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martedì 3 gennaio 2023

La cena di comunità

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

LA CENA DI COMUNITA’ CHE ANTICIPA IL NATALE

Le nostre cene di comunità rendono l'idea di una cena in famiglia; c'è chi apparecchia, chi fa la spesa, chi cucina una cosa, chi compra i regali e questa collaborazione crea "comunità". Ognuno a modo suo, con al sua presenza diviene indispensabile. Questo è un lavoro tanto di testa, tanto di conoscenza, tanto di cultura quanto di cuore.

La parte bella di questo mestiere è la condivisione. Certe volte ormai difficilmente riesco a separare le preparazioni di qualunque cosa e discernere quali siano per casa mia e quali per la Casa Famiglia. Le corse ai regali, l'affanno di teglie e teglie di cose da mangiare da sistemare, cuocere, impacchettare. Il frigo è sempre pieno di dolci per casa mia e per la Casa Famiglia. I pomeriggi ad incartare i regali, a scrivere i pensieri sono lunghi perché lunghe sono le liste dei destinatari dei pensierini. Ormai l'una casa è il prolungamento dell'altra. 

Le nostre cene di comunità ormai mi rendono l'idea di una cena in famiglia; c'è chi apparecchia, chi fa la spesa, chi cucina una cosa, chi compra i regali e questa collaborazione crea "comunità". Ognuno a modo suo, con al sua presenza diviene indispensabile in quest'ottica. Vi è un nonché di pedagogico anche in attimi come questi; l'unicità e la specialità di ogni singolo individuo arricchiscono le altrui prospettive o l'altrui sguardo di nuovi stimoli e di nuovi modi di fare e di osservare.

A tavola ci si passa i vassoi con le portate, si scherza con i ragazzi, si mangia con i bimbi piccoli in braccio, si ride e mentre i ragazzi sono distratti a giocare e ballare si depongono i regali sono l'albero per potenziare la magia di quel momento. Le facce di chi apre i pacchi sono le medesime dei bimbi della mia casa che a Natale cercavano di scavare fra i regali e capire quale fosse il proprio. Ieri osservavo la lunga tavolata e mi sentivo a casa. Ascolto i ragazzi raccontare dei Natali passati e di quanto sia stato possibile creare una tradizione natalizia persino in vite complesse e frammentate.

<<Ti ho detto che si faceva la cena con tutti: ogni anno si fa >> oppure <<Vedi che qui il Natale si festeggia sempre, che ti pensi! E deve ancora arrivare la vigilia...>>

Frasi potenti come queste raccontano di come nella casa finanche più speciale possano radicarsi nuove tradizioni, nuove certezze che creano in un ragazzo un senso di appartenenza seppure minimo, seppure legato ad un momento, ad un ricordo ma che vale tantissimo.

Quando penso al Natale penso sempre alla sua capacità di produrre ricordi preziosi e luminescenti che si rammentano ed illuminano anche gli attimi più cupi.

Questo è un mestiere in cui le vite e le storie di tante persone si intrecciano fra loro e si contaminano vicendevolmente. Questo è un lavoro tanto di testa, tanto di conoscenza, tanto di cultura quanto di cuore...

Ieri a tavola osservavo tutti e mentre assaggiavo la parmigiana più buona del mondo...mi sentivo bene.

Le nostre non sono mai cene fra colleghi; le nostre sono cene fra colleghi e ragazzi, le nostre sono cene che se curate e decorate con passione e voglia di stare assieme...profumano di casa.

Ieri è questa la magia che è stata compiuta. Spesso non servono bacchette magiche, alle volte basta avere solo la capacità di immaginare, progettare e darsi da fare. Il risultato è di una tenerezza unica al mondo e raccolta di quanto possa essere dolce il Natale anche nella casa più bizzarra o complessa o insolita. Eppure, per quanto bizzarri, ieri per noi era già Natale nella sua più alta e potente valenza. 

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

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