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mercoledì 27 ottobre 2021

Sentirsi abbandonati

 Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

"Sentirsi abbandonati..."

‘’Ho paura di essere abbandonata...ho paura. Al telefono non mi rispondono più quando chiamo...’’.

‘’E se Natale lo passassi da sola? Dimenticata da tutti? Non si possono lasciare i bambini o i ragazzi da soli...a Natale’’.


Ogni sera, recentemente, lo squillo interminabile di un telefono mi annuncia che lei è lì sulla poltrona che attende, attende e attende che qualcuno risponda a quella chiamata ma...nulla; stasera non v'è risposta.

Subito dopo cena una ragazza mi chiede quando potrà vedere il ragazzo che vive in un altro paese, quando potrà tornare a casa, quando potrà riavere fra le mani la sua vita di sempre.

<<E se Natale lo passassi qui? Dimenticata da tutti? Non si possono lasciare i bambini o i ragazzi da soli...a Natale>>

Proprio oggi in preda alla più romantica voglia di Natale, preparavo i biscotti e pensavo agli addobbi, ai dolci, ai regali, alle sorprese nascoste sotto il mio meraviglioso albero di natale ...proprio stasera quello stesso Natale mi ha imposto un gran pena al cuore.

Io attendo il Natale per i biscotti, per godermi la bellezza dei ricordi della mia famiglia... perché il Natale si attende con gioia da che ero bambina. Stasera una ragazza con gli occhi segnati e gonfi di pianto mi ha chiesto, andando avanti di mesi, che ne sarà di lei...se quel giorno atteso tutto l'anno sarà la sola a rimanere in casa famiglia.

Quel telefono che squilla nell'attesa di una risposta.

Quel telefono che squilla nella speranza che ci sia qualcuno lì per lei.

Quel telefono il cui squillo almeno fa compagnia la notte prima di dormire.

Ed in un secondo lo spirito del mio adorato Natale mi pare lontano anni luce seppure oggi in me era così vivo.

<<Ho paura di essere abbandonata Chiara...ho paura. Al telefono non mi rispondono più quando chiamo...>>

Una ragazza nella penombra di una stanza grida quelle volte in cui ottiene risposta; grida l'ingiustizia di questa ‘reclusione’, grida la sua stanchezza, grida la sua rabbia.

Una ragazza stasera osserva la cameretta nuova appena arrivata che sarà montata per lei l'indomani...la guarda e non la sente minimamente sua.

Il telefono continua a squillare...

Stamane pensavo al Natale con le sue luci, i suoi colori...la voglia di passarlo in famiglia.

Stasera penso alle parole che mi mancano nel vedere la paura di essere soli al mondo negli occhi di una ragazza troppo giovane per vivere tutto questo.

L'indipendenza è l'unica vittoria per lei...arrivarci sarà dura.

Spero che domani la cameretta montata la accolga in un familiare abbraccio.

Lei non sa che proprio in quella stanza montiamo il nostro gigantesco albero a dicembre.

Mai stanza fu più appropriata, penso, per destinare il posizionamento dell'albero di Natale e dei lumi, dei regali e della speranza che lo decorano...mai come quest'anno spero che quel bagliore serva a donare un po' di luce nelle notti e nelle paure buie.

Sentirsi sole al mondo, a 16 anni.

Sono tanto lontane quelle luci stanotte, persino l'odore dei biscotti alla cannella si è dissolto nella memoria in rispetto di quello sguardo di stasera che fissava quel maledetto telefono...

Dormono tutte.

Ed io penso...

Dott.ssa Pittari Chiara

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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Ogni mercoledì si rinnoverà l’appuntamento con

‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.


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