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mercoledì 6 marzo 2019

Diamo la giusta libertà ai bambini

DIAMO LA GIUSTA LIBERTÀ AI BAMBINI
Dare libertà al bambino non significa lasciargli decidere e fare tutto ciò che vuole 

La libertà, è senz'altro uno degli obiettivi che molti genitori si prefissano per i propri figli. Quando nascono infatti li vogliamo sani, forti e liberi.

Però non è che sia proprio chiaro cosa si intenda per libertà e come vi si possa giungere, la confusione talvolta è così elevata da rischiare di confondere il fine con lo strumento per ottenerlo.

Quindi, laddove si cercava, per amore, di sostenere il bambino in un processo di libertà, ci si ritrova con un figlio ingestibile.

Non raccogliete la parola ingestibile come un giudizio negativo sul bambino, ma come una condizione dell’adulto che perde di vista il proprio ruolo.

Grazie Honegger Fresco, allieva diretta della Montessori, sosteneva che la libertà è un cerchio che cresce attorno al bambino, piccolissimo all’inizio, man a mano si allarga accompagnando il bambino nella crescita.

La libertà è perciò fatta di passaggi graduali, proporzionati all’età e alle competenze del bambino e la caratteristica che la identifica, è la percezione di confine che il bambino riceve dagli adulti.

Laddove il confine si è smarrito e la libertà diventa totale, lo scenario che si palesa è quello di inversione dei ruoli genitore-figlio, richieste pretenziose verso il bambino e de-responsabilizzazione educativa del genitore.

Per i bambini è fondamentale avere regole, che non devono essere assurde e tiranniche, al contrario devono essere ben ponderate, coerenti tra i coniugi, che permettano al bambino di esprimere se stesso chiarendo i confini che lo facciano sentire sicuro.

Non averne mette il bambino in una situazione di eccitazione, scarso ascolto del mondo circostante, ma a volte anche paura. Dobbiamo stare attenti, non è che siamo alla ricerca della nostra libertà e per farlo stiamo utilizzando i nostri figli?
L’impressione rimanda un’immagine spesso simile ad un transfert che il genitore fa sul figlio. Siccome non sente di aver ricevuto in dono libertà dai propri genitori, perché magari si è sentito sempre vincolato in un percorso stretto, in regole troppo rigide, in compiti da dover portare a termine, in frasi tipo “prima il dovere poi il piacere”, decide di “utilizzare” il figlio per riscattarsi. In pratica mette in atto con il figlio l’esatto opposto di quello che è stato fatto con lui, in un distorto principio logico in cui se rigidità priva della libertà, libertà sfrenata la salvaguarda. Inconsciamente, sta usando il figlio per farsi vedere dai genitori e dire “ora con lui faccio quello che mi pare perché sono libero, libero da voi”. Guardando il genitore, perde immediatamente controllo visivo con il figlio e la distorsione che ne deriva è che più mette in atto pratiche educative in opposizione alla famiglia di origine, più paradossalmente vi si avvicina.

Un bambino è per definizione, una creatura perfetta, che abbisogna del sostegno degli esseri adulti per procedere nel cammino della propria costruzione, da loro dipende la sua sopravvivenza e nell’asimmetria del rapporto ne trae sicurezza e serenità.

Qualora nessuno mettesse più in atto il ruolo genitoriale del prendersi cura, creare confini sicuri e situazioni chiare e prevedibili, il bambino vedrebbe la propria armonia evolutiva sgretolarsi e la terra tremargli sotto i piedi.

Alcuni esempi per farvi capire:
IL PASTO: chiedere costantemente ad un bambino cosa vuole mangiare, deresponsabilizza l’adulto dal suo ruolo di educatore anche in ambito alimentare. Un bambino potrebbe scegliere menù poco sani o bilanciati. Se volete coinvolgerlo nel processo decisionale, fategli scegliere tra un ventaglio di possibilità che avete già valutato, oppure fategli scegliere la ricetta dopo aver chiarito quali sono gli ingredienti. Siete voi i responsabili della sua salute, siete voi che dovete stabilire in che direzione procedere (senza dogmatismi sia chiaro).

INSERIMENTO: al nido o alla materna, è necessario un periodo iniziale di ambientamento in cui il bambino venga messo nelle condizioni di costruire una relazione di fiducia con le figure di riferimento educative. Dire al bambino frasi come “dimmi quando posso andare”, lo mette nella spiacevole condizione di dire al genitore di allontanarsi, cioè di assumersi la responsabilità di andare via. Per il bambino questo può essere avvertito come un carico gravoso, eccessivo, tale da richiedergli uno sforzo superiore del dovuto. La verità spesso è “siccome io genitore faccio fatica ad andare via perchè è la prima volta che ci separiamo e vorrei solo piangere, ti prego di gestire tu questa fase al posto mio”. Per gestire al meglio la situazione affidatevi alla professionalità delle maestre, che vi sosterranno per salutare il bambino nel momento e modo più idonei. Al di là dei tempi (che contano moltissimo sia chiaro), la cosa importante in questo esempio è inviare al bambino un messaggio di ruolo. Io sono l’adulto, mi prendo cura di te e salutandoti ti mostro che anche se ho paura mi assumo la mia responsabilità inviandoti un messaggio chiaro, la chiarezza sarà la tua ancora.

La lista degli esempi potrebbe continuare con altre situazioni e titoli (SUPERMERCATO, VESTITI, GIOCHI, FESTA DI COMPLEANNO, ecc..)

Il punto chiave è che, la libertà non è fare ciò che si desidera, non consiste nel disporre di ogni mezzo, strumento e risorsa in qualsiasi momento, non riguarda la semplice scelta di oggetti o situazioni, non è tenere in scacco gli altri con le proprie decisioni che rischiano di diventare dispotismo.

La libertà in ambito educativo, è soprattutto libertà di pensiero, libertà dai condizionamenti, libertà dalle aspettative. Libertà di essere se stessi andando contro qualsiasi previsione e sogno genitoriale, libertà di vedere infrangere le preghiere notturne dei familiari, perchè nessuno dovrebbe nascere per soddisfare qualcun altro. Nessuno ha diritto nè potere sulla vita di qualcun altro, neppure se questo è suo figlio. Libertà è dire grazie per la vita, ora me ne vado e non so se tornerò. Libertà è non sentirsi in colpa per le sofferenze dei genitori. Libertà è poter dire la verità senza paura di sentirsi giudicati. Libertà è spendere le proprie energie per realizzare il proprio talento, la propria spinta vitale.

E questa libertà non si ottiene trattando il bambino come un selvaggio, lasciando che rompa oggetti, che sporchi senza pulire, che vada in giro nudo in inverno, che si riempia di fango sporcando la macchina, che sputi sul muro e dipinga con la saliva, che usi il cellulare quanto vuole, che beva bibite a richiesta, che non vada a letto fino all’una di notte, che strappi i suoi libri. Questo può capitare, fa tutto parte del meraviglioso gioco dell’infanzia, il problema nasce quando qualcuno inconsciamente, o non, desidera proprio queste azioni, come prova della libertà del proprio figlio.
Amateli i figli, lasciateli sperimentare, lasciateli esprimere, ma ricordate l’importanza che i confini hanno durante la crescita. Non schiacciate quel cerchio che cresce attorno a loro e non fatelo diventare abnorme, altrimenti i bambini rischiano di smarrirsi.

E a te genitore chiedo, sei libero?


Ricorda, che non possiamo chiedere niente ai bambini che non siamo in grado di fare e che il miglior strumento educativo, è l’esempio.

Fonte: www.hundredsofbuddhas.com

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