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mercoledì 15 settembre 2021

Perché un ragazzo viene definito difficile?

Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

MA CHE SIGNIFICA DIFFICILE?

Ogni volta che arriva un ragazzo in Casa Famiglia, di solito viene etichettato come ‘difficile’, ma spesso ha solo bisogno di qualcuno che si dedichi a lui e lo aiuti a sbocciare.

 

Oggi ho conosciuto una nuova ragazza che sarà inserita in Casa Famiglia a breve. 

Mi sono presentata...non penso abbia memorizzato il mio nome. 

Non ha ascoltato la persona che lo diceva. Non mi ha guardata e per tutto il tempo mi ha ignorata.

Di striscio però un'occhiata l'ha buttata.

Io invece l'ho guardata bene, un piercing al naso, un jeans strappato alle ginocchia... chissà cosa pensava mentre la nonna diceva di non potersi occupare di lei, lei che non ubbidisce, che vuole fare quello che vuole, che pretende cose che  con la pensione del marito non può dare, lei che odia studiare, lei una ragazza difficile...difficile! Ma che significa difficile? Difficile per un genitore? Per una nonna? Ma perché difficile? Difficile da capire, da ascoltare o semplicemente da amare?

Il difficile che fa diventare un peso da scaricare senza ma e senza se.

Che fa alleggerire la coscienza o la anestetizza soltanto  relegando ad altri la responsabilità di un'adolescente di cui un genitore dovrebbe averne cura!

Nulla di nuovo per me che da quasi trent'anni ascolto la stessa storia e ogni volta mi viene un nodo alla gola e mi chiedo cosa sta pensando adesso, quali sono i suoi sentimenti verso la sua famiglia e verso di me che sto entrando nella sua vita.

Una sconosciuta che dovrà asciugare le sue lacrime, che dovrà invadere la sua privacy, che dovrà darle delle regole, che dovrà ascoltarla, che dovrà starle vicino nei momenti difficili, sostenerla ed eventualmente aiutarla a rialzarsi .

Ma lei non mi guarda, così io non esisto almeno per oggi!

Chi pensa di essere! Non sa con chi avrà a che fare. Se pensa di non farmi fumare o di togliermi il telefono si sbaglia.  Non ci è riuscita mia madre o mia nonna, figurati lei. Chi è? Chi la conosce? Alla prima occasione scappo. Glielo faccio vedere io chi dà le regole!

Sì, sarà difficile farle ingoiare l'abbandono e farle accettare che persone estranee, sono disposte ad accoglierla e a mettersi in gioco con lei e per lei.

Allora coraggio a noi, che ogni volta  ricominciamo con una nuova storia che ti sconvolge, ma che ti dà sempre nuovi stimoli e crea nuovi splendidi legami.

 

Dott.ssa Clemente Maria Letizia

(Pedagogista, Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)

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‘Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati’

 

Cos’è la rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati

Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi salvataggio indelebile, la messa al sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.

Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia

Un giorno abbiamo deciso di raccontare e di raccontarci per mostrare anche oltre le nostre mura, la bellezza di una giornata trascorsa assieme ai nostri compagni di strada, la paura verso i giorni che verranno, gli aneddoti divertenti dei giorni di sole e le tempestose giornate di pioggia.

Raccontare è per noi un dono ed è prezioso perché permette di rivederci nello specchio e comprendere che vi è sempre da imparare, perché noi danziamo  e danziamo col vento.


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