Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
VITA DA
EDUCATRICE
La vita da educatrice è fatta di momenti: gravi, pensanti... profondi. Le parole di una lettera però accarezzano la casa e speriamo raggiungano chi crede in questo lavoro perché questo è esattamente il senso più nobile e profondo delle diciture "comunità" e " casa famiglia".
<<Anche io la penso così, nessuno si merita di stare in una
casafamiglia, tutte noi ragazze con delle storie dietro meritiamo la libertà ma
soprattutto la felicità.>>
La mia giornata è un insieme di momenti.
La mattina è iniziata con una ragazza seduta su un divano con le
braccia conserte e lo sguardo fisso nel vuoto. Durante un incontro l'adulto più
sbagliato che potesse capitarle racconta di quanto e come sia una figlia
sbagliata. <<Non ha rispetto, non abbraccia, non dice
"Grazie">>.
L'adulto parla, parla e parla di "Questa". Lei prende il
telefono messaggia, gira vorticosamente il dito fra i capelli, accarezza i
capelli della sorella, resiste a quella raffica di parole, a quella raffica di
"Questa", a quella raffica di cose che lei "suo malgrado"
non è o non fa.
L'adulto non sa che la ragazza, che un tempo avrebbe dato di matto a
questa valanga di parole si sta calmando da sola, sta incassando con grande
competenza tutti quei colpi. L'adulto non nota la sua capacità di
autoregolarsi, l'adulto non nota minimamente lo sguardo che si colpevolizza,
che si accende, che si scarica di tutta la tensione di ricordi lontani... Non
comprende lo sforzo figuriamoci il valore di quanto stia accadendo.
L'adulto non nota quanto sia cambiata, non nota quanto quella ragazza
sia diventata matura nel tempo perché le cose serie e importanti sono altre (a
suo dire). Il guaio è questo...spesso gli adulti non notano e cosa peggiore,
anche quando glielo si fa notare continuano ancora più fissati nella loro
lamentazione.
A sera l'acqua bolle, le pasta naviga nella pentola e la ciotola
l'attende con tutto il suo condimento, pronto per la giornata in piscina del
domani. Lei entra in cucina, osserva il tutto. Mi accarezza i capelli e dice:"
Grazie". Grazie per cosa? Le dico io.
<<Grazie per esserti ricordata che mi piace... grazie per aver
pensato a me.>>
La ragazza dei "NON" di stamattina non la vedo. La osservo
andare via dalla cucina, un po' ricurva. Quanto peso porta su quelle spalle.
Vorrei che il mondo vedesse, per una volta,
come sono davvero le persone dei "Non". Quelle che non dicono,
non mostrano... Quelle irrecuperabili. Quanto vale quel "Grazie"? E
quanto cambiamento sottende quella parola?
La meraviglia delle cose sta nel capire che il mondo cambia a partire
dalle piccole cose...
Perché noi grandi questo non riusciamo sempre a capirlo?!
Mentre la casa spegne le sue luci, osservo i pensierini sul tavolo
degli educatori. C'è una manina disegnata su un tovagliolo, il braccialino che
mi è stato consegnato e una lettera.
La più piccina della casa stasera dopo essere tornata da una nuova
avventura della sua vita mi dice: << Ho paura di spezzarti il
cuore>>
E io colpita le chiedo il perché.
<<Ho paura di spezzarti il cuore perché mi sa che voglio bene
anche ad altre persone.>> Io la osservo e penso che la bimba, lo
scricciolo mi sta crescendo davanti agli occhi.
<< Non puoi spezzarlo, perché è talmente pieno di bene per te
che non si può spezzare anzi... Se vuoi bene anche ad altre persone è ancora
più pieno d'amore, perché vuol dire che tu sei amata e cosa più bella che ami
anche tu. L'amore anzi la vita è così è fatta di tante cose, di tante persone,
ecco perché è così bella perché è colorata di sentimenti.>>
Lei intercetta il mio sguardo e grida:
<< Oh meno male!!! Allora è bellissimo voler bene! Mi piace la
vita così!>>.
Improvvisa una buffa danza; saltella sul posto mentre muove le mani
nell'aria e ride... Ride come se non ci fosse un domani, ride spensierata.
L'ennesimo ricordo si fa posto nel mio archivio dei ricordi. Lo sento
farsi posto fra tutti i fotogrammi della mia memoria, lo sento trovare il suo
posto perché un senso di calore mi avvampa.
Una lettera segna l'ultimo tempo della giornata... Quella frase.
Quanto maledettamente è vera quella frase << nessuno si merita di stare
in una casafamiglia, tutte noi ragazze con delle storie dietro meritiamo la
libertà ma soprattutto la felicità.>>
Quella lettera, quelle parole stasera non sono dedicate solo a me,
sono dedicate alla vita che è stata così maledettamente ingiusta con loro che
nonostante tutto hanno ancora il coraggio di dire "Grazie", di
parlare d'amore, di fare sentire un educatore indegno a casa. Hanno il coraggio
di essere grate per una carezza, o un risveglio. Hanno il timore di ferirti con
i loro sentimenti... Loro, loro hanno paura di ferire me...
Quelle parole sul bisogno di felicità sembrano pesare come macigni su
questo tavolo.
Eppure dormono leggere, e forse sognano.
La mia vita da educatrice è fatta di momenti: Gravi, pensanti...
Profondi.
L'ultimo momento della mia giornata lo ritrovo nella parte finale
della lettera, la parte scritta da chi è cresciuta con gli orrori di mani
terribili, di parole spregevoli.
<<Mi avete fatto capire che nella vita non ci sono solo momenti
brutti, ma anche momenti belli ed è per questo che ho bisogno di voi. Vi
vogliamo bene >>
Le parole della lettera accarezzano la casa e spero raggiungano anche
i miei colleghi di qualsivoglia comunità, raggiungano chi crede in questo
lavoro perché questo è esattamente il senso più nobile e profondo delle
diciture "comunità" e "
casa famiglia".
Stasera questa casa respira piano, o forse si nutre di ogni singola
boccata d'aria.
I momenti della casa famiglia: una lettera, un tovagliolo, un
"Grazie". Il respiro della casa è lento e sembra quasi volerle
accarezzare nel sonno e spero tanto che lo faccia davvero perché ne hanno un
bisogno immenso, perché lo meritano...lo meritano immensamente.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
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Mercoledì prossimo si rinnoverà l’appuntamento con
‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…