Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
Cosa fa un
educatore? Vive una parte della sua storia assieme ai ragazzi...e un po' alla
volta...si trasforma o magari scopre se stesso.
La mia collega vigile controlla la strada e spiega con
la delicatezza tipica di una madre, alla ragazza a lei seduta accanto,
dell'importanza che diventi ordinata, puntuale ed autonoma.
Abbiamo avuto un incontro con l'assistente sociale e
stiamo tornando da Foggia.
Ascolto i loro discorsi eppure l'altra parte del mio
cervello non riesce a smettere di pensare.
Con lei stiamo...sto...crescendo e tanto. È stata una
fra le prime ragazze che ho conosciuto quando ho iniziato questo lavoro, la
prima che mi ha dato il più lungo filo da torcere...una fra le tante che ha
smontato e smonta tuttora le mie certezze e che spesso al rientro a casa
continua a farmi girare i pensieri alla ricerca di risposte. Di domande ne fa
tante e detto fra noi, molte delle sue stesse domande spesso...me le pongo
anche io.
Fra poco si dovrà allentare la mano che con forza e
delicatezza la stringe a me, a noi.
Lei a tavola racconta di politica, di moda, si fa
domande su tutto.
Alle volte sembra studiare e rubare parole, espressioni
dall'aria e dalla gente per farle proprie, incuriosita dal mondo. La ascolto
quando parla ed a tratti me ne sento così... immensamente... fiera.
Il suo disordine corrode i miei turni, i suoi scatti
d'ira sono vulcani esplosivi capaci di sotterrare una casa...eppure questa
ragazza...sta crescendo. La vedo crescere, la vedo specchiarsi prima di uscire
e chiedere consiglio su come stia, se vada bene l'abbigliamento o sia consono
per l'occasione. Mi parla delle sue canzoni, dei suoi innamoramenti. Certe
volte con picchi di coraggio a scapito d'orgoglio ammette le sue paure.
Quest'anno sarà il più intenso per noi, per lei. Dovremo
lavorare a mille perché il termine o la ‘scadenza’ si sta avvicinando.
A tratti ho paura... ho imparato a riconoscere questo
sentimento.
Questo è un lavoro che non si spiega con le carte, non
si racconta con semplicità. Ancora non so dirmi con certezza di cosa mi occupo
quando attacco il turno.
A tratti la ascolto e...racchiudo alcune parole nella
mia scatola dei ricordi in cui ho nascosto anche i miei sogni per lei.
Un giorno la riaprirò ed oltre a lei...ci troverò me
stessa e le mie speranze.
Certe volte torno a casa con mille pensieri, domande sul
futuro, domande su quel che accadrà loro.
A fine turno mi concedo un bicchiere di vino, spesso una
canzone e sembra quasi che in quel frangente i ricordi si uniscano fra loro in
una scia argentata che scorre nella mia mente come i ricordi nel pensatoio di
Silente.
Cosa fa un educatore?
Vive una parte della sua storia assieme ai ragazzi...e
un po' alla volta...si trasforma o magari scopre se stesso. Non saprei .
Schiere di palazzi si rispecchiano sui finestrini...
siamo arrivate a casa.
Dott.ssa Pittari
Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
Paidòs
Onlus
dalla parte dei bambini, SEMPRE
Con l’Adozione a Distanza
accompagni un bambino nella sua
crescita
donandogli un’infanzia felice
dona tramite
bonifico su IBAN:
IT 51W 05385 78440 00000 0000 455
Ogni mercoledì si
rinnoverà l’appuntamento con
‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita
vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a
sentirsi parte di una casa, parte di una
famiglia…
Un giorno abbiamo
deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una
giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i
giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose
giornate di pioggia.
Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di
rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo e danziamo col vento.
Nessun commento:
Posta un commento