Rubrica: Danzanti col vento...storie e racconti di educatori appassionati
MA STARO’
FACENDO LA COSA GIUSTA?
Un piccolo foglietto ha annullato in pochi istanti tutti i miei grigi ed umidi pensieri; leggendolo ho ricordato una storia, il come è iniziata, il suo svolgimento, le sue difficoltà; quelle parole colorate hanno inondando la mente e l'anima di cose e di ricordi belli. La paura di sbagliare certe volte insegna anche a cadere e forse ad aver voglia di rimettersi a correre e a saltare, e per fortuna oggi sono ancora qua.
Sono settimane o forse mesi che ormai non scrivo. Ultimamente ho attraversato quel momento della vita in cui ogni cosa è attraversata dall'incertezza; ogni giorno era un continuo di domande: stavo lavorando con la stessa passione di prima? Sono cambiata? Mi sono persa?
Ultimamente mi chiedevo se avessi compreso correttamente questo lavoro
o se fosse il caso di ricalcolare e mettere in discussione ogni aspetto del mio
modo di essere educatrice.
Oggi ho riletto le mie tesi di laurea, gli appunti di quando facevo
tirocinio, le riflessioni di una me di tanto, tantissimo tempo fa... l'ho fatto
perché temevo di non riconoscermi in quegli scritti, l'ho fatto perché temevo
di essere diventata grande... troppo grande.
Questa sera sono venuta a lavoro piena di pensieri; mi capita sempre
più spesso. Procedo nella vita come se fossi guidata da un navigatore
immaginario che continuamente impone il ricalcolo di ogni parte di me.
Ricalcolo quando parlo a scuola con i bambini dei progetti, ricalcolo quando a
lavoro mi sento impreparata, ricalcolo quando sono delusa o amareggiata,
ricalcolo quando mi accorgo che le cose potrebbero essere differenti o
migliori. Questa sera, arrivata in comunità, ho guardato la finestra della
stanza degli educatori come facevo i primi tempi per vedere se ne riconoscessi
i colori, le ombre e i ricordi ma... niente; c'era solo una stupida immobile
finestra.
Poi ho trovato queste lettere sparse per la casa, come accade ogni
sera. Questa volta però sul tavolino c'era un qualcosa che mi ha lasciato disarmata:
un piccolo foglietto che ha annullato in pochi istanti tutti i miei grigi ed
umidi pensieri; leggendole ho ricordato una storia, il come è iniziata, il suo
svolgimento, le sue difficoltà; ricordo che con questo inserimento non mi ero
mai sentita più inadatta e spaesata... Eppure eccomi qua.
A distanza di anni osservo la meraviglia contenuta in questi fogli, in
quei colori brillanti.
Quando ci fu questo inserimento mi sembrava di sbagliarle tutte;
temevo di non riuscire a cogliere i momenti, i segnali, i modi.
Ricordo pianti, grida, ricordo quegli sguardi... Ricordo che ogni
turno era pesante e demotivante.
Stasera ero in camera con questi fogli fra le mani ...gli occhi erano
fissi, immobili come se stessero registrando il momento, alcune lacrime scendevano
copiose sulle guance per poi disperdersi sulla maglietta.
Era da tanto, tantissimo tempo che non mi sentivo così tanto: me
stessa.
Era da tanto che non sentivo quel calore in petto che potesse
accarezzare i miei dubbi e le mie paure che scuotevano il mio mondo con oscuri
terremoti di insicurezza; quelle parole colorate stavano inondando la mente e
l'anima di cose e di ricordi belli: i primi biscotti, la prima nuotata, la
prima torta, il primo film, il primo libro letto assieme, i vestiti nuovi per
la cena di Natale, il primo lavoretto e la tovaglia sporca di pittura verde, la
prima volta sdraiate per terra a guardare le stelle, la prima volta in cui si
lasciarono sfiorare dalla mia mano, il primo abbraccio, il primo <<Ti
voglio bene>>, la prima volta in cui ho sentito il buffo appellativo:
<<Chiaranetta>>.
Ogni singolo momento è apparso vivido nella mia mente quasi fossi la
spettatrice in un deserto cinema dei ricordi; a parte la nostra presenza, non
vi era nessuno... c'eravamo solo noi.
Ed io, spettatrice felice, ero a casa finalmente, più vicina a me
stessa di quanto non lo fossi stata negli ultimi mesi. Senza accorgermene le ho
strette forte a me, grata di quel momento, grata di quelle parole, grata di
tanta bellezza. Ho parlato pochissimo, ho ascoltato tanto, ho riempito i miei
occhi di quei sorrisi, di quelle frasi buffe ed ora mi accorgo che i miei dubbi
non sono scomparsi, sono solo laggiù in fondo dentro me, e credo che in fondo
mi servano per mantenermi in allenamento costante per il cambiamento. La paura
di sbagliare certe volte insegna anche a cadere e forse ad aver voglia di
rimettersi a correre e a saltare.
Forse i dubbi aumentano perché aumentano le cose da imparare, o forse
alle volte occorre capire che si rimane sé stessi anche quando si ha paura,
anche quando si cresce e si cambia.
Una lettera, un disegno, una preziosa indicazione... Io, il mio essere
educatrice, i respiri lenti di bimbe che riposano serene.
Quella finestra si, la riconosco e riconosco anche me stessa riflessa
su quei vetri.
Quel riflesso lo devo a loro, alla loro capacità di mettere in bilico
la mia essenza, alla loro capacità di scuotermi e di educarmi a danzare con il
vento...
Bentrovata Chiaranetta.
Dott.ssa
Pittari Chiara
(Pedagogista,
Educatrice presso la Casa Famiglia Murialdo)
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Mercoledì prossimo si rinnoverà l’appuntamento con
‘Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati’
Cos’è la rubrica: Danzanti col
vento...storie e racconti di educatori appassionati
Da un po’ di tempo la mente di noi educatori è talmente colma
di pensieri e riflessioni che spesso straripa . Lo scrivere è diventato per noi
salvataggio indelebile, la messa al
sicuro dei momenti della vita che trascorriamo con in nostri ragazzi.
Noi educatori spesso la notte scriviamo pagine di una vita vissuta fra le mura condivise con degli sconosciuti che a tratti riescono a sentirsi parte di una casa, parte di una famiglia…
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