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martedì 14 febbraio 2023

Fumarsi le canne non è normale

FUMARSI LE CANNE NON E’ NORMALE

Stefano Rossi, psicopedagogista, ci spiega come funziona il cervello di un adolescente e perché le droghe ‘leggere’ sono così pericolose.

Cari Fedez e J-Ax, chi vi parla è uno psicopedagogista che per tanti anni ha lavorato in strada nel campo della prevenzione e del recupero delle tossicodipendenze.

Molti ne ho salvati, molti ne ho persi.

Invece di giocare a fare i rivoluzionari andate in un Sert o in una comunità.

Parlate con gli educatori sottopagati che non hanno la possibilità di gridare dal palco di Sanremo ma, soprattutto, leggete i dati della ricerca scientifica.

Vi riporto un passaggio di Roberto Cavallaro, responsabile dell’Unità per i disturbi psicotici dell’ospedale San Raffaele di Milano: «La marijuana una droga leggera? Può anche raddoppiare il rischio di schizofrenia. La verità è che non esistono droghe leggere o pesanti, è un concetto da superare: sono tutte droghe con effetti deleteri, il rischio e la gravità con cui si manifestano in una condizione patologica sono individuali».

Negli adolescenti c'è un elemento in più da considerare.

Il cervello adolescente ha alcune peculiarità specifiche che non ritroviamo nel cervello adulto.

Durante l'adolescenza si intensifica l'attività dei circuiti dopaminergici.

La dopamina è il neurotrasmettitore coinvolto nella ricerca del piacere.

Durante l'adolescenza il "livello base" di dopamina è inferiore all'adulto ma, e questo è il punto critico, le esperienze gratificanti (tra cui l'uso di droghe) creano una "tempesta di dopamina" che "inonda" il cervello in modo diverso da quanto accade negli adulti.

Questa tempesta di dopamina espone gli adolescenti a due grossi rischi.

Il primo è l'impulsività, non riuscire a frenare il desidero di provare.

Il secondo è la maggiore predisposizione dei giovani alle dipendenze, perché le droghe sono strettamente correlate all'attivazione della tempesta dopaminergica.

Il cervello dei vostri figli è come un bellissimo veliero composto da due aspetti:

  • il Piccolo Timoniere del "Cervello che pensa";
  • le Grandi Vele del "Cervello emotivo".

Il compito di noi adulti (genitori, insegnanti, e sì, anche di voi influencer che avete una presa fortissima sui giovani) deve andare nella direzione opposta della minimizzazione dei comportamenti a rischio.

Noi adulti dobbiamo stare dalla parte del Piccolo Timoniere (la corteccia pensante dei ragazzi), una corteccia che matura completamente dopo i 20 anni.

Il nostro compito, invece di banalizzare temi complessi come la legalizzazione delle droghe, è stimolare la corteccia adolescente per imparare a  distinguere tra Bene e Male, acquisendo man mano la capacità di regolare emozioni e impulsi distruttivi.

Le droghe che voi chiamate "leggere" interferiscono sulle capacità cognitive della corteccia.

Non è le tesi di un solo psicopedagogista, leggete la letteratura scientifica.

Ma sopratutto, se proprio volete giocare a fare i rivoluzionali, non fatelo sulla pelle dei ragazzi.

P.S.  Purtroppo per dire sciocchezze basta una rima ma, per smontarle compiutamente, occorre fare una cosa che non va più di moda: leggere.

Autore: Stefano Rossi

Fonte: Didattica Cooperativa

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