9 FRASI DA
NON DIRE MAI AD UN BAMBINO
Parole
dette senza pensare, che ci sembrano banali, oppure che ci sono uscite in un
momento di stanchezza o di rabbia possono offendere i nostri figli. Ecco le 9
frasi più comuni che è meglio non dire a un bambino. Tratto da un articolo di
parenting.com
A tutti noi genitori stanchi e sempre di fretta può capitare di rivolgerci ai nostri figli con frasi sbagliate, che possono lasciare i nostri piccoli feriti e arrabbiati. Paula Spencer, blogger del sito americano parenting.com, ha stilato un elenco delle 9 cose che è meglio evitare di dire ai bambini e con quali frasi sostituirle.
1 Lasciami in pace!
E' più che lecito che un genitore si prenda una pausa dai figli. Ma
dire troppo spesso a un piccolo frasi come: "Lasciami in pace",
"non disturbarmi", "sono occupata"... si rischia di far
interiorizzare al bambino il messaggio che voi non avete mai tempo per lui.
In questo modo sarà difficile che quando sarà grande abbia un dialogo
con voi e vi racconti i suoi problemi da adolescente.
Bisognerebbe, invece, abituarli fin da piccoli che i genitori hanno
bisogno di un tempo per sé. Lasciateli qualche volta con una baby sitter, con
una nonna o da un amico, e prendetevi un po' di spazio. Quando tornerete da
loro sarete più disponibili.
E quando siete stressate e dovete fare qualcosa di corsa, preparatevi
in anticipo delle frasi da dire ai vostri figli. Ad esempio potete dire:
"La mamma deve finire una cosa importante, state tranquilli a disegnare
per qualche minuto, appena ho finito vi porto fuori".
Ovviamente siate realistiche: difficilmente un bambino di età prescolare potrà intrattenersi un'ora da solo...
2 Tu sei così...
Le etichette, soprattutto se negative, rimangono appiccicate ai
bambini e si trasformano in profezie che si autoavverano "Perché sei
sempre così... timido"? "Perché sei così scema...". Alla fine un
piccolo si sente davvero stuipido e inizierà a comportarsi di conseguenza.
Ma anche l'etichetta di "intelligente" rischia di
trasformarsi in un'aspettativa difficile da sopportare per un bambino piccolo.
Un approccio di gran lunga migliore è quello di affrontare il comportamento specifico ed evitare gli aggettivi sulla sua personalità. "Hai sbagliato a trattare male la tua amica. Vediamo insieme come si può rimediare..."
3 Non piangere
Dire frasi come: "Non essere triste"; "Non fare il
bambino"; " Non c'è motivo di avere paura"... Ma i bambini
piccoli che ancora non riescono a dire a parole quello che provano è normale
che piangano, così come è normale che abbiano delle paure. Dirgli che non
devono piangere o non c'è motivo di essere tristi, significa mandargli il
messaggio che le loro emozioni non sono valide. E che non è un bene essere
tristi o spaventati.
Piuttosto che negare le emozioni di un bambino, è molto meglio
dimostrargli di riconoscere quello che prova, ad es: "Devi essere molto
triste perché lui non vuole essere più tuo amico". "E' normale che tu
abbia paura delle onde, ma io ti starò vicino e ti terrò per mano e vedrai che
non ci sarà nessun percolo".
Nominate le emozioni che prova vostro figlio, imparerà a gestirle e a non farsi travolgere. E la prossima volta anziché piangere descriverà con parole sue cosa sta provando.
4 Perché non sei come tua
sorella?
A volte viene naturale prendere un fratello d'esempio: “Tua sorella
alla tua età si vestiva già da sola...”. Ma i paragoni si possono ritorcere
contro. Inoltre ogni bambino è diverso dall'altro.
Lasciate che ognuno si sviluppi secondo il proprio ritmo, il proprio
temperamento e la sua personalità. Paragonarlo sempre agli altri, potrebbe far
sembrare a vostro figlio che voi lo avreste desiderato diverso.
Inoltre i confronti continui non aiutano a migliorare i comportamenti.
Sentirsi sempre sotto pressione per qualcosa che non è pronto a fare o che non
gli piace fare può essere fonte di confusione e stress e può minare la sua
autostima
Oppure potrebbe risentirsi e non fare ciò che gli chiedete per ripicca e iniziare così un braccio di ferro che non porta da nessuna parte. Meglio invece incoraggiare i successi e portare ad esempio ciò che riesce a fare: “Bravo, ti sei infilato il cappotto da solo!”...
5 Dai che lo sai fare
benissimo!
Come i confronti, le frecciatine ai figli possono fare più male di
quello che un genitore immagina. Imparare è un percorso fatto di prove ed
errori. Davvero pensate che vostro figlio sia capace di versarsi l'acqua da
quella brocca così pesante? Se non se la sente non insistite, casomai provate
insieme a vedere come fare. Magari riempite la brocca con meno acqua così non
avrà paura di non riuscire a versarla.
E se sbaglia evitate un commento negativo: non sarà né produttivo né
d'aiuto.
Da evitare anche frasi come: “Non posso credere che l'hai fatto!” “Era ora!” . Non sembrano frasi terribili, ma non vogliono dire niente e il messaggio che un piccolo potrebbe ricevere è “tu non fai
6 Smettila o te le do!
Le minacce sono il risultato di genitori frustrati e raramente sono
efficaci. A volte ci troviamo a urlare avvertimenti come: “ Se lo fai ancora ti
sculaccio!”. Il problema è che poi dovete dare seguito alle minacce, altrimenti
perderete il vostro potere. E ormai è provato che sculacciare non migliora il
comportamento.
E' molto più efficace sviluppare un repertorio di tattiche costruttive: siate autorevoli e calmi, spiegategli che non va bene comportarsi così, che capite le sue motivazioni ma ora non è il momento di avere l'ennesimo biscotto. In alternativa proponetegli di leggere un libro assieme.
7 Aspetta quando papà
torna a casa!
Questa frase molto usata è solo un altro tipo di minaccia. Inoltre si
rinvia il problema in un secondo momento. Mentre davanti a un capriccio bisogna
intervenire subito. Se si rinvia l'intervento del genitore, il piccolo rischia
di non collegarlo con l'azione sbagliata da lui commessa. Quando l'altro
genitore torna a casa è probabile che il bambino abbia dimenticato quello che ha
fatto.
Inoltre passare la patata bollente a qualcun altro mina anche la
vostra autorità. Vostro figlio potrebbe pensare: “Perché devo ascoltare la
mamma se poi tanto lei non fa nulla?”.
Infine si mette il vostro partner nella posizione del cattivo poliziotto.
8 Sbrigati!
Viviamo in un tempo fitto di appuntamenti, orari, mancanza di sonno,
traffico e siamo sempre di corsa. E quando un bimbo, ignaro del ritmo
frenetico, non trova le sue scarpe, non vuole infilarsi la giacca, noi perdiamo
la pazienza e finiamo per urlargli di muoversi.
Quando noi siamo così di fretta i bambini si sentono in colpa. Questo
sentimento li fa stare male, ma non li motiva a fare più veloce.
"Alla mattina a casa mia c'è un tale nervosismo, e l'ultima immagine che hanno di me i miei figli è la mia faccia arrabbiata. Così ho fatto un patto con me stesso, qualsiasi cosa accada alla mattina: il latte rovesciato sui vestiti puliti, la cartella non ancora pronta... devo mantenere la calma e sforzarmi di trovare modi gentili per accellerare" racconta Paul Coleman, terapeuta famigliare.
9 Bravissimo! Sei un
genio! Il rinforzo positivo, dopo tutto, è uno degli strumenti più efficaci che
un genitore ha.
Il problema arriva quando la lode è vaga e indiscriminato. Dire frasi
come:"Ottimo lavoro!" per ogni piccola cosa che il vostro bambino fa,
alla fine lo svuota di significato.
I bambini capiscono benissimo quando la lode è meccanica.
Quindi meglio evitare elogi indiscriminati. Lodate solo i risultati
che vengono da sforzi reali. Per esempio, finire un bicchiere di latte non è un
traguardo eccezionale.
Siate specifici. E' inutile dire: “Bellissimo il tuo disegno” a tutte
le decine di disegni che vostro figlio fa ogni giorno. Meglio commentare
dicendo: “Bravo, vedo che hai disegnato l'albero con tanti rami e hai fatto le
foglie verdi...”
E lodate il comportamento piuttosto che il bambino: “Sono contenta perché sei stato tranquillo a fare il puzzle mentre io finivo di cucinare, proprio come ti avevo chiesto...”
Fonte: www.nostrofiglio.it
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