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mercoledì 15 ottobre 2025

Vita da educatrice

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

VITA DA EDUCATRICE

La vita da educatrice è fatta di momenti: gravi, pensanti... profondi. Le parole di una lettera però accarezzano la casa e speriamo raggiungano chi crede in questo lavoro perché questo è esattamente il senso più nobile e profondo delle diciture  "comunità" e " casa famiglia".

<<Anche io la penso così, nessuno si merita di stare in una casafamiglia, tutte noi ragazze con delle storie dietro meritiamo la libertà ma soprattutto la felicità.>>

La mia giornata è un insieme di momenti.

La mattina è iniziata con una ragazza seduta su un divano con le braccia conserte e lo sguardo fisso nel vuoto. Durante un incontro l'adulto più sbagliato che potesse capitarle racconta di quanto e come sia una figlia sbagliata. <<Non ha rispetto, non abbraccia, non dice "Grazie">>.

L'adulto parla, parla e parla di "Questa". Lei prende il telefono messaggia, gira vorticosamente il dito fra i capelli, accarezza i capelli della sorella, resiste a quella raffica di parole, a quella raffica di "Questa", a quella raffica di cose che lei "suo malgrado" non è o non fa.

L'adulto non sa che la ragazza, che un tempo avrebbe dato di matto a questa valanga di parole si sta calmando da sola, sta incassando con grande competenza tutti quei colpi. L'adulto non nota la sua capacità di autoregolarsi, l'adulto non nota minimamente lo sguardo che si colpevolizza, che si accende, che si scarica di tutta la tensione di ricordi lontani... Non comprende lo sforzo figuriamoci il valore di quanto stia accadendo.

L'adulto non nota quanto sia cambiata, non nota quanto quella ragazza sia diventata matura nel tempo perché le cose serie e importanti sono altre (a suo dire). Il guaio è questo...spesso gli adulti non notano e cosa peggiore, anche quando glielo si fa notare continuano ancora più fissati nella loro lamentazione.

A sera l'acqua bolle, le pasta naviga nella pentola e la ciotola l'attende con tutto il suo condimento, pronto per la giornata in piscina del domani. Lei entra in cucina, osserva il tutto. Mi accarezza i capelli e dice:" Grazie". Grazie per cosa? Le dico io.

<<Grazie per esserti ricordata che mi piace... grazie per aver pensato a me.>>

La ragazza dei "NON" di stamattina non la vedo. La osservo andare via dalla cucina, un po' ricurva. Quanto peso porta su quelle spalle. Vorrei che il mondo vedesse, per una volta,  come sono davvero le persone dei "Non". Quelle che non dicono, non mostrano... Quelle irrecuperabili. Quanto vale quel "Grazie"? E quanto cambiamento sottende quella parola?

La meraviglia delle cose sta nel capire che il mondo cambia a partire dalle piccole cose...

Perché noi grandi questo non riusciamo sempre a capirlo?!

Mentre la casa spegne le sue luci, osservo i pensierini sul tavolo degli educatori. C'è una manina disegnata su un tovagliolo, il braccialino che mi è stato consegnato e una lettera.

La più piccina della casa stasera dopo essere tornata da una nuova avventura della sua vita mi dice: << Ho paura di spezzarti il cuore>>

E io colpita le chiedo il perché.

<<Ho paura di spezzarti il cuore perché mi sa che voglio bene anche ad altre persone.>> Io la osservo e penso che la bimba, lo scricciolo mi sta crescendo davanti agli occhi.

<< Non puoi spezzarlo, perché è talmente pieno di bene per te che non si può spezzare anzi... Se vuoi bene anche ad altre persone è ancora più pieno d'amore, perché vuol dire che tu sei amata e cosa più bella che ami anche tu. L'amore anzi la vita è così è fatta di tante cose, di tante persone, ecco perché è così bella perché è colorata di sentimenti.>>

Lei intercetta il mio sguardo e grida:

<< Oh meno male!!! Allora è bellissimo voler bene! Mi piace la vita così!>>.

Improvvisa una buffa danza; saltella sul posto mentre muove le mani nell'aria e ride... Ride come se non ci fosse un domani, ride spensierata.

L'ennesimo ricordo si fa posto nel mio archivio dei ricordi. Lo sento farsi posto fra tutti i fotogrammi della mia memoria, lo sento trovare il suo posto perché un senso di calore mi avvampa.

Una lettera segna l'ultimo tempo della giornata... Quella frase. Quanto maledettamente è vera quella frase << nessuno si merita di stare in una casafamiglia, tutte noi ragazze con delle storie dietro meritiamo la libertà ma soprattutto la felicità.>>

Quella lettera, quelle parole stasera non sono dedicate solo a me, sono dedicate alla vita che è stata così maledettamente ingiusta con loro che nonostante tutto hanno ancora il coraggio di dire "Grazie", di parlare d'amore, di fare sentire un educatore indegno a casa. Hanno il coraggio di essere grate per una carezza, o un risveglio. Hanno il timore di ferirti con i loro sentimenti... Loro, loro hanno paura di ferire me...

Quelle parole sul bisogno di felicità sembrano pesare come macigni su questo tavolo.

Eppure dormono leggere, e forse sognano.

La mia vita da educatrice è fatta di momenti: Gravi, pensanti... Profondi.

L'ultimo momento della mia giornata lo ritrovo nella parte finale della lettera, la parte scritta da chi è cresciuta con gli orrori di mani terribili, di parole spregevoli.

<<Mi avete fatto capire che nella vita non ci sono solo momenti brutti, ma anche momenti belli ed è per questo che ho bisogno di voi. Vi vogliamo bene >>

Le parole della lettera accarezzano la casa e spero raggiungano anche i miei colleghi di qualsivoglia comunità, raggiungano chi crede in questo lavoro perché questo è esattamente il senso più nobile e profondo delle diciture  "comunità" e " casa famiglia".

Stasera questa casa respira piano, o forse si nutre di ogni singola boccata d'aria.

I momenti della casa famiglia: una lettera, un tovagliolo, un "Grazie". Il respiro della casa è lento e sembra quasi volerle accarezzare nel sonno e spero tanto che lo faccia davvero perché ne hanno un bisogno immenso, perché lo meritano...lo meritano immensamente. 

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia