EDUCARE I BAMBINI ALL'AUTONOMIA
"Educare
significa fornire precocemente al bambino il massimo di autonomia," dice
Jaquelin Bickel, esperta di linguaggio e apprendimento infantile e coautrice
insieme a Graziella Baracchini Muratorio del libro 'Come educare i figli presto
e bene' (Books & Company).
"Insegnare
a un bambino a fare da solo e a svolgere piccoli compiti domestici non solo
significa renderlo più sicuro di sé e aumentare la sua autostima, ma anche contribuisce a
sviluppare le sue intelligenze e
a porre le basi per dei buoni risultati scolastici e del suo futuro lavorativo.
"Attività
pratiche come riordinare, spazzare, stendere i panni, mangiare da solo... sono
infatti più correlate di quanto si pensi ai compiti richiesti dalla
scuola", spiega Bickel.
1)
Mentre il bambino fa qualcosa da solo, voi "fate la telecronaca",
così imparerà a parlare bene.
Per sviluppare l'intelligenza linguistica non basta parlare molto al bambino (che comunque serve), ma
ancora più utile è un genitore che commenta a parole quello che il bambino sta
facendo, in questo modo si ha l'opportunità di legare ai pensieri del bambino,
ancora astratti, il lessico (le parole) e la sintassi (come si costruisce una
frase) della lingua italiana.
Ad
esempio si deve lasciar che un piccolo apra da solo il rubinetto dell'acqua e
mentre lo fa il genitore gli dice (scandendo bene le parole, in modo che sia
chiaro il rapporto tra l'azione e il nome dell'oggetto) “alzi la leva del
rubinetto...esce l'acqua calda... ora lavi le mani con un po' di sapone...”. E va ripetuta tutte le volte che il bambino si deve lavare le mani,
così potrà memorizzare bene la sequenza delle parole.
2)
Abituatelo a mangiare da solo il prima possibile.
La
prima autonomia che va insegnata a un bambino è quella di mangiare da solo. Si
parte durante lo svezzamento mettendogli piccoli pezzi di cibo nel piattino, in
modo che se li porti da solo alla bocca, (mentre
compie queste azioni non dimenticatevi la "telecronaca" per aiutarlo
nello sviluppo linguistico).
Appena
più grandicello si passa all'uso del cucchiaino e della forchetta, fino al
coltello per tagliare i cibi più morbidi come patate, banane e per spalmare
marmellate o formaggini. In parallelo bisogna insegnargli a portare il
bicchiere alla bocca e a pulirsi da solo con il tovagliolo. E' anche utile coinvolgere
i piccoli nella preparazione di torte e biscotti.
Tutte
queste attività sviluppano la manualità e l'imparare a maneggiare le posate,
come gli adulti, fa
crescere l'immagine di sé e l'autostima.
3)
Fategli apparecchiare la tavola e imparerà a contare.
Il
momento della cena è anche ottimo per insegnare attività pratiche che saranno
utili per quando andrà a scuola. Ad esempio chiedergli di mettere in tavola un
piatto per la mamma, uno per il papà, uno per il fratellino, sviluppa la capacitò di contare: 'siamo
in quattro, servono quattro piatti'.
Svuotare
la lavapiatti e riporre le posate nei cassetti forchette con forchette,
cucchiai con cucchiai... rappresenta una prima attività di classificazione.
Inoltre
saper apparecchiare richiede di saper allineare i piatti sul bordo del tavolo,
con accanto coltello e forchetta, in questo modo il bambino si esercita in un'attività di prescrittura: è come tracciare su un foglio
tondi (piatti), bastoni (posate) e puntini (bicchieri).
4)
Abituatelo a mettere in ordine i giochi e sarà facilitato nello studio.
I
genitori devono insegnare fin da subito a fargli rimettere a posto i giochi e
in generale a tenere in ordine e ad aver cura delle sue cose. "L'abitudine
all'ordine pratico" dice l'esperta "sarà utile quando il bimbo andrà
a scuola, infatti è il
prerequisito dell'ordine logico, cioè la capacità di mettere ordine fra le
conoscenze."
Se
si vorrà facilitare la capacità di studiare con ordine logico, sarà quindi
indispensabile abituare precocemente all'ordine pratico.
5) Per
prepararlo alla scrittura abbandonate le matite e dategli una scopa o un
rastrello.
Per
imparare a scrivere bene è molto importante esercitare il bambino all'uso di
tutto il braccio. Quindi è meglio evitare, almeno fino ai tre anni, di far
impugnare pennarelli e matite, che esercitano solo le punte della dita, ma
dargli in mano strumenti più grossolani come scopa o rastrello che
coinvolgono tutta la muscolatura del braccio.
Spolverare,
spazzare una stanza, rastrellare le foglie in giardino... sono attività che
esercitano il piccolo positivamente in compiti di prescrittura pratica e
aiutano a prevenire, una volta a scuola, problemi di grafia illeggibile o
disgrafia.
6)
Saltare la corda, far rimbalzare la palla contro un muro... sono giochi che
sviluppano l'intelligenza musicale.
L'intelligenza
musicale trova le sue radici più profonde in tutte le attività ritmiche. I tipici giochi che si
facevano una volta in cortile sono scanditi da ritmi che sviluppano
l'intelligenza musicale: Il gioco della campane, in cui si passa saltando
con un piede da una casella all'altra, il gioco di far rimbalzare contro un
muro, il salto della corda, spesso associato a canzoncine e filastrocche,
l'abitudine alle conte.
Sollecitare
i bambini a fare questi giochi "di una volta" e svilupperete la sua
intelligenza musicale.
7)
Imparare a leggere e scrivere: fate dei libretto con le etichette dei suoi
alimenti preferiti.
La
relazione fra orale e scritto può essere precocemente messa in evidenza a
partire dalle iscrizioni che i bambini vedono sulle confezioni dei loro
alimenti preferiti: i succhi, il latte, i biscotti. Un esercizio utile è quello
di staccare le etichette più conosciute dal piccolo e attaccarle sui cartoncini
e farne dei libretti da sfogliare insieme.
Inoltre
per avviare una buona relazione con la lingua scritta è importante che i genitori si dedichino a
leggere libri.
"In
genere" dice l'esperta "è opportuno proporre sempre lo stesso libro
in modo che il bambino abbia l'opportunità di far proprio il linguaggio
elaborato. E ogni tanto collegare l'orale con lo scritto: seguendo col dito il
rigo e le parole che vengono lette, indicando i nomi dei personaggi principali,
chiedendo al bambino di indicare le parole che inizia a riconoscere o anche
solo qualche lettera.
8)
Abituatelo a fare i compiti da solo.
Se
si fanno sempre compiti col proprio figlio invece di aiutarlo si corre il
rischio di impigrirlo, inoltre il bambino finisce di convincersi di essere
incapace di lavorare da solo, diminuisce così la sua autostima.
La
responsabilità di eseguire da solo i compiti fa parte dell'autonomia logica,
cioè l'autonomia nell'apprendimento scolastico. Certo i genitori non si devono
disinteressare dei compiti, possono mettersi a disposizione del piccolo ma solo
per aiuti occasionali.
9) Le
attività extrascolastiche vanno perseguite con impegno costante.
"Coltivare
la perseveranza in attività pratiche è un prerequisito
all'impegno costante verso futuri compiti intellettuali" spiega l'esperta. "Ad esempio si
osservano bambini che scelgono a fini ludici attività extrascolastiche,
sportive o musicali, e le abbandonano alla prima frustrazione o alla richiesta
di una più intensa partecipazione.
E
i genitori in nome della libertà di scelta del piccolo accondiscendono a queste
rinunce, contribuendo ad accrescere
l'insicurezza e la mancanza di fiducia del figlio." I genitori devono lavorare per
favorire e indirizzare i propri figli nel mantenere gli impegni presi in
compiti pratici extrascolastici.
10)
Aiutatelo a verbalizzare i sentimenti e imparerà l'autocontrollo.
Un'altra
educazione importante è quella all'intelligenza emotiva e va fatta dai 6 anni e
non prima. Significa che il
genitore deve educare il bambino ad esprimere a parole le proprie emozioni: gioia, entusiasmo, ma soprattutto
paura, collera e tristezza. Soprattutto verbalizzando le emozioni negative il
bambino saprà contenere i comportamenti violenti e impulsivi.
Per
insegnare a dare un nome alle emozioni negative il genitore deve cogliere il
momento giusto: vicino all'esplosione di rabbia, ma non in contemporanea.
Quindi
bisogna aspettare che il piccolo si sia calmato, e subito affrontare il dialogo con
parole come: "Ti sei proprio arrabbiato..." Ti senti triste..."
e lanciargli il messaggio che è normale provare quei sentimenti e che anche a
voi capita. Gli esempi forniti dai genitori sono molto utili per abituarlo
all'autocontrollo.
Fonte:
www.nostrofiglio.it
Paidòs Onlus
dalla
parte dei bambini, SEMPRE
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