Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
GRAZIE!
Ritrovo questa scritta su
una decorazione dell’albero di Natale. Non so di preciso cosa ci sia in quel
"Grazie". So solo che, ancora oggi, quell'oggetto è la testimonianza
del passaggio di una persona pura, dolce e buona come poche. Una persona di cui
essere immensamente fieri. Il suo fu un dono in onore del Natale che ha amato e
ama, spero ancora così tanto.
Smontare l'albero è un rito tanto quanto montarlo.
L'albero della Casa Famiglia è colmo dei nostri lavoretti, dei
pensieri e dei ricordi di ogni singola bimba o ragazza che abbia avuto modo di
soggiornare in questa casa nel periodo di Natale.
Ciascun oggetto viene rimosso con la massima cautela e deposto nelle
scatole quasi fosse un reperto fondamentale per la storia dell'umanità.
Mentre penso, seccata, alla velocità con la quale questo Natale sia già
andato via, mi ritrovo fra le mani un piccolo oggetto bianco...
Deve essermi sfuggito al montaggio dell'albero o forse qualche altra
bimba l'aveva posto fra i suoi rami senza che me ne accorgessi.
Lo giro e lo rigiro fra le mani osservandolo, vi si legge ancora la
scritta: "Grazie".
Risale ad uno dei miei primi Natale in comunità... Ed anche il SUO
Natale in comunità...
...Anni addietro eravamo sedute al tavolo della cucina che era
strapieno di cuori bianchi da decorare, metri di adesivi e nastri erano sparpagliati
sulla tovaglia. L'aria era pervasa dall'odore della colla a caldo.
Lei era china lì su quel cuore da diversi minuti. Osservava quel
piccolo oggetto, le pupille si muovevano nonostante lo sguardo fosse fisso su
quella superficie bianca e piana. La cucina, come sempre, era rumorosa;
risuonava di voci e casino. Lei era silenziosa sebbene di solito parlasse molto
e volentieri; il mio sguardo indugiò su di lei. Era così intenta; qualche
giorno prima mi aveva raccontato della sua passione per il Natale, dei suoi
nonni che adorava e di quanto le piacesse decorare e cimentarsi in presepi e
decori. Eppure, sebbene fosse entusiasta fino a qualche secondo prima, pareva
che il mondo e con esso i suoi rumori natalizi si fossero fermati.
Un'altra ragazza, nel mentre, aveva attaccato tutti gli stickers
possibili e immaginabili su un altro decoro; un'altra ancora cercava le musiche
sul telefono mentre raccontava da ore del suo ragazzo. Una bimba minuscola dai
capelli biondi giocava mentre un'altra ragazza si nascondeva sotto il tavolo
imitando il verso del Lupo per farla ridere come una matta, un'altra guardava
la tv. In tutto quel delirio lei scriveva... Lentamente: solo - quella -
parola.
Ultimata la sua opera alzò lo sguardo cercando il mio che era già ed
inesorabilmente fisso su di lei. Fece un breve sorriso non appena si accorse
che i miei occhi indugiavano da un po' su di lei; le sue guance divennero
paonazze. Strinse le spalle e
timidamente disse: <<Così un domani ti ricorderai di me e chissà qualche
altra ragazza lo vedrà e si sentirà meglio>>.
Da allora mi promisi che quel decoro sarebbe rimasto parte integrante
dell'albero di Natale della casa famiglia e così gli altri delle altre ragazze.
Ricambiai quel dolce sorriso mentre la osservavo cimentarsi sognante
nel decoro successivo.
L'aria sognante era una sua particolarità. La si vedeva spesso
guardare fuori dalla finestra malinconica o canticchiare a bocca chiusa.
Quando guardava un film si stringeva sempre teneramente al braccio
della sua amica preferita della casa famiglia.
Una domenica mentre preparavamo assieme il pranzo, ascoltavamo
"Che tesoro che sei" di Venditti. Cantavo mentre cucinavamo assieme,
(ricordo ancora nitidamente quel pranzo: orecchiette fatte da noi, cotolette,
patatine e torta di fragole) lei mi disse che le piacevano quelle canzoni
perché le ricordavano la parte più bella della sua infanzia...la parte felice;
quella che poi fu minacciata dall'orrore e dalle brutture di un mondo che fu
per lei ingrato e spietato.
A sua volta mi fece innamorare delle canzoni di Ultimo; lei era la
"Farfalla Bianca" di Ultimo, l'ho sempre pensato o forse la ragazza
dai "Sogni appesi".
Non so di preciso cosa ci sia in quel "Grazie". So solo che,
ancora oggi, quell'oggetto è la testimonianza del passaggio su questa Terra di
una persona pura, dolce e buona come poche. Una persona di cui essere
immensamente fieri. Il suo fu un dono in onore del Natale che ha amato e ama,
spero ancora così tanto.
Ricordo ancora lei e un'altra ragazza che ridevano come matte mentre
trasportavano l'albero di natale nuovo fino a casa senza dar conto minimamente
al suo enorme peso. Erano felici perché in casa c'era un albero grande,
ridevano e si divertivano mentre lo trasportavamo sulle spalle velocemente... Anzi
il più velocemente possibile per portarlo a casa e decorarlo.
Lo stesso albero diversi anni dopo fu ribattezzato: "Signora
Meraviglia" da due bambine che mi fecero odiare ed amare immensamente
questo lavoro. Insegnarono tanto alla mia indegna ed adulta consapevolezza
sulla vita.
Ogni anno appongo i nomi e i decori delle nostre ragazze fra i rami
della nostra "Signora Meraviglia". Ogni singolo nome o decoro di ogni
singola ragazza o bambina che sia passata o sia qui merita un posto d'onore fra
le luci e i rami di quell'amato albero. Anche quando vanno via non li rimuovo e
credo che così farò finché questa casa non si stancherà di me e delle mie
lunghe ed infinite parole.
Prima di chiudere la scatola osservo, per l'ultima volta quest'anno,
quel piccolo oggetto. Istintivamente scrivo in nero la parola
"FRAGILE" sul foglio che indica il contenuto di quella scatola per
renderla riconoscibile.
Fragile come la mia dolce "Farfalla bianca".
<<Si posa una farfalla sulla spalla ed io
non posso darle altro se non un addio
che il suo destino è fragile come la forza
ma dice che oggi vola ed è li la ricchezza.
Rinchiude in un minuto vent'anni di cose..
Il tempo in fondo è quello che noi gli affidiamo; di quelle ali tra
cent'anni chissà che rimane.
Mi dice, "Lascio ai bimbi il sogno di volare"
ma ora ti prego mi porti al mare?
Qualsiasi posto purché sia altrove
dove non servono più le parole>>.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
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‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…