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mercoledì 3 maggio 2023

Il bello delle uscite in Casa Famiglia

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati 

IL BELLO DELLE USCITE IN CASA FAMIGLIA

Ogni volta che passiamo qualche giornata fuori con i nostri bambini, dietro tante azioni apparentemente banali, si celano invece mille emozioni, mille preparativi e spasmodiche attese. 

L'uscita di comunità porta con sé tutta una serie di azioni e parole comuni ma al tempo straordinarie. I panini, la felpa, la borraccia, il succo di frutta, la sveglia al mattino presto, la nanna anticipata; banalità necessarie insomma. Dov'è dunque la straordinarietà? 

È il carico di attesa nascosto dietro la banalità di queste parole che sottende qualcosa di straordinario. "Preparare i panini" equivale a: due facce intente ad incartare con cura i panini al salame, la fetta rubata, la risata che la succede quando ci si accorge di essere stati colti in flagranza.

La preparazione della felpa sottende il: ‘’Metto questa? No questa è migliore? Che dici così?’’.

La borraccia riempita dell'acqua da manine piccolissime, la linguetta che sporge dalla bocca serrata in un'espressione concentrata e trionfante: ‘’Guarda ce l'ho fatta sola sola!!!’’.

‘’Ma quanti succhi di frutta ci vogliono??? Te lo dico io!’’. Una vocetta stridula che ancora non sa neppure contare pronuncia i nomi di tutti coloro che saranno presenti l'indomani dirigendo le operazioni di smistamento, sbucando con il nasino all'insù da sotto il tavolo tanto alto ma non abbastanza per impedirle di irrompere nei ragionamenti e prendere il sopravvento (l'educatrice che OVVIAMENTE dimentica a casa buona parte dei succhi di frutta).

Il libro delle fiabe anticipa la sua ora lavorativa, attende lì sul tavolino d'essere letto, il bacio della buonanotte, le coperte colorate che allietano la casa dei loro movimenti morbidi e caldi, la lampada che si spegne.

La debole luce grigiastra che penetra dalle finestre, la sveglia che suona e risuona minacciosa, i lettini che si svuotano e i piccoli zombie che si aggirano per la casa assonnati ma trepidanti di partire...

‘’Ehi guardami!!! Io sono pronta. Mi dai la mano?’’.

La manina stringe quella mano così grande rispetto alla propria così diversamente minuscola. Le chiavi sbatacchiano contro la porta facendo risuonare un rumore metallico che spezza il silenzio mattutino, avvisando che ormai la porta è chiusa ed è tempo di avviarsi. Francesca attende davanti al portone sorridendo e iniziando a ‘sparare’ le sue solite battute a destra e a manca, Marco seduto nel pulmino, saluta con la mano accogliendo le faccette arzille.

Quanto potenti possono esser azioni tanto banali se raccontate dalla gestualità più pura e più docile?

Una uscita IN comunità più che Di comunità.

Vi sono azioni che ritengo siano meravigliosamente preziose poiché condivise, poiché spensierate, poiché proprie dei bambini. Sono le azioni migliori quelle perché profumano e risuonano di casa.

Il cielo si è truccato di grigio per quasi tutto il tempo...eppure questa giornata non poteva essere più divertentemente colorata di così.

 

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Mercoledì prossimo  si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.


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