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mercoledì 24 maggio 2023

Quando una persona è cattiva, viene punita

 Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

QUANDO UNA PERSONA E’ CATTIVA, QUELLA PERSONA VIENE PUNITA! 

'STRANE' DISCUSSIONI IN CASA FAMIGLIA.

Senza volere, Harry Wormwood aveva dato a sua figlia il primo insegnamento pratico utile per lei. Lui voleva dire "quando una bambina è cattiva", invece aveva detto "quando una persona è cattiva", facendo così sorgere in lei l'idea rivoluzionaria che i bambini potevano punire i loro genitori, se questi l'avessero meritato, naturalmente.

Eravamo a tavola e stavamo guardando un film che ha accompagnato la mia infanzia: "Matilda sei mitica".

Quanto spesso ho condiviso la passione di Matilda per i libri; come lei ho navigato sulle parole di Hermann Melville alla ricerca della balena bianca e persa fra le strade dei racconti di Dickens. Come Matilda ho sempre serbato il dubbio, da bimba che andava a scuola, che spesso i bambini non vengano reputati all'altezza delle cose. All'università capii che quel pensiero incarnato nella terribile Signorina Trinciabue altro non fosse che una rappresentazione accentuata della pedagogia dell'"infante"; di colui che non parla, di colui che è incompleto, di cui che per dirla con le sue parole bofonchiate "Troppo piccolo, sbrigati a crescere!!!".

Adoravo la signorina Honey, la dolcezza con la quale si rivolgeva ai bambini, al mondo meraviglioso che sapeva intravedere negli occhi di un bimbo oltre la mera impossibilità percepita dagli adulti.

Il signor Wormwood era un adulto non tanto differente da quelli che ho imparato a conoscere da adulta. Uno fra quelli che guadagna lo stipendio con l'inganno e nell'ignoranza forgia la propria capacità di sentirsi superiore agli altri. Così la moglie così ahimè il figlio grande. Quell'adulità legata ai programmi televisivi fasulli, alla prepotenza, all'apparenza e alla mancanza di sostanza. <<Vivevano in una bella casa ma non erano belle persone...>>

<<Un libro??!, quello che puoi imparare da un libro puoi impararlo meglio e più in fretta dalla televisione... Quella Matilda una disgrazia>>

A tavola riflettevo su quanto fosse attuale ogni singolo aspetto raccontato dalla storia: la genitorialità decisamente non innata,  la didattica della sopraffazione e del trasferimento contenutistico, la speciale unicità dei bambini, il potere della cultura, l'adozione, la pedagogia della dolcezza e della "cura", della scoperta, della conquista e della rivincita della signorina Honey, l'ignoranza trapelata dalla voglia del vuoto trasmessa dalla TV...

Ero assorta nelle mie riflessioni insomma.

Una vocetta irrompe nel silenzio rumoroso dei miei pensieri.

<<Forse i bambini sono gli unici ad aver capito che anche gli adulti si possono educare?>>

Cerco con lo sguardo la provenienza di quella vocina. Lei mi osserva aspettando la mia attenzione.

<<La signorina Trinciabue deve aver avuto un'infanzia molto triste per essere diventata così cattiva con i bambini. E il padre di Matilda forse da bambino è stato cresciuto come un re...ecco perché parla così. Forse da piccolo gli è stato dato tutto quello che voleva e i genitori non gli hanno mai insegnato le cose belle...>>

Ascolto con rapimento quelle parole.

<< Matilda non ha i poteri...o meglio li ha rubati o imparati dai libri. Come nelle fiabe...insomma...nelle fiabe c'è sempre uno strumento magico...il suo è stato il libro per lei funziona come una spada magica>>

Un calore si diffonde nel mio petto.

<<Si...forse è così>> non volevo guastare con le mie parole l'effetto benefico di quel ragionamento tanto puro quanto arguto.

<<Se fossi come Matilda forse anche io darei una lezione ai grandi che fanno i cattivi...specie se sono cattivi con i bambini. E poi li chiuderei in una scuola e metterei davanti a loro mille libri per imparare, e ad insegnare dovrebbero essere i bambini.>>.

Si rigira verso la TV posando dolcemente la testa sulle sue mani. Lo sguardo era fisso sullo schermo ma era così chiaro che la sua mente fosse altrove. I gomiti sostenevano il peso di tutto quel pensiero.

Alla fine del film, non riuscivo a non smettere di pensare a quelle parole.

Si lava i denti, sistema le sue ciabattine accanto al letto. Racconto la storia dei Fiori di Ida. Ero sul punto di mettere al posto il libro quando sento di nuovo quella voce:

<<Chiara: Perché tu ci credi nei bambini?>>...

<<Forse perché non sono mai cresciuta del tutto o almeno spero>>.

Il suo viso dolce mi sorride e si nasconde per buona parte sotto la coperta.

Le faccio l'occhiolino e le do la carezza della sera rimboccandole le coperte.

L'altra sera a teatro ero intenta a fotografare un baule magico lasciato aperto sul palco. Mi piacevano i colori dei fiori riversati sul legno e le luci fioche che come in quadro illuminavano i dettagli preziosi lasciati incustoditi in quella scenografia malinconica che soffriva dell'assenza del suo mago.

<<Vedi quel baule, Chiara?>>

Mi giro e vedo quella faccetta che mi fissa.

<<Forse i bambini sono come quel baule, solo i maghi sanno tirarci fuori le magie o meglio...solo i maghi sanno vedere le magie che un bambino sa fare>>.

Quel baule diviene ancora più bello nei miei occhi. Lo immortalo cosi, come una dispensa fondamentale da memorizzare per un esame dell'università, un esame che non vedo l'ora di sostenere.

<<Quanto desiderava a volte avere una persona amica, una persona buona e coraggiosa come gli eroi dei suoi libri. Sospettava però, che come i draghi parlanti e le principesse dai capelli tanto lunghi da potercisi arrampicare, queste persone esistessero solo nei libri di favole. Ma presto avrebbe scoperto che poteva essere amica di se stessa, che possedeva una forza di cui non era consapevole.>>

Così raccontava il narratore mentre Matilda stringeva triste a sé la sua bambola di pezza.

"Punire" per una bimba della casa famiglia è un verbo convertibile in altri verbi quali: educare, insegnare, leggere.

Insegnare o rieducare finanche i propri genitori...

Solo i maghi o forse no...

Fatto sta che i bambini hanno tanto da insegnare, ne sono sempre più convinta.

 

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

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