I genitori sono la fonte di protezione, rassicurazione, accoglienza e
amore incondizionato che agiscono per il bene dei figli e favoriscono la loro
crescita, soddisfando i loro bisogni e favorendo l’acquisizione dell’autonomia.
La coppia genitoriale e’ composta da due individui distinti, che vivono,
agiscono e pensano a seconda del grado di consapevolezza e di maturazione
affettiva emotiva che hanno raggiunto
E’ possibile
distinguere genitori sani ed equilibrati che allevano i loro figli amandoli in
modo nutriente e responsabile, riconoscendoli come esseri viventi a se’ stanti.
Sono consapevoli dei loro punti di forza e dei loro limiti, desiderosi di
migliorarsi e di ascoltare i propri figli per garantire loro una vita equilibrata
ed emotivamente soddisfacente.
I genitori affetti da problemi psicologici, da nodi esitenziali irrisolti, da
dipendenze e da patologie psichiatriche, situazione molto diffusa più di quanto
si possa immaginare, manifestano ogni giorno nella relazione con i figli il
loro disagio sotto forma della manipolazione affettiva.
Essere genitori non implica avere la capacità di amare
consapevolmente i propri figli, un genitore e’ colui che genera i figli
fisicamente o li adotta ma sono solo le singole persone che attribuiscono un
significato autentico a questo ruolo.
Coloro che pur essendo genitori, vivono
nella relazione con i figli le loro ferite infantili, si caratterizzano per un
alto grado di immaturità che crea un clima emotivamente tossico nella famiglia.
La profonda confusione tra i bisogni
dei figli e i bisogni infantili dei genitori che si comportano ancora come
bambini con la loro prole, e’ alla base del processo di manipolazione affettiva
che si innesta sul bisogno di accudimento che ogni bambino ha.
Un bambino ha bisogno della presenza e
dell’assistenza di almeno un adulto per fare fronte ai propri bisogni, il
genitore in quanto adulto deve adeguarsi alle esigenze dei figli e non
viceversa. I bambini hanno bisogno di sentirsi amati, l’amore deve essere
manifestato in modo chiaro, non ambiguo, con parole e gesti coerenti tra loro,
hanno bisogno di una guida e di protezione, di genitori che mantengono le
promesse e danno la possibilità ai figli di esprimere i loro sentimenti
negativi e positivi.
Il sentimento più importante che un
bambino può e deve provare e’ la fiducia in se stesso che affonda le sue basi
nell’amore, nell’approvazione dei genitori, nella percezione del proprio corpo
e nell’accettazione di sé.
I figli che non si sentono amati, non
attribuiscono la mancanza di amore ai genitori ma a se stessi, si sentono in
colpa di avere fatto qualcosa che ha portato il genitore ad allontanarsi da
loro e si sentiranno inadeguati e non amati.
Pur di ricevere amore un bambino arriva
a negare le proprie emozioni, ad adeguarsi a tutti i tipi di richieste dei
genitori, riducendosi a mendicare l’amore. Secondo la psicologa Kathya Bonatti,
i bambini non amati cercano in ogni modo di rendere felici i genitori,
adeguandosi alle loro richieste e modificando il proprio sentire nella speranza
di essere riconosciuti.
In questo caso si parla di “bambini
ammaestrati” che secondo la Bonatti rimangono legati ai genitori solo
compiacendoli ed illudendosi attraverso la dipendenza di essere amati. Questi
bambini domani saranno adulti che mendicheranno amore e cercheranno
l’appagamento emotivo all’esterno, si aspetteranno che i loro bisogni vengano
soddisfatti da un’altra persona, nell’attesa di essere continuamente nutriti.
La psicologa Kathya Bonatti distingue
due tipi di cause all’origine delle ferite emotive di un bambino:
Cause omissive
Si intendono mancanze, assenze, carenza
di attenzioni riscontrabili sin dalla nascita, mancanza di cure igieniche che
comportano sofferenze e ferite nei bambini. Tra queste cause si annovera anche
l’assenza di contatto, calore, carezze, scarso o nessun ascolto, prestare poca
attenzione, non sostenerli nelle loro scelte e non sottolineare il loro valore.
Tutto questo crea dei veri “buchi emotivi” che vanno a minare l’autostima del
figlio.
Cause commissive
Sono comportamenti di natura violenta
sia fisica che psichica messi in atto volontariamente. Le violenze psicologiche
sono quelle che vengono attuate senza forza fisica ma il cui effetto e’
altrettanto devastante, sono esercitate attraverso la comunicazione verbale e
non verbale, punizioni, denigrando i figli con il sarcasmo, l’ironia, sminuendo
i loro obiettivi e sforzi, facendo paragoni, riversando su loro la propria
insoddisfazione e rabbia.
Tra le cause
commissive sono annoverate altri tipi di violenza tra cui le violenze
energetiche,quando i bambini non subiscono ne violenza fisica ne psicologica
diretta ma vivono in una condizione di terrore costante, minacciati da eventi
imprevedibili come quando hanno genitori alcolisti. Sia le cause omissive che
quelle commissive sono all’origine della manipolazione affettive e mentali.
“Le manipolazioni affettive e mentali sono un tipo di interazioni
che hanno lo scopo di influenzare gli altri senza che questi se ne rendano
conto. Sono attuate tramite le parole, i comportamenti e gli atteggiamenti, i
pensieri e le discussioni” (K. Bonatti).
Nello specifico della relazione genitori-figli la manipolazione e’ molto facile
da mettere in atto perché i bambini sono dipendenti fisicamente ed emotivamente
dai genitori ed assorbono tutte le informazioni che provengono da loro senza
metterle in discussione ma le considerano una inconfutabile verità anche se
contraddetta dai fatti.
Si possono annoverare quattro tipologie
di manipolazione:
Manipolazione omissiva: si attualizza
attraverso comportamenti omissivi perpetrati dal padre o dalla madre o da
entrambi con azioni come il “non dire”o il “non fare” attraverso le quali i
genitori conseguono i loro obiettivi svalutativi nei confronti dei figli. (Es.
non coccolare, non ascoltare i figli, interromperli quando parlano, non
prendersi cura di se stessi, facendo arrivare ai figli il messaggio che essi
non sono cosi’ importanti).
Manipolazione commissiva
I genitori mettono in atto tale
manipolazione per ottenere un loro tornaconto personale di tipo psicologico,
sociale, economico. (I genitori che spingono i figli a sposarsi per avere
nipoti, li usano come mezzo per dare un senso alla loro vita a prescindere dai
desideri dei figli.
I genitori che inviano messaggi ambigui
e ambivalenti ai figli chiedendo due cose opposte, distruggono l’autostima dei
figli che si sentono incapaci di raggiungere due obiettivi in antitesi. I
genitori che creano rivalita’ tra i figli, che impediscono il raggiungimento dell’autonomia
economica ed affettiva, che criticano le loro scelte del partner).
La manipolazione raffinata
Questo tipo di manipolazione e’
preceduta da un atteggiamento di generosita’ e di attenzione per i figli per
cui e’ difficile da riconoscere. (Es. quando i genitori hanno garantito il
benessere ai loro figli pretendono poi che questi li ripaghino soddisfacendo i
loro bisogni, confidare ad uno dei figli di essere il preferito il quale poi si
sente di non avere il diritto di chiedere altro.
Oppure lodare un comportamento dei
figli che va ad esclusivo vantaggio dei genitori come usare i figli come
parafulmine per i problemi coniugali, piuttosto che richiedere comprensione dei
figli quando questi svolgono professioni di tipo medico, legale, ecc).
Il vittimismo
E’ il tipo di manipolazione grazie a
cui i manipolatori si auto vittimizzano per raggiungere i loro scopi. ( Es.
quando un genitore trascura la propria salute per lamentarsi ed attirare
l’attenzione del figlio, chiedere sempre aiuto per cose che potrebbero fare da
soli). Il vittimismo permette di controllare i figli senza chiedere loro nulla
in modo adulto, diretto, non assumendosi la responsabilita’ delle loro
richieste.
Il senso di colpa
E’ il modo principale per controllare i
figli e mantenere il potere su di loro facendoli sentire in colpa per qualunque
motivo, l’obiettivo ultimo e’ far si che loro non sentano mai i loro bisogni ma
siano sempre sintonizzati su quelli dei genitori.
Ricatti affettivi
Tipico esempio di questo tipo di
manipolazione e’ la frase: ”se non fai questo mamma o papa’ non ti vuole piu’
bene”. In questo tipo di manipolazione il genitore si dipinge come un martire e
il figlio deve salvarlo in ogni modo per non farlo stare male, compiacendolo
completamente e negando i propri bisogni e desideri.
I genitori che adottano questo tipo di
manipolazione presentano ai figli il conto di quanto hanno dato loro, per cui i
figli sentono che non hanno ricevuto dai genitori in modo incondizionato e si
adeguano alla richiesta di restituire quello che hanno ricevuto. (Es. la madre
non ha abortito per cui il figlio deve essere grato; la madre si e’ sacrificata
per cui i figli devono starle vicino;il padre e’ infelice per cui i figli
devono rendergli la vita piu’ vivibile).
Quando la manipolazione e’ attuata con
un figlio piccolo, questi non sapendo cosa significhi “essere cattivo” ma lo
apprende in base al significato che i genitori attribuiscono a questa
affermazione, congela le proprie emozioni e si adegua completamente al volere
genitoriale per non perdere l’oggetto d’amore.
Quando la manipolazione avviene con i
figli adulti, questi a causa del ricatto emotivo, non riescono ad esprimere la
rabbia verso i genitori per paura di far loro del male.
Tali dinamiche rimangono sempre uguali
anche quando i figli diventano adulti, perche’ la paura della perdita ha
congelato le emozioni al periodo in cui sono avvenute le manipolazioni, per cui
le reazioni che gli adulti mettono in atto sono le stesse che adottavano quando
erano piccoli.
Autore:
Salerno Marco
Fonte:
psicoadvisor.com
Paidòs Onlus
dalla
parte dei bambini, SEMPRE
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