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mercoledì 1 febbraio 2023

La potenza dei racconti della sera

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati 

LA POTENZA DEI RACCONTI DELLA SERA

Ogni sera un racconto, ogni sera un nuovo libro, perché la narrazione educa al pensiero, il pensiero alla scoperta e la scoperta educa alla libertà.

<<La lettura prima della sera può avere sfumature assai interessanti.>>

Ricordo che studiai <<Lilith>> all'università e me ne innamorai.

Fra le varie ribelli a cui fui educata vi era questa "strega"; così la definirono. La ribelle alla umana potestà di Adamo, ripudiata a causa della sua innata propensione alla libertà e tramutata in parole e racconti in mostro, un po' come accadde per Medusa.

Se le donne avessero saputo, che una fra loro anzi la prima fra loro aveva avuto l'ardire di discostarsi dall'obbedienza per dedicarsi al pensiero, avrebbero potuto ribellarsi anch'esse e forse la storia religiosa e civile e culturale sarebbe stata diversa alquanto; "pericolosamente" troppo diversa. Rammento ancora bene queste parole.

Una donna ribelle non si può reprimere per volontà "divina" perché è perennemente incline al dubbio ed alla messa in discussione. La curiosità femminile fu condannata nei secoli perché necessitava di essere repressa, l'intelligenza fu definita demoniaca, la loro bellezza fu esaltata per il puro godimento maschile. E pensai che di queste donne spesso nei miei libri di scuola non v'era nulla...

Era notte e due bimbe ascoltavano in silenzio il racconto della Strega per eccellenza. Due bimbe posavano il seme della ribellione nella propria mente, e se lo fanno le bambine di una casa famiglia la qualcosa è davvero potente, perché proprio loro conoscono bene cosa sia la tirannia e la prepotenza adulta spesso anche misogina.

<< I racconti della sera sono potenti.>>

Due bimbe osservavano la pila di albi illustrati che esplode nella loro camera: <<Anche noi abbiamo una biblioteca, se ci pensi>>.

Una biblioteca di bellezza e di curiosità che non bisogna mai condannare ma coltivare.

Ogni sera un racconto?

Si, la narrazione educa al pensiero.

Il pensiero alla scoperta.

E la scoperta educa alla libertà.

 

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

mercoledì 25 gennaio 2023

Figlia Mia

 FIGLIA MIA

 

Figlia mia, sii pietra dura

per chi vuole scalfire il tuo mondo

e modellarti come meglio crede.

Sii roccia impervia

per gli amori malati,

che vogliono domarti

e pretendono di tenerti a bada

e vorrebbero isolarti dal mondo intero,

per averti tutta per loro.

Non mendicare amore,

per paura della solitudine.

Fai della mancanza un’occasione per diventare tormenta.

Scagliati come un’onda d’urto

che si oppone agli abbandoni,

alla sofferenza, al dolore.

Sii più forte di loro.

Falli tremare.

Impara a costruire muri,

vette invalicabili,

per chi ti manca di rispetto

per chi osa con la violenza , quella dei gesti

o delle parole.

Fatti caverna inaccessibile

in cui nascondere il tuo cuore di perla

dalle false persone.

Da chi ti mette da parte,

quando pensa che ci sia di meglio.

Da chi fa finta di non vederti,

perché non servi più.

Da chi non trova il tempo,

quando tutto ciò di cui hai bisogno è presenza.

Sii superficie marmorea, lucente,

per farti scivolare addosso gli insulti, le umiliazioni.

Di chi vuole impedirti di crescere, di essere migliore.

Non accettare mai compromessi.

Pretendi attenzione,

con gli amici, con un compagno,

fatti scaltra come le facce delle montagne rivolte al sole.

Non lasciare che ti sgretolino le critiche.

Fatti tu sabbia,

scivola tra le loro mani,

perché sappiano che un animo pulito

non si può chiudere in un pugno di parole.

Ma quando incontrerai chi di te ha rispetto, fatti incavo in cui accogliere le carezze, 

rigagnolo in cui far scorrere l’incanto.

Fa che le tue crepe

siano impenetrabili all’odio e al rimpianto,

che li attraversi solo l’acqua che lava, che porta via.

Figlia mia, fatti cristallo,

quando incontri l’amicizia e l’amore, quelli veri,

e come un caleidoscopio

che riflette infinite combinazioni di colore, moltiplica in mille facce la gioia e la 

passione.

E quando avrai bisogno di coltivare sogni, perché il presente non ti basta e vuoi volare, 

fatti polvere di stelle.

Per me, continuerai ad essere così,

gemma preziosa, ed io, ad ogni risveglio,

i tuoi sogni li vorrò abbracciare.

Felicia Lione

 

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mercoledì 18 gennaio 2023

Guardare per la prima volta il mare

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

GUARDARE PER LA PRIMA VOLTA IL MARE

Sono tante le prime volte che vivono i nostri bambini: la prima volta che vedono il mare, la prima volta che fanno un viaggio, la prima volta che fanno un bagno, la prima volta che qualcuno si preoccupi per loro, la prima volta che forse li faccia sentire davvero amati, e noi educatori abbiamo la fortuna di vivere tutte queste prime volte con loro.



Ieri pensavo che quel paio d'occhi per la prima volta stesse scorgendo il movimento lento e pigro delle onde e che quelle narici per la prima volta venivano sopraffatte dall'aria salmastra.

Ieri pensavo che mai quella pelle fosse stata accarezzata dal calore del sole così dolcemente.

<<Che cos'è...quello?!>>

<<Quello è...il mare>>

Un lieve sospiro ed il silenzio.

I suoi occhi dolci stavano sorvolando come aeroplani quella distesa infinita di acqua, la manina pian piano si rilassava e si staccava dalla forte presa che aveva sulla mia, il nasino pareva quello di un segugio che annusa qualcosa di importante nell'aria, ed il volto scioglieva la sua espressione timorosa e disegnava sulle sue guance le linee morbide del sorriso.

Aveva visto per la prima volta il mare...e se n'era già innamorata.

Fra cieli stellati, vicoli profumati di leccornie e prelibatezze ed alberi incantati, vi era chi si addormentava nel passeggino, stanca a sera.

Intanto gli altri passeggiavano, si facevano foto e si divertivano a vedere le luci ed i negozi della splendida Salerno.

Tre educatori li osservavano e pregustavano la bellezza di momenti come questi.

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

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mercoledì 11 gennaio 2023

Le tante vite che viviamo

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

LE TANTE VITE CHE VIVIAMO NOI EDUCATORI CON I NOSTRI BAMBINI

Ogni bambini, ogni ragazzo lascia le tracce della sua storia racchiuse in un oggetto, in un segno, in un ricordo, ma lascia tracce indelebili anche in noi, nella nostra anima.

Certe volte rammento le storie di ogni singola ragazza/bambina che ha vissuto parte della sua storia sotto il nostro tetto.

Certe volte riconosco i frammenti volanti che sono racchiusi fra queste mura che portano ancora i segni del loro passaggio. Alle volte le tracce di un pugno rabbioso, alle volte una serie di disegni nascosti in una cartellina dimenticata in camera. Altre volte un rossetto solitario nel cassetto, un giocattolo comprato per il compleanno impolverato sulla libreria. Ognuna di loro ha lasciato le tracce della sua storia racchiuse in un oggetto, in un segno, in un ricordo. Spesso noi educatori siamo malinconici e ricordiamo il primo albero decorato assieme o il primo vestito comprato per la festa dei nuovi amici di classe o il primo albo illustrato acquistato assieme in libreria. Il fatto è che questo è un lavoro che lascia tracce lasciate direttamente nell'anima sapete? Certe volte penso che queste tracce tanto preziose per un educatore sembrino terrificanti e da cancellare per una ragazza o una bambina che affronta la parte più difficile della sua vita in questa casa, la parte più odiata, la parte da rimuovere perché non deve più lasciare "traccia" di quel passaggio, di quel passato, di quella vicenda. Poi ci sono eventi che rendono impaziente la fine del turno perché bisogna correre a casa a prepararsi di fretta perché una di quelle tracce richiede la presenza dei suoi "ex" educatori al suo compleanno. C'è chi trasforma la storia in racconto, in metamorfosi senza cancellare il proprio passato, c'è chi parte proprio da lì per rinascere e protendersi al futuro. Queste sono eroine, gigantesse combattenti coraggiose e folli...queste sono le ragazze a cui siamo posti innanzi. Ad una fra queste eroine dedico il ricordo del nostro primo Natale, delle luci attaccate sullo scotch sulle pareti per vedere il film di Natale, il primo pigiama party, la prima torta di compleanno che realizzai in questa casa. Stasera a questa tavolata come segnaposto c'è la frase del piccolo principe: <<l'essenziale è invisibile agli occhi (spesso degli adulti) è visibile al cuore e ai sogni di queste ragazze>>. Quanta bellezza c'è in lei stasera, gli occhi sono ricchi di storia ed io di quella storia sono fiera perché parla di rinascita, di rivincita, di lotta, di voglia di sognare.

Queste sono le ragazze, le tracce della memoria che scorrono nella mia mente stasera.

Stasera sono commossa e.... fiera.

L'essenziale è invisibile eppure arricchisce più dell'oro. Un tempo lei sognava solo di prendersi cura della rosa nascosta dentro di sé, curava la vanità di un passato oscuro, guardava, spostandosi sul suo piccolo asteroide i mille tramonti, parlava con le volpi della sua coscienza, temeva i serpenti del futuro. Oggi la immagino come quello stormo di uccelli pronto al volo...

Ci salutammo sugli scalini abbracciandoci forte forte quando arrivò la fatidica lettera che l'avrebbe portata al suo futuro. Oggi sono ritornata a quel giorno però vedo il suo domani e sorrido di gusto.

Alle piccole grandi donne di questa casa...

Sono solo Tracce eppure quanto valgono...

"A modo tuo...andrai a modo tuo".

Qualcuno disse: "Dalla parte dei bambini"...Sempre

 

Dott.ssa Pittari Chiara

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Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.


martedì 3 gennaio 2023

La cena di comunità

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

LA CENA DI COMUNITA’ CHE ANTICIPA IL NATALE

Le nostre cene di comunità rendono l'idea di una cena in famiglia; c'è chi apparecchia, chi fa la spesa, chi cucina una cosa, chi compra i regali e questa collaborazione crea "comunità". Ognuno a modo suo, con al sua presenza diviene indispensabile. Questo è un lavoro tanto di testa, tanto di conoscenza, tanto di cultura quanto di cuore.

La parte bella di questo mestiere è la condivisione. Certe volte ormai difficilmente riesco a separare le preparazioni di qualunque cosa e discernere quali siano per casa mia e quali per la Casa Famiglia. Le corse ai regali, l'affanno di teglie e teglie di cose da mangiare da sistemare, cuocere, impacchettare. Il frigo è sempre pieno di dolci per casa mia e per la Casa Famiglia. I pomeriggi ad incartare i regali, a scrivere i pensieri sono lunghi perché lunghe sono le liste dei destinatari dei pensierini. Ormai l'una casa è il prolungamento dell'altra. 

Le nostre cene di comunità ormai mi rendono l'idea di una cena in famiglia; c'è chi apparecchia, chi fa la spesa, chi cucina una cosa, chi compra i regali e questa collaborazione crea "comunità". Ognuno a modo suo, con al sua presenza diviene indispensabile in quest'ottica. Vi è un nonché di pedagogico anche in attimi come questi; l'unicità e la specialità di ogni singolo individuo arricchiscono le altrui prospettive o l'altrui sguardo di nuovi stimoli e di nuovi modi di fare e di osservare.

A tavola ci si passa i vassoi con le portate, si scherza con i ragazzi, si mangia con i bimbi piccoli in braccio, si ride e mentre i ragazzi sono distratti a giocare e ballare si depongono i regali sono l'albero per potenziare la magia di quel momento. Le facce di chi apre i pacchi sono le medesime dei bimbi della mia casa che a Natale cercavano di scavare fra i regali e capire quale fosse il proprio. Ieri osservavo la lunga tavolata e mi sentivo a casa. Ascolto i ragazzi raccontare dei Natali passati e di quanto sia stato possibile creare una tradizione natalizia persino in vite complesse e frammentate.

<<Ti ho detto che si faceva la cena con tutti: ogni anno si fa >> oppure <<Vedi che qui il Natale si festeggia sempre, che ti pensi! E deve ancora arrivare la vigilia...>>

Frasi potenti come queste raccontano di come nella casa finanche più speciale possano radicarsi nuove tradizioni, nuove certezze che creano in un ragazzo un senso di appartenenza seppure minimo, seppure legato ad un momento, ad un ricordo ma che vale tantissimo.

Quando penso al Natale penso sempre alla sua capacità di produrre ricordi preziosi e luminescenti che si rammentano ed illuminano anche gli attimi più cupi.

Questo è un mestiere in cui le vite e le storie di tante persone si intrecciano fra loro e si contaminano vicendevolmente. Questo è un lavoro tanto di testa, tanto di conoscenza, tanto di cultura quanto di cuore...

Ieri a tavola osservavo tutti e mentre assaggiavo la parmigiana più buona del mondo...mi sentivo bene.

Le nostre non sono mai cene fra colleghi; le nostre sono cene fra colleghi e ragazzi, le nostre sono cene che se curate e decorate con passione e voglia di stare assieme...profumano di casa.

Ieri è questa la magia che è stata compiuta. Spesso non servono bacchette magiche, alle volte basta avere solo la capacità di immaginare, progettare e darsi da fare. Il risultato è di una tenerezza unica al mondo e raccolta di quanto possa essere dolce il Natale anche nella casa più bizzarra o complessa o insolita. Eppure, per quanto bizzarri, ieri per noi era già Natale nella sua più alta e potente valenza. 

Dott.ssa Pittari Chiara

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martedì 27 dicembre 2022

La mattina di Natale in Casa Famiglia

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

LA MATTINA DI NATALE IN CASA FAMIGLIA 

Stanotte i biscotti erano stati posizionati sul tavolo assieme al bicchiere del latte con estrema cura e precisione.

Ognuna nella propria camera ordinava la pila di regali guardandoli con attenzione ed incanto. Le buste e gli incarti un tempo allegri e colorati ormai malinconici e vuoti sono adagiati per terra in attesa di essere gettati. Ognuna di loro indossava qualcosa di nuovo con ancora l'etichetta e si rimirava nello specchio. Vi era chi sistemava sulle mensoline i giocattoli splendenti di novità o gli orpelli luccicanti per i capelli. L'aria non vibrava più di attesa, tutto era calmo, rilassato.

Questa mattina tutti i festanti si sono acquietati e l'aria alle prime luci del mattino porta con sé calma e pace. I regali sotto l'albero ormai non ci sono più. I biscotti sono stati mangiati così come il latte è stato bevuto... chissà che Banno Natale sia passato di qui. I nostri calzini rossi e buffi sorridono al Natale che resta la festa più preziosa dell'anno.

Con questa cartolina di Natale vi auguriamo di cuore... Buon Natale.

Da una casa speciale

Dott.ssa Pittari Chiara

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mercoledì 21 dicembre 2022

Lettera a Babbo Natale

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LETTERA A BABBO NATALE 

<<Caro Babbo Natale, scusami del disturbo come stai? Io bene. Ti scrivo perché vorrei chiederti se tu potessi portarmi...>>

Le bambine stanno scrivendo la brutta copia della lettera di Babbo Natale, mentre prepariamo gli addobbi per l'albero <<Chiara allora io gli scrivo il gioco di "Me contro te", oppure "La casa delle LoL" oppure qualcosa di "Peppa Pig". Ti piacciono questi giochi?>>

La mia  risposta secca è: <<No>>.

Le bambine rispondono << Ma a te cosa piace... si può sapere???>>

<<A me piacciono i giochi belli, tipo le costruzioni, i peluches morbidosi, le bamboline di pezza però belle e semplici, gli albi illustrati, le lampade che proiettano le stelle, la trousselier, un carillon....ecc ecc>>

Una di loro aggrotta le sopracciglia riprende la penna e continua a scrivere

<<Vabbè ho capito...>>

La guardo scrivere concentrata e un po' rassegnata.

<<Potresti portarmi un gioco che piace anche a Chiara, la mia educatrice? Scegli tu perché di quelli che ho detto io non le piace niente. Grazie>>

Generazioni di bambine a confronto.

#letteraababbonatale

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