Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
LA CASA DALLE MILLE FACCE
Gli equilibri delicatissimi che si vengono a
creare in Casa Famiglia sono sottoposti a continue pressioni causate da nuovi
inserimenti, dall'adolescenza, dalla complessità delle situazioni che si è chiamati ad accogliere e l'educatore spesso è costretto a muoversi come un equilibrista, ma senza rete di protezione.
Questa casa racchiude la propria
essenza di vita in una sola parola: "mutevolezza". È una casa nata
per essere dinamica, in perenne movimento.
Anche noi educatori dovremmo
essere così muteiformi...ma non è facile.
Gli equilibri delicatissimi che
si vengono a creare qui sono sottoposti a continue pressioni inducendo ad
imposizioni di inevitabile adattabilità alle nuove condizioni imposte da nuovi
inserimenti, dall'adolescenza, dalla complessità delle situazioni delicate che
questa casa è chiamata ad accogliere. Un nuovo ingresso scuote spesso la casa
nelle sue fondamenta e modifica quella stabilità precaria che l'educatore nel
suo delirio di onnipotenza credeva di aver creato con i ragazzi. L'educatore
esattamente come questa vecchia casa deve cedere quello smisurato desiderio di
stabilità per far posto alla dinamicità più sconosciuta e quindi, per questo,
temibile. Un nuovo ingresso significa che vi sarà un bambino/a, ragazzo/a
arrabbiato, terrorizzato, dalla storia poco o del tutto sconosciuta, magari,
come spesso capita, in condizioni igienico-sanitarie precarie. Arriverà
qualcuno che forse non ha mai abitato una casa vera e troverà un educatore che
a poco a poco cercherà di rendere il meno tragico possibile l'impatto con
questo nuovo mondo.
In quel momento l'educatore
capirà di dover ricominciare tutto da capo, forse non proprio da 0.. magari da
3 come diceva il Maestro, dall'esperienza mista alle conoscenze acquisite nel
tempo...ma anche 3 appare spesso molto, troppo vicino allo 0.
Qualche peluche, delle lenzuola
colorate nuove appena messe, libri per la buonanotte sul comodino, medicine da
bambino, abitini minuti e si riparte.
Una casa è l'insieme di grandi e
piccini...far quadrare tutto non è semplice.
Specie in concomitanza di
situazioni molto delicate. Ripenso a "Victor il ragazzo selvaggio"
che studiai all'università...certe volte mi sembra che le cose più banali a
questi bimbi siano sconosciuti. Eppure abitiamo lo stesso mondo, la stessa
epoca. Ci sono case simili alle foreste, mi dico...così mi spiego il perché è
difficile spiegare cosa sia il sedersi a tavola o avere un lettino tutto pulito
per sé, uno spazzolino da denti.
Allora mi chiedo se è così
complesso per me che vivo a "turni"...cosa deve essere questa casa
sconosciuta agli occhi di un bambino che dovrà viverci per un po'?
Ci penso...
Vedo le manine che impastano per
la prima volta in questa casa, la torta alle fragole pronta nel frigo... tutto
è pronto.
Oggi mi dico che anche gli
educatori hanno timore o lo sconforto di sbagliare al cospetto di tanta
rumorosa e spesso selvaggia... fragilità. Anche gli educatori spesso si sentono
spaesati... immensamente.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
Paidòs
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‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…
Un giorno abbiamo
deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una
giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i
giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose
giornate di pioggia.
Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di
rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo e danziamo col vento.
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