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mercoledì 25 maggio 2022

Svegliati prima che sia tardi

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

SVEGLIATI PRIMA CHE SIA TARDI

La realtà spesso è brutale, soprattutto quando sono gli altri ad aprirti gli occhi. Per te non ci sono  state mai visite, biglietti d'auguri, regali. Non ci sono pensieri a Natale o al compleanno. Non ci sono mai pacchi di vestiti o incoraggiamenti per la scuola. La tua vita è nutrita dalle parole e dalle promesse non mantenute, e se qualcuno te lo fa notare, il mondo ti crolla inesorabilmente addosso.Un’altra struggente pagina tratta dal diario della nostra educatrice Chiara.

 

Suona il campanello, sento passi veloci che corrono sulle scale ed il rumore di qualcosa che cade violentemente a terra, distruggendosi. Il suo viso è paonazzo e gli occhi grondano lacrime a più non posso. L'altra ragazza è arrabbiata e stranita per quanto sta accadendo; osserva la scena con gli occhi sgranati. 

<<Chiara voglio andarmene da qui, non me posso più. Devo andarmene da qui!>>. Il suo zaino precipita sul pavimento, mi sembra atterrito persino lui.

<<Parliamone un po', raccontami>> la mia mano accarezza quella fronte sudata e quei capelli smossi dalle intemperie dei suoi movimenti bruschi.

Si siede sul letto. Credo che sia la volta decisiva in cui vedo la tristezza prendere forma e diventare umana.

<<Non doveva dirmelo!!!! Non doveva permettersi di insultare la mia famiglia. Dice che non mi vogliono, che non mi prenderanno con loro. Sparla di loro senza sapere. Come si permette di sparlare????!!! Ora sparlerò io di lei! Eccome se lo farò!>>.

Scorgo con lo sguardo l'altra ragazza...vedo un volto serio, irremovibile. Mantiene fra le mani pezzi e schegge di un telefono distrutto.

Ora tutto ha un senso.

<<Scommetto che ti ha detto di non illuderti. Scommetto che ti ha detto che è meglio svegliarsi ora dall'illusione della famiglia felice prima di schiantarsi contro la realtà e scommetto che ti ha detto che è meglio che inizi a smettere di crederci nelle tue fantasie>>

Mi silenzio ed attendo.

Le lacrime scorrono veloci. Il viso si muove lentamente annuendo.

<<Non è sparlare questo...sai?

Alle volte ci sono cose che non vuoi sentirti dire perché fanno male>>

A questo punto crolla. Di solito lei è arrabbiata e sbatte tutto e scappa; oggi mi dà tanto l'idea di essere la persona più sola del pianeta.

La stringo a me.

<<Se ne sono dimenticati di me...se sono andati tutti>>.

Chiamo l'altra ragazza... so che lei è convinta di beccarsi un rimprovero con i fiocchi; lo vedo nei suoi occhi fieri.

Si stranisce vedendomi così calma e così accomodante nel suoi confronti. Mi guarda di sott'occhio per capire la situazione. Le chiedo semplicemente di dirmi cosa fosse successo.

Un fiume in piena:

<<Le ho detto che la deve smettere di credere alle bugie di chi dice che ci sarà e poi non c'è. Ma ti rendi conto che finito tutto mi dovevano riprendere? Dove stanno? Tu li hai visti? No! Ora sta qui e può e deve pensare a lei senza illudersi alle scemenze che le dicono. Sono mesi che non vengono i suoi, i miei, dove stanno tutti? Dove sono? Deve svegliarsi ora perché poi fa troppo male. A me avevano detto che non sarei stata da sola e guarda dove sono! Deve mettersi in piedi e pensare al futuro e non aspettarlo dall'alto. Questo le ho detto, non è stata una cattiveria, non sono cattiva!!! Voglio solo che non si faccia male come me. Io ora so, non vorrei saperlo ma lo so; lo so che se non vado a lavorare ora io resto con il sedere a terra così vado a lavorare e così deve fare lei, deve reagire. Deve smettere di parlare delle fesserie. Sparlare, non sparlare… ma basta con queste fesserie!!! Se vuole farle, che faccia pure a me non interessa!! Deve saperlo però che se fa queste cose in mezzo alla strada la distruggeranno; durerà un giorno e così la sua spavalderia. La strada funziona così, io lo so bene e anche lei lo sa; si mette solo nei guai e deve smetterla!! Basta! Pensasse al domani e ci pensasse subito>>

Nei miei libri la chiamavano Peer Education...educazione fra pari.

In questa stanza ce ne sono due di cuori spezzati. Uno è talmente tanto fragile che si è indurito al punto di essere schietto e tagliente per paura di essere ferito. Uno è in preda alla tristezza del sentirsi soli e di sapere che quelle parole sono maledettamente vere.

Non ci sono mai state visite per lei, biglietti d'auguri, regali. Non ci sono pensieri a Natale o al compleanno. Non ci sono mai pacchi di vestiti o incoraggiamenti per la scuola. La sua vita è nutrita dalle parole...parole che non corrispondono mai alla realtà.

Due, in apparenza acerrime nemiche, sono più vicine oggi di quanto pensassero e di quanto non lo siano, forse, mai state.

Guardo quel telefono a pezzi... È la sola cosa che aveva. Al suo arrivo aveva una valigia e quel telefono che valeva per lei più di ogni altra cosa.

Un'ora dopo sono seduta ad un tavolo e studio la Ginestra di Leopardi con un'altra ragazza. La ascolto mentre parla:

<<Cresceva sui pendii della pietra lavica... cresce nutrendosi di speranza se ci pensi. Di speranza di non cadere giù>>

La natura è così maligna: nascere, vivere e morire in un mondo che non tiene conto dei sentimenti, di un mondo che ti porta alla ricerca di un piacere illusorio che ti condanna all'infelicità di non raggiungerlo mai.

Eppure nonostante tutto al mondo c'è una pianta che si nutre di speranza, che vive dell'impossibile. Penso che in questa casa coltiviamo ginestre...piccoli fiori gialli crescono e hanno paura del mondo, tanta paura. Eppure crescono.

Che ci sia un filo che collega questi turni...?

Certe volte mi dico di sì.

<<Il tuo capo innocente:

ma non piegato insino allora indarno

codardamente supplicando innanzi

al futuro oppressor; ma non eretto

con forsennato orgoglio inver le stelle,

nè sul deserto, dove

e la sede e i natali

non per voler ma per fortuna avesti;

ma più saggia, ma tanto

meno inferma dell'uom, quanto le frali

tue stirpi non credesti

o dal fato o da te fatte immortali>>

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

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