il pensiero inutile.
Ne era convinto, ad esempio, lo stesso Benito Mussolini, il quale, parlando del pensatore e uomo politico Antonio Gramsci era tassativo: «Bisogna impedire a quel cervello di pensare!».
In Russia (ci spiace portare un secondo esempio per nulla piacevole), dopo la morte di Stalin (1953) i dissidenti non venivano più spediti nei campi di concentramento, come prima, ma venivano rinchiusi in ospedali psichiatrici diagnosticando che le loro idee critiche nei confronti dell'utopia comunista erano sintomi di disturbi mentali.
Chiaro, no? Le idee mettono paura. È naturale che sia così: I pensieri fanno nascere le cose.
Forse non l'abbiamo mai pensato, ma i pensieri sono i veri protagonisti di tutto.

I piedi vanno dove li porta il cervello
“Quelle che conducono il mondo non sono le locomotive, ma le idee”, notava già, a suo tempo, lo scrittore francese Victor Hugo.
Saper risolvere problemi nel più ampio senso della parola: in questo consiste concretamente l'intelligenza. È per questa capacità di risolvere una più vasta serie di problemi più rapidamente ed efficacemente di altre specie viventi, che l'uomo ha - almeno entro certi limiti - acquisito il potere di dominare il mondo.
La selezione naturale, ossia il processo per cui tutte le specie viventi si evolvono, è stata definita «la sopravvivenza del più adatto» ma sarebbe più esatto parlare di «scomparsa del meno adatto», dal momento che la natura non favorisce le specie più riuscite ma porta a rapida estinzione quelle incapaci di adeguarsi alle mutate esigenze ambientali.
I dinosauri vissero e prosperarono per milioni di anni, eppure, a quanto pare, scomparvero nel giro di una generazione quando il clima cambiò e le loro risorse alimentari incominciarono a scarseggiare. Lo sfortunato uccello dodo, con il suo corpo goffo e le sue ali inservibili, sopravvisse felicemente nelle isole Mauritius fino all'arrivo di predaci esseri umani che lo trovarono buono da mangiare. Incapace di lottare o di volare, la povera bestia scomparve, divorata via, dalla faccia della terra.
L'intelligenza, ovvero la capacità di imparare e di adattarsi; di fare scelte piuttosto che subirle; di risolvere e vedere i problemi, si è dimostrata la più efficace strategia di sopravvivenza mai conosciuta su questa terra. Essa potrà, certo, non risultare la strategia vincente a tempo indefinito, perché non appare troppo improbabile la possibilità di un autoannientamento della razza umana. Ma per quanto riguarda il passato, e per un futuro più ottimisticamente previsto, si tratta di un metodo indubbiamente efficacissimo per affrontare ogni sorta di mutamenti. Mutamenti così spettacolari che una specie dotata di minor flessibilità intellettuale sarebbe stata ormai da tempo sopraffatta.
Così la tragedia assurda, allucinante, dello squarciamento delle Torri Gemelle di New York (11 Settembre 2001) non l'hanno provocata gli aerei, ma la follia di cervelli plagiati.
Ecco; le idee fanno nascere le cose! Sta qui il loro potere dirompente.
Le camere a gas le hanno inventate coloro che le hanno pensate. Hitler ha solo aperto il rubinetto e acceso il fiammifero.
Insomma (e siamo al punto cui miravamo) la mancanza di teste ben fatte porta alla malora perché è pericoloso lasciar vincere i folli e gli stupidi.
A questo punto possiamo scoprire qual è la nostra interpretazione del mondo d'oggi: il tracollo morale che è sotto gli occhi di tutti, è la logica conseguenza del tracollo mentale!
In altre parole vogliamo dire che il dramma di fondo dell'oggi è il fatto che mentre le teste ben piene sono cresciute a dismisura, sono paurosamente diminuite le teste ben fatte.

La rana distratta
C'era una volta una rana che saltellava lieta tra fossi, risaie e fresche foglie di ninfea. Inseguendo un paio di ronzanti insetti volanti, arrivò balzo dopo balzo nell'aia di un cascinale. In un angolo discreto e riparato, la rana curiosa scoprì un pentolone. Saltò sull'orlo e vide che era pieno di acqua limpida e fresca.
«Una magnifica piscina tutta per me!» pensò.
Si tuffò con una elegante piroetta e, alternando tutti gli stili di nuoto in cui eccelleva, cominciò a sguazzare allegra e spensierata.
Ma una mano distratta accese il fuoco sotto la pentola. L'acqua si riscaldò pian piano. Presto divenne tiepida. La rana trovò la situazione piacevole: «Di bene in meglio! La piscina è riscaldata» e continuò a nuotare.
La temperatura cominciò a salire.
L'acqua era calda, un po' più calda di quanto piacesse alla rana, ma per il momento non se ne preoccupava più di tanto, soprattutto perché il calore tendeva a stancarla e stordirla.
L'acqua ora era davvero calda. La rana cominciò a trovarla sgradevole ma era talmente indebolita che sopportava, si sforzava di adattarsi e non fece nulla.
La temperatura dell'acqua continuò a salire progressivamente, senza bruschi cambiamenti, fino al momento in cui la rana finì per cuocere e morire senza mai essersi tirata fuori dalla pentola.
Immersa di colpo in una pentola d'acqua a cinquanta gradi, la stessa rana sarebbe schizzata fuori con un salutare salto da record olimpico.
Di questi tempi, la temperatura della stupidità sta pericolosamente aumentando. Saltiamo fuori finché siamo in tempo. Per farla breve: non c'è alternativa: o bolliti o pensanti!


Fonte: www.biesseonline.org
Autore: Pino Pellegrino

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mercoledì 13 febbraio 2019

Abbi cura di me, un messaggio d’amore scritto da Cristicchi

ABBI CURA DI ME, UN MESSAGGIO D'AMORE SCRITTO DA CRISTICCHI E DA LEGGERE TUTTO

«Ci siamo trovati entrambi in un periodo di riflessione, in cui avevamo la necessità di pensare a cose profonde. Siamo bombordati da notizie terribili ogni giorno e così con Simone ci siamo detti che non volevamo più guardarci i piedi, ma volevamo cominciare a guardare il cielo». Parola di Nicola Brunialti, autore del testo insieme allo stesso Simone Cristicchi e Gabriele Ortenzi, che ha raccontato a Leggo come nasce il testo della canzone "Abbi cura di me", in gara a Sanremo 2019.
«Un giorno feci un tweet secco: "Abbi cura di me". Simone mi chiamò subito e mi disse, deve partire tutto da qui», racconta Brunialti, che ha scritto insieme a Cristicchi anche il suo ultimo spettacolo teatrale. «Sia io sia Simone siamo in una fase in una fase di ricerca, che potremmo definire spirituale. Volevamo rispondere alle notizie negative da cui siamo continuamente schiacciati, con una riflessione più profonda. Abbi cura di me nasce da qui». Nicola Brunialti ha perso suo fratello 3 anni fa. Una tragedia che ha probabilmente influito in questa sua ricerca.
La forza del testo di "Abbi cura di me" è anche che ognuno può trovarci dentro un pezzetto di sé. «Può essere letto come un testo rivolta alla compagna, ma anche ad un amico. Oppure come le parole che un padre dedica al figlio» spiega Brunialti, che racconta di quando una suora, ascoltando la canzone, gli disse che sembrava: «Una preghiera che Dio rivolge agli uomini».
Simone Cristicchi ha definito il testo una "preghiera d'amore universale".

ABBI CURA DI ME SIMONE CRISTICCHI

Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare
sono solo quattro accordi ed un pugno di parole
più che perle di saggezza sono sassi di miniera
che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera
non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso
anche in un chicco di grano si nasconde l’universo
Perché la natura è un libro di parole misteriose
dove niente è più grande delle piccole cose
è il fiore tra l’asfalto lo spettacolo del firmamento
È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento
è la legna che brucia che scalda e torna cenere
la vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere
perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi
E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri
Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo
E dai valore ad ogni singolo attimo
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrò paura di cadere
Che siamo in equilibrio
Sulla parola insieme
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L’amore è l’unica strada, è l’unico motore
È la scintilla divina che custodisci nel cuore
Tu non cercare la felicità semmai proteggila
È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima
È una manciata di semi che lasci alle spalle
Come crisalidi che diventeranno farfalle
Ognuno combatte la propria battaglia
Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
Abbi cura di me qualunque strada sceglierai, amore
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Che tutto è così fragile
Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino
Perché mi trema la voce come se fossi un bambino
Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare
Tu stringimi forte e non lasciarmi andare.
Abbi cura di me

Fonte:www.ilgazzettino.it

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