EDUCARE I BAMBINI ALLA GENEROSITA’
Tutti i
genitori prima o poi si troveranno a gestire un perentorio “è mio!” che sarà il
primo di una lunga serie.
E’ una fase
normale perché i bambini, fino ai due anni, sviluppano un senso di onnipotenza
derivato dall’attaccamento e dalla relazione con la mamma. Una condizione quasi
necessaria che regola il vostro rapporto, pratica e semplice: “ho un bisogno e
la mamma lo appaga, quindi tutto ciò che ottengo mi appartiene”.
Questa prima
fase di onnipotenza viene poi sostituita con la fase del possesso e con la
difesa di quest’ultimo.
Queste due
fasi sono assolutamente normali fino al raggiungimento della consapevolezza che
oltre al “me” esiste anche “l’altro”. Ma è una consapevolezza che si acquisisce
gradualmente e che passa dalle esperienze che il bambino farà in seno alla
famiglia, e fuori dalla famiglia.
In famiglia
si troverà a battagliare con oggetti e affetti da dividere con altri famigliari
(i fratellini più grandi o più piccoli, i cugini, i figli degli amici). Fuori
di casa invece i due contesti formativi li incontrerà a scuola o nei momenti di
svago.
Il primo
suggerimento per spiegare al bambino che non tutto quello che lo circonda è
suo… è proprio la spiegazione semplice dei concetti di condivisione. Che non deve
mai essere aggressiva, né risultare una minaccia, né costituire un violento
esproprio: bisogna solo pazientemente spiegare che è bello condividere e che le
cose che piacciono a lui piacciono anche agli altri.
Del resto,
ben presto incontrerà sul suo cammino qualcuno che è più prepotente di lui e
sarà un’occasione buona per spiegare quanto sia spiacevole un comportamento
così possessivo. I bambini capiscono molto meglio un principio educativo volto
al positivo che non uno volto al negativo.
A tal proposito,
un bambino che cresce in un ambiente famigliare ospitale, generoso, e che ama
condividere, difficilmente prolungherà la fase dell’affermazione del possesso,
perché l’esempio è sempre la cosa più efficace nei primi anni di vita.
Un trucco da
usare in caso di “possesso eccessivo” in famiglia è quello di istituire (o
portare in casa) oggetti condivisi. Affermandolo. Per esempio: “questi biscotti
sono di tutti”, oppure “ questo gioco di società è di tutti e tutti ci
giocheremo insieme”.
Il principio
di condivisione è contagioso. E non si deve avere fretta di superarlo con
atteggiamenti di rimprovero e minacce. Perché non si farebbe che peggiorare la
situazione gettando il bambino non solo nel senso di possesso ma anche nel
senso di colpa per le proprie emozioni.
Viceversa,
molti genitori sono talmente terrorizzati dall’allevare un piccolo despota
egoista che tendono a trasmettere un totale disinteresse e incuria verso le
proprie cose. Trovandosi ovviamente a combattere con episodi di giocattoli
dimenticati al parco, noncuranza nelle proprie cose, scarso valore per i regali
ricevuti.
Anche in
questi casi la spiegazione deve essere chiara e messa in pratica con l’esempio.
Generosità non significa non avere amore e cura per le proprie cose, significa
che una cosa può essere nostra pur condividendola con altri.
In tal senso,
quando il bambino vi chiederà di poter usare qualcosa che non gli appartiene,
richiedetene la restituzione immediata quando ha smesso di usarla. Controllando
e facendo notare che la restituisca nello stato in cui gli è stata consegnata.
Stabilire
regole e insegnare ai nostri bambini che sciupare, non curare e sprecare le
proprie cose è un atteggiamento negativo tanto quanto il tenere egoisticamente
tutto per sé, costituisce una vera armonia dello stare insieme.
Fonte: www.fluirespira.it
Paidòs Onlus
dalla
parte dei bambini, SEMPRE
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