Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
A MODO TUO
È arrivata
da noi che era uno scricciolo e le sue notti erano piene di incubi, ora
sorride, gioca e sa che non è mai sola e che c’è sempre qualcuno che ‘veglia’
su di lei.
Ero seduta dietro la scrivania.
Capita spesso che durante la settimana vi siano degli incontri dei nostri
ragazzi con i propri genitori. Durante questi incontri, quando possibile, tendo
a portarmi avanti con i lavori burocratici; segnare gli appuntamenti della
settimana successiva, aggiornare il calendario. Ero intenta nel mio lavoro
precisino mentre, di tanto, osservavo l'incontro.
La bimba che aveva l'incontro dialogava con i suoi genitori ed in quel
momento si stava improvvisando maestra di musica. Chiedeva ai suoi genitori di
tacere affinché potesse spiegare loro cosa fare e cantare la canzone che poi
gli avrebbe insegnato.
Mentre agitava le manine muoveva una bacchetta immaginaria quasi stesse
dirigendo un'intera orchestra fantastica.
Il padre aveva realizzato una sorta di cono di carta per ampliare la voce a
mo' di megafono e lei divertita lo aveva preso fra le mani e ridendo gridava
attraverso di esso. Rideva e rideva nel sentire la sua voce propagarsi
attraverso il foglio. Nel mentre delle sue risate iniziava a cantare:
<<A modo tuo, andrai a modo tuo, camminerai e cadrai, ti alzerai
sempre a modo tuo>>.
I miei occhi si spostano su di lei. I suoi occhi sono posati su di me nel
contatto più profondo che ci possa essere fra due esseri umani. I battiti nel
mio petto rallentano. La sua vocina echeggia in quella stanza che da arancione
sembra essere diventata blu. C'era solo lei inquadrata da una luce calda che le
dava la giusta teatrale importanza...
I suoi occhietti mi sorridono e lei continua a cantare.
<< A modo tuo, A modo tuo vedrai a modo tuo, dondolerai, salterai,
cambierai sempre a modo tuo>>
Si mette a ridere e mi viene ad abbracciare.
...È arrivata da noi che era uno scricciolo e le sue notti erano piene di
incubi. Una notte di quelle che le facevano paura, la stavo cullando. La calda
coperta celeste la avvolgeva e quelle manine erano strette attorno alle mie.
Iniziai a cantare la canzone di Elisa. La cantai per più di un'ora.
Vidi i suoi occhietti chiudersi finalmente e la manina che stringeva la mia
diventare morbida ed abbandonarsi alla coperta soffice.
Il suo respiro era calmo, non era più agitato.
La misi nella culla continuando a cantare.
Anni dopo quella canzone la cantavamo io e lei in cucina con altre bambine
mentre preparavamo una torta. La dedicavo alla loro paura di crescere ed alla
mia di lasciarle andare un giorno.
Cantavamo in cucina mentre una buffa torta con gli occhi di caramelle
prendeva forma...
La stanza ritornava arancione e quella bimba era diventata più grande
rispetto al mio ricordo o forse anche più della sua esatta età; ora sorride,
gioca e chiede al mondo i perché del suo essere a quel modo, chiede i perché
dei perché.
Gira le manine mentre danza, saltella facendo sobbalzare quei bei capelli
ricci che si muovono leggeri al di fuori dell'elastico, ribelli a ciò che
stringe, ribelli e unici.
<<Questa è la canzone di Chiaranetta>> spiegava alla mamma.
Non c'erano calendari o appuntamenti da segnare, non c'era più una
scrivania, forse non c'ero più neanche io... C'era una bimba che cresceva e
donava a me il momento più dolce della giornata o forse dell'anno o forse di
sempre.
<<Sarà difficile diventar grande
prima che lo diventi anche tu;
tu che farai tutte quelle domande,
io fingerò di saperne di più.
Sarà difficile
ma sarà come deve essere...
metterò via i giochi;
proverò a crescere.
Sarà difficile chiederti scusa
per un mondo che è quel che è;
Io nel mio piccolo tento qualcosa
ma cambiarlo è difficile.
Sarà difficile...
Dire "Tanti auguri a te"
a ogni compleanno,
vai un po' più via da me>>
Quante volte le ho pensate queste frasi...
Quante volte le penso...
Torniamo a casa, lei corre e saltella.
Prima aveva il bisogno di stringere la mano sempre, aveva bisogno della
certa presenza dell'adulto ora invece per lei è tutto un gioco. Corre sicura,
si gira, fa la linguaccia, sa che l'adulto è dietro di lei anche se lei non
guarda. C'è quella sicurezza che le consente di muoversi libera. La guardo con
immenso orgoglio e credo che tutto questo sia la benedizione che ogni tanto
cerca una ragazza che non crede a nulla e a nessuno a questo mondo...tranne che
nella bellezza di una bimba che canta la sua ninna nanna ricordandomi quanto
stia crescendo e quante cose belle vorrei il mondo avesse in serbo per lei, per
le altre ragazze, per tutti i ribelli di questa casa.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
Paidòs
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‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…
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