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mercoledì 9 ottobre 2024

Ti fa paura il futuro?

TI FA PAURA IL FUTURO?

‘Ho paura del mio futuro’…’e se non dovessi farcela da sola?’ . Queste sono le domande che attanagliano una ragazza che si appresta a tornare in famiglia. Ma ancora una volta, una canzone ci viene in soccorso.

 


Il film racconta attraverso lo schermo la sua storia, i piatti che si scontrano con le forchette producono un leggero tintinnio. L'aria umida e fresca entra dalla finestra; in generale è tutto tranquillo...forse troppo tranquillo per i ritmi solitamente rumorosi di questa casa.

La piccola racconta la sua giornata muovendo le manine ed imitando i gesti di tutto ciò che ha fatto all'estate ragazzi, dei suoi giochi, e del suo pomeriggio di pioggia. Una delle grandi si affanna velocemente per mangiare perché deve uscire ed il suo volto parzialmente truccato mi induce a pensare che la povera amica che aspetta che sia pronta attenderà ancora per un bel pezzo.

Tutto è sereno.

Uno sguardo colpisce la mia attenzione; è fisso sul piatto. La forchetta spinge avanti ed indietro un chicco di riso...mi chiedo se lei si aspetti di vedere se muovendolo in quel modo possa prendere vita. Le sue labbra sono immobili ma di tanto in tanto vibrano, come se cercassero di nascondere il tremolio tipico di chi sembra essere sull'orlo di un gran pianto. Di tanto in tanto le sue pupille puntano nella mia direzione per poi tornare pesanti a fissare il piatto. Il plumcake al cioccolato appena sfornato e bollente emana tutto il suo calore spargendo vapore vicino alla finestra; lei ne annusa il profumo. Le faccio silenziosamente segno di avvicinarsi a me; lei lentamente sposta la sedia, si alza da tavola e non appena mi si avvicina allunga le mani attorno al mio collo in un gesto istintivo. Si appoggia debolmente alla mia spalla e dopo pochi instanti percepisco tutto il suo peso gravare sulle mie cosce.

Il suo fiato è interrotto da alcuni singhiozzi.

La mia mano accarezza dolcemente i suoi capelli e ad ogni tocco la sento stringere sempre più forte le mani attorno alle mie braccia.

Dopo alcuni minuti di quell'abbraccio preparo una tazza di latte con lo zucchero e le taglio, ponendogliela innanzi, una fetta di dolce ancora caldo; so bene che il cioccolato sa fare miracoli alle volte. Lei senza dire una parola lo beve tutto e divora il suo plumcake sorridendomi debolmente. Lentamente si avvia in camera e si stende sul letto. Tempo fa acquistai una lampada proiettore che distribuisce stelle e galassie sulle pareti della camera; la sera quella luce proietta immagini di mondi lontani che spero impari a conoscere con la fantasia e l'immaginazione e ci si perda viaggiandoci oltre ed oltre. La accendo e lei segue con lo sguardo la nebulosa salire e dissolversi oltre l'armadio; ho imparato a riconoscere i suoi sguardi così come ho imparato a capire che sta crescendo in una velocità sorprendente.

<<Ti fa paura il futuro Chiara?>>

...

<<Beh si...>> Le rispondo.

<<Anche a me...>>

Cerco la sua vita sottile per darle un pizzicotto e finalmente la vedo ridere...

<<Hai visto? Siamo in due ad avere paura così non siamo più sole ad averne>>

Lei continua a sorridere per un altro po' e poi torna seria.

<<Ti ricordi la canzone che mi hai fatto sentire? Quella che fa: "A modo tuo"... Significa che dovrò fare tutto io? Da sola? E se poi non ci riesco?>>

<<Si...e no>> rispondo...mentre vedo l'ansia crescere e riempire il suo sguardo.

<<Significa che imparerai a fare da sola, a scoprire, a camminare, a cadere, a crescere ma saprai che ci sarà sempre qualcuno al tuo fianco che sa che stai crescendo e farà il tifo per te.>>

Si porta il lenzuolino vicino alla bocca nascondendo quasi del tutto il suo volto e con voce soffocata pronuncia una frase a bassissima voce.

<<Ti puoi dimenticare di me?>>

...

<<No>>

Le sue sopracciglia si rilassano nel sentire la mia risposta ma non si distendono del tutto.

<<Perché?>> Chiede.

...

<<Perché quando hai voluto bene a qualcuno non puoi mai dimenticarlo>>.

Le sue mani estraggono dalle lenzuola una lettera.

<<Questa è per te; però leggila quando le altre sono andate a dormire>>.

Glielo prometto e le dedico qualche altra carezza mentre osservo i suoi occhi chiudersi lentamente.

Mi alzo e spengo la luce cercando di non fare rumore... Sono quasi sull'uscio della porta della cameretta quando una vicina flebile sospira ed emette un leggero suono.

<<Ti voglio bene Chiara>>

Un calore mi avvolge il petto.

<<Ti voglio bene anche io>> rispondo silenziosamente.

Alle volte non servono le parole, serve solo una camera piena di stelle.

Nella mia mente risuona la voce di Elisa mentre canta: "A modo tuo"... Mentre ripenso alle parole: "e nel bel mezzo del tuo girotondo non poterti proteggere ... sarà difficile ma sarà come dev'essere" mi viene in mente un'altra canzone:

<<Chissà... Chissà domani... Su che cosa metteremo le mani...

chissà come sarà lui domani

su quali strade camminerà

cosa avrà nelle sue mani.. le sue mani

si muoverà e potrà volare

nuoterà su una stella...aspettiamo che ritorni la luce

di sentire una voce...>>.

La prossima volta le farò ascoltare anche questa.

Mi affaccio al balcone pensierosa.

Le nuvole si stanno dissolvendo lasciando alle stelle la possibilità di esprimere il proprio bagliore.

"E Quindi uscimmo a riveder le stelle"

Penso che le stelle che appaiono dopo un cielo che minaccia tempesta o dopo un momento oscuro sono sempre le più belle. Proprio come il domani che certe volte si nasconde, come le stelle, oltre il cielo cupo delle paure...e forse è proprio quell'oscurità che ci aiuta a vederlo meglio.

🎶...Aspettiamo senza avere paura...domani...🎶

Fischietto e penso all'ennesimo turno di notte che mi cambierà per sempre.

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

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