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mercoledì 20 ottobre 2021

La vita è un viaggio, non una destinazione

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

 LA VITA E' UN VIAGGIO, NON UNA DESTINAZIONE

Cosa fa un educatore? Vive una parte della sua storia assieme ai ragazzi...e un po' alla volta...si trasforma o magari scopre se stesso.

 

Le distese dei campi di grano scorrono veloci e sterminate sotto i miei occhi. Il treno sembra che ad un certo punto voglia inseguire la macchina su cui siamo; poi si muove per la sua strada...la macchina prosegue diritta nella sua direzione.

La mia collega vigile controlla la strada e spiega con la delicatezza tipica di una madre, alla ragazza a lei seduta accanto, dell'importanza che diventi ordinata, puntuale ed autonoma.

Abbiamo avuto un incontro con l'assistente sociale e stiamo tornando da Foggia.

Ascolto i loro discorsi eppure l'altra parte del mio cervello non riesce a smettere di pensare.

Con lei stiamo...sto...crescendo e tanto. È stata una fra le prime ragazze che ho conosciuto quando ho iniziato questo lavoro, la prima che mi ha dato il più lungo filo da torcere...una fra le tante che ha smontato e smonta tuttora le mie certezze e che spesso al rientro a casa continua a farmi girare i pensieri alla ricerca di risposte. Di domande ne fa tante e detto fra noi, molte delle sue stesse domande spesso...me le pongo anche io.

Fra poco si dovrà allentare la mano che con forza e delicatezza la stringe a me, a noi.

Lei a tavola racconta di politica, di moda, si fa domande su tutto.

Alle volte sembra studiare e rubare parole, espressioni dall'aria e dalla gente per farle proprie, incuriosita dal mondo. La ascolto quando parla ed a tratti me ne sento così... immensamente... fiera.

Il suo disordine corrode i miei turni, i suoi scatti d'ira sono vulcani esplosivi capaci di sotterrare una casa...eppure questa ragazza...sta crescendo. La vedo crescere, la vedo specchiarsi prima di uscire e chiedere consiglio su come stia, se vada bene l'abbigliamento o sia consono per l'occasione. Mi parla delle sue canzoni, dei suoi innamoramenti. Certe volte con picchi di coraggio a scapito d'orgoglio ammette le sue paure.

Quest'anno sarà il più intenso per noi, per lei. Dovremo lavorare a mille perché il termine o la ‘scadenza’ si sta avvicinando.

A tratti ho paura... ho imparato a riconoscere questo sentimento.

Questo è un lavoro che non si spiega con le carte, non si racconta con semplicità. Ancora non so dirmi con certezza di cosa mi occupo quando attacco il turno.

A tratti la ascolto e...racchiudo alcune parole nella mia scatola dei ricordi in cui ho nascosto anche i miei sogni per lei.

Un giorno la riaprirò ed oltre a lei...ci troverò me stessa e le mie speranze.

Certe volte torno a casa con mille pensieri, domande sul futuro, domande su quel che accadrà loro.

A fine turno mi concedo un bicchiere di vino, spesso una canzone e sembra quasi che in quel frangente i ricordi si uniscano fra loro in una scia argentata che scorre nella mia mente come i ricordi nel pensatoio di Silente.

Cosa fa un educatore?

Vive una parte della sua storia assieme ai ragazzi...e un po' alla volta...si trasforma o magari scopre se stesso. Non saprei .

Schiere di palazzi si rispecchiano sui finestrini... siamo arrivate a casa.

 

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.

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