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mercoledì 22 marzo 2023

Le fiammanti paure di una ragazza costretta a crescere troppo in fretta

 Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

LE FIAMMANTI PAURE DI UNA RAGAZZA COSTRETTA A CRESCERE TROPPO IN FRETTA

Certe volte mi dico che vorrei entrare nei sogni delle mie ragazze in Casa Famiglia, per allontanare quelle tempeste o forse per aiutarli a danzare con la pioggia e con i fulmini. Certe volte mi dico che vorrei che la loro barca arrivasse al porto sicuro del loro futuro. Certe volte invece mi dico che queste ragazze imparano a navigare sin da piccole...devono imparare a farlo necessariamente; è la vita che glielo impone. Noi però, possiamo solo navigare con loro ed imparare a seguire le stelle, a giostrare le vele alla ricerca del vento e di nuove destinazioni. 

Era da un po' che non scrivevo. Ultimamente i turni sono così frenetici che spesso persino la mia mente entra in balia di quanto accade. Ho compreso in questi mesi che un educatore deve necessariamente imparare a saper gestire il tempo in una casa così movimentata e rumorosa, a domarlo cogliendo gli attimi, quelli che si segnano sul diario delle consegne, quelli che si fissano nella memoria, quelli che aiutano ad addentrarsi nel mondo di questi ragazzi. Al pomeriggio liste infinite di compiti invadono la scrivania, la colla a caldo e i cartoncini trepidano in attesa del prossimo lavoretto, l'agenda richiama in rosso le relazioni da scrivere, gli incontri con i servizi, le faccende da sbrigare, la cucina attende i banchetti infiniti che mai saziano del tutto la fame implacabile delle nostre abitanti.

Questa è una casa che pullula perennemente di vita. Al mattino invece le vocine delle più piccole si odono vivaci: <<Sono svegliaaaaa>>. Il tintinnio delle tazze che incontrano i cucchiaini, il brusio di biscotti che si tuffano nel latte e le ciabattine a coniglietto adagiate per terra sotto le sedie sono le prove certe che la giornata è cominciata. Delle più grandi v'è chi è mattiniera ed è già in bagno a prepararsi e chi invece è ancora a letto e si nasconde infreddolita sotto la coperta. Come in un'orchestra ogni cosa qui ha il suo ritmo e la sua parte; i grembiulini rosa sventolano sulle gonnelline scelte la sera prima, orde di trecce si annodano dal capo penzolando ornate di colori luccicanti, le merende volteggiano per la casa in direzione delle destinatarie, gli zainetti attendono le loro bottigliette per essere posti sulle spalle e tutta la frenesia circonda la casa in un walzer sfrenato...

Ogni cosa in questa casa prende vita; eppure fra tanta vivacità un viso evade qualunque sguardo, i suoi occhi puntano in basso. Ogni sera quegli stessi occhi raccontano, proprio come questa sera, le fiammanti e rabbiose paure di una ragazza che viene sottoposta continuamente e senza tregua all'adultità più sbagliata che possa esistere, quella corrotta dall'eccessiva e fasulla consapevolezza di non sbagliare mai. Lei litiga, si arrabbia da anni ormai gridando al mondo la sua indignazione per quanto le sia accaduto...solo che gli adulti non capiscono.

A fine serata, osservo i caldi lettini, i vestiti preparati per l'indomani, osservo le merende, e depongo nel mobiletto il libro che abbiamo letto stasera prima della nanna. Le mie mani scorrono sulle pagine illustrate ed i disegni prendono vita nella mia mente. Risuonano, mentre rileggo, nella mia mente le parole della collega che mi ha ceduto il turno:<< Fa l'incontro con i genitori ma sta lì seduta e non dice nulla oppure esplode>>. Ogni suo tentativo combattivo o risolutivo rispetto la sua situazione spesso viene deviato e deluso dai comportamenti onnipotenti degli adulti che scaricano tutte le loro colpe sui ragazzi. Certe volte guardo quella rabbia e quella delusione lottare incredibilmente contro la speranza che diviene sempre più debole attraverso quegli occhi. La collega mi spingeva a pensare che dobbiamo rafforzare l'idea del suo futuro, piuttosto che lasciare che si perda nel presente, prima che si chiuda del tutto, prima che si perda in quel mondo famelico di realtà e brutture e di poca fantasia e bellezza.

Quando è arrivata da noi il suo sguardo era timido; era molto piccola. Oggi è cresciuta ma di quella grandezza frettolosa che spesso fa male; non si possono avere in così tenera età tutti gli strumenti per affrontare tale pesante complessità. <<Bisogna crescere per forza in fretta altrimenti la vita ti ingoia, che ti pensi che non vorrei essere piccola ancora e non pensare a tutto questo?!>> Una sera queste parole mi avevano raggelata. La verità è che il futuro è tutto per questa ragazza e per questi bambini anche se è stato deturpato o deriso dal passato. Stasera rientrata a casa, raccontava della sua difficoltà a dire <<Quelle cose sdolcinate che si dicono ai ragazzi, ma a me non escono però, a me piace sentirmi dire "dove sei? o come stai?">>... ( Le sue spalle si curvano quasi a difendere il corpo da quell'idea, muove verso la tovaglia il suo sguardo e poi incrocia il mio che le sorride dolcemente) <<Queste sono le frasi che piacciono a me, mi sanno di presenza>>. Quella bimba certe volte la rivedo nell'adulta forte e corazzata dell'oggi. La rivedo quando mangia le crostate di marmellata di cui va matta, la rivedo nel come socchiude gli occhi dopo la carezza che le percorre la guancia prima di dormire, la rivedo quando rimbocca le coperte alla bimba più piccola, la rivedo quando gesticola raccontando la sua giornata, la rivedo nello sguardo ferito quando si accorge che le cose attorno a lei non cambieranno perché gli adulti non vogliono cambiare. Domattina si alzerà per ultima e serrerà il suo sguardo per indurirsi contro il mondo dinnanzi lo specchio mentre si sistema i capelli; è diventata una sua routine di bellezza questa.

Riosservo il disegno percorrendo con le dita il blu del mare e smuovo le ali del grandi drago e penso a cosa sognino queste bambine e questi ragazzi la notte. Mari in tempesta e draghi giganti...

Certe volte mi dico che vorrei entrare nei loro sogni per allontanare quelle tempeste o forse per aiutarli a danzare con la pioggia e con i fulmini. Certe volte mi dico che vorrei che la loro barca arrivasse al porto sicuro del loro futuro. Certe volte invece mi dico che queste ragazze imparano a navigare sin da piccole...devono imparare a farlo necessariamente; è la vita che glielo impone.

Io, la mia collega... Possiamo solo navigare con loro ed imparare a seguire le stelle, a giostrare le vele alla ricerca del vento e di nuove destinazioni.

Domani inizia un'altra giornata.

La più piccina si muove nelle sua culla, la osservo mentre si rigira sul fianco. Chissà su quali mari starà volando con la fantasia.

Intanto lei passa con il suo pigiama rosa confetto, mi sorride e spegne la luce lasciando alle sue spalle un oscuro silenzio.

Certe volte il silenzio di questa casa fa più rumore dei tuoni di una tempesta.

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

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